La divisa bianca della clinica è ruvida e scomoda, e le scarpe sono troppo calde, colpa del paile all'interno. Sono immersa nel bianco: la divisa, le pareti, i tavoli, le sedie, i pavimenti...L'odioso colore dei miei capelli si confonde con tutto il resto. Ottimo. Sembro un fantasma e forse a momenti mi dissolverò.Un'inserviente dai modi bruschi mi consegna un pieghevole con una descrizione dettagliata e monotona dei giorni che passerò qui; in sostanza è più o meno questo:
Per gli utenti in età scolare:
Ore 7,00 sveglia, prima colazione, igiene personale, riordino spazi personali;
Ore 9,30 attività didattiche;
Ore 13,30 igiene della persona e pranzo;
Ore 14,30/16,00 riposo;
Ore 16,00/18,00 attività didattiche di recupero;
Ore 18.00/20.00 attività di socializzazione e ricreative;
Ore 20,00 igiene della persona e cena;
Ore 21,00/22,30 relax e svago;Ore 22,30 riposo
La scelta del cibo verrà proposta a colazione. Il mercoledì e il venerdì, le ore dedicate alle attività di socializzazione e ricreative verranno utilizzate per la terapia di gruppo. La domenica, dalle 16.30 alle 18.00 tutte le attività verranno annullate per lasciare spazio libero a tutti i pazienti.L'utente ha diritto ad una telefonata alla settimana.
Per qualsiasi richiesta chiedere alla responsabile del reparto, doctor Annabelle Crane.
Vi auguriamo buon soggiorno.
Perfetto. Prendono anche in giro. Richiudo il foglio ripiegandolo su se stesso e lo butto sul tavolo. Tamburello con le dita, nervosa, e sospiro rumorosamente rompendo l'immobilità della scena. Un ragazzo con i capelli rasati a zero mi rivolge un'occhiata storta, poi torna a guardare fuori dalla finestra.
"Ah, una nuova arrivata a corte ...!" esclama una ragazza sedendosi accanto a me. E' molto magra e incredibilmente allegra. Il biondo cenere dei suoi capelli, raccolti morbidamente in una acconciatura alta, è sicuramente più gradevole del mio. Siede tenendo la schiena ben dritta, le mani adagiate sul grembo, il piede destro incrociato dietro il sinistro.
"Dite, mademoiselle, da dove venite?" continua.
"Ehm.... da San Francisco" mormoro un po' titubante di fronte ad un comportamento tanto strano.
"Non conosco questa corte" ribatte "E' molto lontana?"
"No, per niente... siamo a San Francisco" rispondo sempre più confusa.
L'altra si copre la bocca con una movenza affettata e ride allegramente.
"Ma che dite? Qui siamo a Parigi!"
"Parigi?"
"Ma certo!" conclude ignorando il mio sguardo sbigottito. "Non trovate che ci sia molta gente oggi a Versailles?"
"Molta" rispondo annuendo vaga.
Oddio, sono finita in mezzo ai pazzi! Questa chi crede o chi vuole far credere di essere? Beh, dal momento che non ho nulla di meglio da fare, scopriamolo!
"E vostro marito?" chiedo improvvisando, sperando che nella sua fantasia ne abbia uno.
"Il re è a caccia" risponde.
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Red as Blood, Red as Wine
General FictionAbigail ha sedici anni, una madre assente, un padre freddo e distaccato, un amico molto particolare e una lametta con cui si ferisce spesso per scappare da una vita che odia. Cameron ha diciotto anni, una madre che l'ha abbandonato, un lavoro che od...