Lei è lì. Mi aspetta invitante sulla mensola del bagno, come sempre. E' fedele. Affascinante. Tonificante. La mia colpa scivola sul bordo del lavandino e finisce sotto il getto dell'acqua calda.
Continuo a lavare la ferita sul mio polso.
Va già meglio.
Il vapore mi avvolge, il suono dell'acqua mi culla e la mia colpa continua a scivolare via. Mi sento stanca, incredibilmente stanca. Vorrei fermare l'emorragia e andare a letto. Ma dove sono i cerotti? E le bende? Dove cavolo è la cassetta del pronto soccorso?
"Abigail, sono a casa" annuncia mio padre; la sua voce sembra così distante.
Oddio, non posso uscire così o capirà tutto. Sto perdendo troppo sangue, devo fermarlo, presto ... non trovo nulla!
Scivolo a terra, la schiena premuta contro la porta del bagno.
Ma chi se ne frega. Forse è così che deve andare.
"Abigail, sei lì dentro?" chiede Michael bussando, "Abigail?"
Comincio a piangere, ma sono troppo confusa per capire se di gioia o di dolore.
"Abigail!" grida mio padre mentre si avventa contro la porta. Accidenti, solo ora mi accorgo che il sangue è scivolato sotto la porta.
"Apri, Abigail!" grida ancora mio padre, muovendo furiosamente la maniglia.
"Abby!".
E' l'ultima cosa che sento. L'ultima volta che Michael mi ha chiamata così è stato tanti anni fa.
Sorrido. E' bello sentirmi chiamare ancora così, penso, mentre scivolo nella nebbia.
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Red as Blood, Red as Wine
General FictionAbigail ha sedici anni, una madre assente, un padre freddo e distaccato, un amico molto particolare e una lametta con cui si ferisce spesso per scappare da una vita che odia. Cameron ha diciotto anni, una madre che l'ha abbandonato, un lavoro che od...