Capitolo 3.

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Calum si guardava attorno sempre più terrorizzato all'idea che un giorno, in riccio, avrebbe usato quegli oggetti con lui.

«a-a cosa servono questi..?»

Indica diversi oggetti e come una risposta sente un ghigno, uno ghigno continuo.
Si volta verso di lui, aveva solo diciassette anni, era vergine, voleva amare ed essere amato, non era mai riuscito a trovare nessuno che lo capisse o che gli stesse accanto, escluso il suo migliore amico, che ora non vedeva più.

«Ora, ogni mattina troverai dieci oggetti su questo letto, dove verrai solo dopo che te l'ho detto io, ne dovrai scegliere uno e giocheremo assieme.
Ovviamente tu verrai qui vestito con ciò che troverai sul tuo letto, e tu non conosci l'utilità di questi attrezzi.
Se ti opporrai, passeremo alle punizioni.»

Si avvicina a lui, posando una mano sotto la gonna, esattamente su uno dei suoi glutei, che strinse appena facendo sobbalzare il più piccolo.
Ashton aveva ventidue anni, era alto, biondo, riccio e dagli occhi verdi.
Aveva questa ossessione, amava il sesso, la violenza sessuale, e tutto questo.
Forse era pazzo, ma a lui non importava.

«A-Ashton..c-cosa fai?»

Si irrigidisce sotto il suo tocco e, al leggero schiaffo dato dal più grande, si corresse.

«D-daddy, d-daddy, scusa..»

Si morde il labbro indietreggiando appena mentre si libera della sua presa, lasciandolo ridere appena.

«Visto? piano piano inizi a capire. Ora scegli l'oggetto.»

Posiziona dieci oggetti sul letto, tutti diversi tra loro e il corvino si avvicinò facendo tremare appena le mani.
Prese un oggetto con all'estremità due piccole cinghie.
Ashton si avvicinò sogghignando mentre prese l'aggeggio tra le mani mentre fece sedere il più piccolo sul letto.

«Questo non lo possiamo usare da solo, quindi scelgo io il secondo oggetto.»

Mugula il maggiore legando, alle caviglie del corvino, le due cinghie, lasciando il bastone in mezzo a separarle.

Il piccolo aveva paura, e questo era palese date le sue mani tremolanti e, non appena lo fece girare, lui stringe gli occhi, sentendo un liquido scorrere sul suo buco, accompagnato dalle lunghe dita di Ashton.

«I-io sono vergine..Daddy.»

A queste parole, gli occhi del biondo luccicarono di lussuria.
Stregò ancora le dita contro il suo buco prima di allungare il bastone, facendo allargare le gambe al minore.

Spinse con forza il vibratore di piccole dimensioni nel più piccolo, il quale iniziò a urlare di dolore.

«M-mi fa male..
N-non ce la faccio.. D-Daddy..»

Ashton lo ignorò, accendendo l'oggetto.
La stanza si riempì di urla e pianti del più piccolo appena lui aumentò la velocità.
Era il più piccolo che lui avesse, ma non significava che fosse piccolo, anzi, era abbastanza grande per chiunque, escluso lui.
Uscì dalla stanza ridendo, mentre chiuse a chiave Calum dentro.

Un'ora dopo, Ashton, rientrò nella stanza.

«D-Daddy..
scusa..ma mi faceva male e-e-e n-non riusci-»

Prima che il corvino potesse finire, l'altro gli diede uno schiaffo forte, forse troppo da lasciargli l'impronta.

«TI HO DETTO CHE POTEVI TOGLIERLO?
TI HO DATO IL PERMESSO PER FARLO?
NON TI HO LEGATO LE MANI APPOSTA, VOLEVO VEDERE»

Calum abbassò lo sguardo, ma il riccio non aveva concluso la punizione.
Lo liberò dagli oggetti e lo trascinò in un'altra stanza.
Questa aveva le pareti e il pavimento nero, ovunque c'erano cinghie e frustini.

«A novanta su quel tavolo.»

l'ordine del biondo fu agghiacciante alle orecchie del piccolo, che aveva ancora le lacrime sulle guance.

Tell me Daddy|| Daddy Cashton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora