Capitolo 8.

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Il corvino, la sera prima, si era addormentato ancora con i vestiti addosso, senza essersi sistemato sotto le coperte.
Sul suo volto si formò una piccola smorfia non appena il sole fece capolino tra le assi si legno delle persiane, facendogli aprire gli occhi.
Sollevandosi notò di essere ancora vestito e, passandosi una mano sul volto, sentì la pelle lievemente ruvida, segno che le lacrime si erano seccate durante il sonno.

Si allungò verso l'armadio, prendendo un top rosa e una gonnellina quadrettata, bianca e rossa.

"Sono un maschio.. diamine.."
Il corvino sbuffò, uscendo dalla propria camera, andando verso il bagno.
Si lavò velocemente la faccia, le mani e i denti, sistemando anche i capelli, dirigendosi poi verso la cucina.

"Altri dieci minuti e ti buttavo giù dal letto a suon di pugni."
La voce del riccio fu la prima cosa che notò una volta superata la porta della cucina.

"Buongiorno anche a te." pensò l'altro, scuotendo lievemente la testa e rispondendo poi.
"Scusami, daddy."
Si limitò a dire senza cercare una scusa, sapeva non sarebbe servita.

"Finita la colazione andrai in camera mia. Abbiamo delle punizioni in sospeso, tipo che devi fottutamente bussare alla porta, razza di demente."
Sputò acido l'altro, alzandosi una volta finita la colazione, andando verso le scale.

Il corvino borbottò qualcosa, prendendo poi il muffin e iniziando a mangiarlo, pucciandolo ogni tanto nella tazza di latte.

[...]

"Finalmente, sei troppo lento. Sperando anche nel venire, altrimenti che divertimento c'è?"- Il biondo vide l'altro entrare in camera, scoppiando a ridere dopo le proprie parole. "Dicevo, a novanta sul tavolino, mi sono rotto il cazzo di aspettare."

Calum si irrigidì, sistemandosi sul tavolo alla quale venne successivamente legato con mani e piedi.
"I-io..mi dispiace davvero."

Come si aspettava, Ashton non si mosse di un millimetro, se non per prendere una paletta con alcune borchie a punta su un lato, colpendolo la prima volta.
"Conta e ringrazia."
Ripetè il biondo, mentre il corvino si limitò a contare, ripetendo lo stesso errore per qualche volta.
Ashton, impaziente come pochi, prese il corvino dai capelli, sollevandolo.
"Benissimo, stai cercando di fare il furbo?"
Accennò una risata, spogliandosi velocemente e abbassando i propri boxer.
"D-daddy..ti prego, i-io sono v-ver-."
Le sue parole furono interrotte dal membro di Ashton, che entrò rudemente in lui.
"Stai zitto."
Tirò i suoi capelli, muovendosi velocemente in lui, facendo urlare l'altro di dolore; bastava guardarlo in faccia e vedere le lacrime sulle sue guance.
"T-ti prego, n-no basta."
Le urla supplichevoli dell'altro, fecero uscire il ricco dal corvino.
"Ho smesso solo perché sei un coglione e mi stava diventando molle."
Lo slegò con fare esperto e veloce.
Calum singhiozzò e si morse il labbro, rivestendosi velocemente ed uscendo dalla stanza mentre si diresse nella propria.
Ora si trovava disteso sul letto, ancora con gli occhi lucidi, si domandava il vero motivo per la quale avesse smesso, aveva davvero avuto "pietà" per lui?

Tell me Daddy|| Daddy Cashton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora