trentotto

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Lascio che la melodia dei Green Day risuoni nella silenziosa stanza interrotta dal sussurro delle mie lacrime quando toccano il pavimento. Mia madre ha provato a parlarmi due volte da quando sono chiusa nella mia stanza, ma gli ho detto che volevo rimanere sola, gli ho detto di non preoccuparsi delle lacrime, erano solo passeggere e lei, anche se ferita, se ne era andata. Non posso credere che i ragazzi mi hanno lasciata sola solo perché volevo delle risposte alle mie domande, non posso credere a niente, ultimamente. Neanche il diario riesce ad aiutarmi per sfogare le mie emozioni, neanche una video-chiamata con i miei migliori amici. Anzi è stato un colpo al cuore, vederli così lontani mi ha fatto pensare che io sono sola, in questa grande città. Un rumore attira la mia attenzione, ma torno con lo sguardo verso il basso a pensare per quale assurdo motivo deve sempre andare tutto storto. Ancora quel rumore, ma lo ignoro, sicuramente sarà Ettore che graffia la porta per entrare, come ogni sera. Un'altra volta e poi un'altra quel dannato e fastidioso rumore. Alzo lo sguardo da terra incontrando un paio di occhi verdi fissi su di me. <<Co-sa, cosa hai fatto?>>alzo le spalle portando nuovamente lo sguardo a terra e girandomi qualche ciuffo del tappeto tra le mani umidicce. So perfettamente di avere un aspetto orribile: occhi rossi e gonfi, delle occhiaie da far paura, il naso rosso e i capelli arruffati, ma è colpa sue se sono in queste condizioni. <<Ho provato a chiamarti, ma non rispondevi>>non è una giustifica, poteva venire a suonare al citofono invece di chiamarmi. <<Ho provato a citofonare, tuo padre, dopo avermi guardato male, mi ha chiuso la porta in faccia dicendo che sua figlia era troppo importante per sprecare il suo tempo con me>>mi scappa un sorrisetto pensando che forse il rapporto con i miei sta migliorando, forse potremmo tornare quelli di una volta. <<Chanel è successo qualcosa?>>si siede davanti a me impedendomi di alzare gli occhi dal tappeto, non voglio incontrare quegli occhi, non ora. Senza rispondergli mi vado a sedere sul letto e lui ripete il mio stesso gesto. <<Guardami, o almeno parlami...>>sussurra posano le sue dita fredde sotto il mio mento. Lo lascio fare, ma mi costringo a guardare fuori dalla finestra. Aspetta un attimo, ma si è arrampicato al secondo piano?<<Ti prego piccola...>>lo guardo infuriata prima di levare le sue dita dalla mia pelle. <<Vattene, non dovresti essere qui>> lo vedo sorridere, ma è scemo? <<Almeno mi hai parlato>> ok, sta dando i numeri e ne sono sicura. <<Caleb non voglio parlare ne con te, ne con nessuno del gruppo, vattene>>mi rigiro tra le mani il lenzuolo bianco decorato con qualche fiorellino rosa. <<Vuoi delle risposte? Te le darò, ma non qui>>lo guardo negli occhi e i suoi sono spenti, ma devo essermi sbagliata. Per lui sono davvero importanti quelle risposte tanto da tenermele nascoste? <<Io e te, si cioè noi due...cosa diamine siamo?>>domando facendolo sorridere amorevolmente. <<Bhe per me sei la mia ragazza, perché questa domanda?>>il cuore perde un battito e un sorriso da ebete mi si dipinge sulla faccia. <<Ho paura...>>le sue braccia mi circondano facendomi avvicinare al suo corpo che emana calore. <<Di cosa, piccola?>>dovrei dirglielo? <<Di te, beh che mi usi come un giocattolino per divertirti, ho paura che mi lascerai sola...>>Ok, glie l'ho detto e mi sto pentendo, eccome se lo sto facendo. <<Lo vuoi capire che mi stai cambiando la vita? Lo vuoi capire che da quando ci sei tu sono diverso? Cazzo Chanel non lo so cosa diamine stai facendo, ti prego fidati di me>>le sue labbra si posano sulle mie mentre mi spinge delicatamente all'indietro facendomi aderire la schiena al materasso. <<Caleb...>>sussurro quando inizia a torturarmi il collo con i suoi maledettissimi baci. Si sofferma su un punto e posso immaginare che mi ha lasciato il segno. Sorride sulla mia pelle continuando a baciarmi la pelle nuda. Con le dita afferra i lembi della maglietta bianca aspettando una mia approvazione. Annuisco e la maglia finisce sul pavimento della stanza, i suoi occhi mi percorrono il corpo mangiandomi ogni singolo centimetro di pelle, dire che sono imbarazzata è poco. <<Sei stupenda...>>le sue mani vagano sul mio ventre per fermarsi sul seno mentre la scia di baci continua. Istintivamente afferro la sua maglietta e la butto sul pavimento, in un angolo sconosciuto della stanza. Le mie mani si fermano sui suoi capelli facendolo sorridere. Mi guarda qualche secondo negli occhi prima di sdraiarsi accanto a me <<So che non vuoi andare avanti, tranquilla>>rimango immobile con un sorriso stampato in faccia. Il moro posa la testa tra il mio seno e porto istintivamente la mano tra i suoi dannati capelli.<<Cosa facevate oggi al Think?>>sussurro sperando di non rovinare il momento. <<Domani ti spiego tutto, promesso. Però non qui, andiamo da Abet>> annuisco sentendo il suo respiro farsi sempre più pesante. Deve esser comodo dormire sul mio seno eh...

Resta con me [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora