ventidue

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<<Vuoi andare a casa?>>Caleb mi tira a se mettendomi una mano sulla vita. <<Non so...Non mi va di sentire le ramanzine dei miei>>ammetto pensando alla strillata che mi beccherò tornando a casa, sono stufa di discutere con loro. <<Andiamo da me, i miei non sono a casa e non torneranno prima di domani pomeriggio , rimani con me questa notte>>lo vedo sorridere, ma al pensiero di dormire con lui un'altra volta un brivido mi percuote il corpo.<<Non lo so...>>sussurro stringendomi nel giacchetto per il freddo. <<Non dire altro, ormai ho già deciso io>>sorride guardandomi per qualche istante prima di farmi salire in macchina.

[...]


<<Ti sta bene>>Siamo sdraiati sul suo letto ed io indosso una sua maglia che, a parer mio, fa vedere troppa pelle. Gli faccio una pernacchia mentre la sua mano vaga per la mia schiena sotto il leggero tessuto nero. Le sue dita si fermano sul gancio del reggiseno. I suoi occhi fissano i miei, ma io faccio cenno di no con la testa. Lo vedo sorridere e, quando sento la sua mano di nuovo sulla mia schiena poso la guancia sul suo petto. <<Caleb>>mi metto a cavalcioni su di lui per costringermi a guardarlo negli occhi.<<Dimmi piccola>>I suoi occhi scorrono sul mio corpo bruciandomi la pelle. <<Caleb porta la tua attenzione sul mio viso!>>gli lancio un occhiataccia, ma lui sorride. <<Non è semplice >>si lecca il labbro facendomi sorridere. Decido di in pensarci e rischiare, rischiare per la mia felicità. Mi abbasso su di lui fino al punto da far toccare le nostre labbra, ma tutti e due vogliamo di più di un semplice bacio a stampo. La sua lingua picchietta sul mio labbro inferiore che si schiude concedendogli l'accesso e qui la mia lingua accoglie la sua concedendogli un ballo passionale. Ci stacchiamo per riprendere fiato, gli sorrido tirandomi su senza staccare gli occhi dai suoi <<Wow!>>esclama sorridente. La porta di casa sbatte facendomi saltare<<Merda...>>Caleb mi sposta da sopra di lui e in boxer neri esce dalla porta chiudendosela alle spalle. Poco dopo la porta si apre mostrando Caleb in tutto il suo fascino che avanza verso di me <<Sono i tuoi?>>sussurro alzandomi dal letto per andargli incontro. <<Era Danny ha il copione della chiave. Gli serviva una cosa tranquilla>> all'idea che Danny mi veda insieme a Caleb mi agito. <<Andiamo a dormire, è tardi e domani mattina dobbiamo andare a scuola>>Mi bacia la fronte tirandomi poi sul letto. Poso la mia guancia sul suo petto nudo mentre la sua mano mi fascia la vita tirandomi più stretta a lui. <<Buonanotte piccola>>

[...]

Mi butto sul letto coprendomi gli occhi con il cuscino bianco latte buttando fuori l'aria dalla mia piccola bocca rosea. Nella mia testa una benda rock si esibisce creandomi confusione e un tremendo mal di testa. Il ramo dell'albero che si trova in giardino sbatte ripetutamente sulla finestra accompagnato dalle dolci lacrime della terra e da qualche foglia svolazzante. Asciugo velocemente le piccole gocce salate che percorrono il mio volto pallido e accaldato per la corsa di poco fa. Apro l'enorme armadio tirando fuori una felpa bordeaux e un pantalone aderente nero. Mi chiudo in bagno buttando i panni sul lavandino e telefonando un'altra volta a qual numero che conosco a memoria da ormai dieci anni. Dopo pochi istanti la voce metallica della segreteria mi fa attaccare facendomi accasciare a terra. Il pavimento freddo mi procura dei brividi su tutto il mio esile corpo, mi costringo ad alzarmi ed a immergermi nella vasca riempita da acqua calda. Strofino ogni singolo centimetro del mio corpo con quel sapone che inizio a detestare solo per il ricordo di lei. Lei che ci è sempre stata, lei che mi ha aiutata a superare ogni piccola difficoltà, quella stessa ragazza che ora non c'è. Avvolgo il mio corpo in un asciugamano uscendo dalla vasca, mi asciugo velocemente prima di vestirmi con quei semplici panni. Infilo le scarpe prima di lasciarmi dietro la porta di casa. Il vento fa si che i miei capelli danzino nell'aria accompagniate dalla pioggia leggera e fredda. Le gocce gelate mi ricadono sul viso, ma ciò non basta per farmi tornare a casa. <<Chanel? Sta diluviando! Sali, ti porto a casa>> una macchia si accosta a me e posso intuire che è Danny dalla voce. <<Lasciami stare>> lo supero imboccando dentro qualche via mentre la felpa mi si attacca al corpo. Quando esco dal vicolo davanti a me appare un parco, entro senza pensarci due volte. Mi siedo su una panchina mentre ritento di chiamare Susy, ma il telefono è staccato. Non è possibile, non può esser vero, non dopo tutto quello che abbiamo passato. Ritento un'altra volta, ma questa volta il mio telefono si spegne, maledetta batteria. Lascio che la pioggia accompagni le mie lacrime, lascio che la pioggia mi lavi da quel dolore.

Resta con me [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora