diciannove

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<<Buongiorno fiorellino>>il sorriso di Samantha mi stupisce sempre di più. <<Buongiorno Sam>> sussurro chiudendo la porta di casa. La mattinata è iniziata malissimo e ciò vuol dire che la giornata finirà nello stesso modo, tanto per cambiare... <<Che hai? Dormito male?>>faccio spallucce abbassando gli occhiali neri, non ho avuto neanche il tempo di truccarmi questa mattina. <<Chanel è successo qualcosa di grave?>>domanda la ragazza piazzandosi davanti a me. <<No, sono solo stanca>>beh non è una bugia. Sono stanca di vivere questa vita, stanca di essere inseguita dai problemi e stanca delle ramanzine dei miei genitori. <<Oh...quindi oggi non verrai a casa mia con gli altri? I miei genitori hanno organizzato una cena con i loro amici e ci saranno anche i tuoi.>>mi soffermo per qualche istante sul viso della mia amica. Non posso credere che riesca a sorridere a tutti, anche di prima mattina. <<Mi dispiace Sam...>>non voglio farla rimanere male, ma un po' di tempo da sola non mi farà male, soprattutto in questo momento. Quando arriviamo al cancello di scuola mi reco subito in segreteria per ritirare alcuni moduli che la preside si era dimenticata di darmi. Io non capisco, rimane seduta tutto il giorno su quella poltrona di pelle e si scorda di darmi dei fogli? Quando entro nell'aula di scienze umane la lezione è iniziata già da un pezzo. Dopo aver spiegato al professore il motivo del mio ritardo mi vado a sedere all'unico posto libero, quello vicino a Caleb. Cerco di non guardarlo mentre prendo gli appunti, ma non ci riesco. Mi riviene in mente la scena della sera prima. Lui che esce dalla mia camera, io che mi accascio a terra urlando. Le lacrime mi oscurano la vista, ma mi obbligo a cacciarle via. Non qui, non posso permettermi di piangere davanti a queste persone, non posso permettere a Caleb di vedermi in questo stato. <<Chanel>> la voce di Caleb attira la mia attenzione, ma faccio finta di niente. La sua mano stringe il mio polso facendomi girare per guardarlo. I suoi occhi trasmettono stupore, ma dopo qualche istante ritornano gli stessi occhi senza emozione di sempre. <<Professore Chanel non si sente bene, se non le dispiace vorrei accompagnarla in infermeria>>senza aspettare una risposta da quel povero uomo il ragazzo mi porta fuori lasciandomi solo dopo esser ussiti dall'edificio. <<Lasciami>>mi allontano da lui sedendomi su una panchina poco distante da noi. <<No cazzo non ti lascio. Che hai?>>urla guardandomi negli occhi. Interrompo il contatto visivo costringendomi ad osservarmi le scarpe bianche. Il ragazzo mi prende in braccio facendomi lanciare un urlo per lo spavento. <<Lasciami! Non voglio stare con te!>>urlo quando mi adagia sulla moto. Fa finta di non avermi sentita e senza il mio permesso si allontana da scuola accelerando sempre di più. Quando ferma la moto mi trovo a fissare il nulla. Scendo dalla moto per accasciarmi a terra di un salice piangente. Caleb rimane a guardarmi dalla sua moto, il suo sguardo sembra perforarmi, non riesco a non perdermi nei suoi occhi, ma non posso perdonarlo, non posso permettermi di ricadere nella sua trappola, non di nuovo...

<<Non fissarmi, mi da fastidio>>la mia voce interrompe il silenzio, sul suo volto si dipinge un piccolo sorriso irritante, ma allo stesso tempo dolce. <<Guarda che non c'è niente da ridere Caleb. Perché mi hai portata qui? Ti ho detto che non voglio più vederti, lasciami in pace>>sbuffo strappando un pugno d'erba dal terreno umidiccio. <<Tu non vuoi che me ne vada veramente>> lo fisso per qualche istante per poi continuare a fare quello che stavo facendo poco prima. <<Cosa te lo fa credere?>> la mia risposta arriva dopo qualche attimo, ho paura di parlare, penso sempre di dire la cosa sbagliate quando sono con lui. <<Guardati. Sei ancora qui con me, tu non vuoi andartene. Obblighi me a farlo perché tu non sei capace.>>mi alzo in piedi pulendomi i pantaloni sporchi di terriccio. <<Non credere di essere l'unica persona importante nella mia vita, Caleb. Sei tu quello che mi ha portata qui, non mi ci sono fatta portare io. Se credi questo ok, vuol dire che ti starò lontana. Ci vediamo>>senza aspettare la sua risposta mi incammino nel nulla, questo posto è dannatamente deserto se non per qualche albero sparso qua e là. <<Dove stai andando? Ti perderai>> ignoro la sua dannata voce continuando a camminare nel vano tentativo di distrarmi.

[...]

Il rosso insieme alle sue dolci sfumature circonda tutto ciò che mi circonda facendomi ammirare questo fantastico momento romantico. Stormi di uccelli si ritirano nelle loro case seguiti dai più piccoli, un gatto mi sfiora la pelle mentre cerca di ripararsi dal buio della notte. Non so quanto tempo sia passato da quando mi sono allontanata da Caleb, ma so solo che continuo a camminare in circolo senza riuscire a trovare una maledetta uscita.<<Certo che per voi tutto più facile. Non avete bisogno di conoscere le strade, riuscite a guardare ovunque.>> rimango a guardare un piccolo gruppo di uccelli che si allontana nel cielo. <<Ehy che ci fai tu qui?>> una voce sconosciuta mi fa gelare il sangue. <<Sto parlando con te piccola>> sussulto girandomi verso la voce trovando un ragazzo a pochi passi da me. <<Mi sono persa...>>ammetto osservando un enorme cicatrice sul suo collo. Improvvisamente faccio un passo indietro quando il ragazzo si avvicina. <<Ehy tranquilla non ti voglio mica uccidere, vieni ti accompagno>> non so se fidarmi o no, ma infondo non ho scelta. Annuisco seguendolo nel buio <<Vuoi che ti accompagni in città? È distante da qui>>mi fa notare il ragazzo quando superiamo la recinzione di legno. <<Oh no, tranquillo chiamo un amico, grazie ancora>>lo vedo annuire prima che torni sui suoi passi. Mi affretto a chiamare Danny, il quale risponde dopo un paio di squilli.

[...]

<<Sicura di star bene?>>domanda Danny quando scendo dalla sua macchina. <<Si, grazie Dan, ti devo un favore. Ci vediamo domani a scuola>>gli mando un bacio volante prima di scomparire dietro la porta di casa. Corro per le scale affrettandomi ad entrare in bagno per riempire l'enorme vasca di acqua bollente. Ho bisogno di rilassarmi, e niente è meglio di un buon bagno caldo. Mi spoglio lentamente osservando il mio riflesso allo specchio. <<Perché sono così? Non potevo nascere come quelle modelle? Cosa ti ho fatto di male Dio?>> sussurro prima di immergermi nell'acqua e chiudere gli occhi.

Resta con me [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora