Capitolo 4.

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Il minore tremava sotto gli ordini del più grande, che lo aveva spogliato quasi del tutto, esclusa la gonna.

«T-ti prego..
giuro che non lo faccio più, d-davvero.»

Il biondo rideva, come soddisfatto dalla reazione di Calum, così si avvicinò al suo orecchio e sussurrò con voce roca.

«Oh piccolo, dovevi pensarci prima.» Disse avvicinandosi ad una delle vetrine che contornava il letto e si trovava contro le pareti dalla quale tirò fuori una cintura di pelle, color marrone mogano.
La piegò in due e la tirò, facendo schioccare le due parti, il cui suono fece sobbalzare il ragazzo sul tavolo che, intanto, piangeva contro le proprie mani, chiuse in due pugnetti.
Il maggiore lo aveva legato per bene e, avvicinandosi, gli alzò la gonna, lasciando una perfetta visuale sul sedere del corvino.
Le gambe di quest'ultimo tremavano, mentre l'altro si posizionò al suo fianco, lasciando scoccare la prima cinghiata.

«Conta e ringrazia.»

Gli ordini del riccio erano pesanti e spaventosi alle orecchie di Calum, che gemette di dolore.

«U-uno..g-g..g-grazie.»

[...]

Le dieci cinghiate seguenti furono davvero strazianti.
Appena il riccio slegò il più piccolo, lui cadde a terra stremato, con le lacrime secche sulle guance.
Non riuscì a stare neanche seduto, tanto da doversi stendere sul letto.

«Stasera salti la cena, ora vestiti e vieni nella mia camera.»

A queste parole, il maggiore uscì dalla stanza, facendo tornare il più piccolo nella sua camera dove, sul letto, si trovavano una gonna a scacchi rossa e un top bianco, accompagnati da un paio di calze a rete.
Prese gli indumenti e li fece scorrere sulla propria pelle e quando si mise anche la gonna sospirò e si avviò verso la stanza di Ashton.
Il maggiore lo fece sedere sulle sue gambe, mentre continuava a muoversi dato il bruciore su entrambi i glutei, così il biondo lo fece sistemare meglio in modo da fargli sentire meno dolore.

«Visto? Non voglio che tu ti faccia male, non mi piace il fatto che tu mi disobbedisca, però.»

Mormorò il più grande, accarezzandogli una coscia coperta dalle calze a rete.
Calum si limitò ad annuire e si irrigidì quando sentì le parole di Ashton, sussurrate al suo orecchio e gli fecero venire un piccolo brivido.

«Ora devi farti perdonare, babe.»

Tell me Daddy|| Daddy Cashton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora