Abigail

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Quest'ultimo mese all'Istituto è desolante. Forse per la prima volta sto sperimentando la vera solitudine.

Senza Mary-A, senza Cameron niente è più come prima. Fatico ad addormentarmi la sera e a svegliarmi la mattina.

Guardo la sveglia sul comodino, le tre, allungo il braccio, accendo l'abat-jour, sprimaccio i cuscini e mi metto a sedere. Forse leggere un po' potrebbe...

Lui è seduto ai piedi del mio letto.

"Ti avevo detto di andartene" gli dico di getto.

"E io l'ho fatto" risponde serafico guardandomi in faccia.

"Ma ora sei di nuovo qui!"

"Non mi avevi detto di andarmene per sempre, o meglio, io te l'avevo suggerito, ma tu... tergiversi."

"Tergiverso? Ma che..."

"Direi proprio di sì. Quindi devo darti una mano e questa volta vedrò di essere più esplicito."

Edgar estrae dalla tasca della sua finanziera un libro.

"Potrei citare a memoria, ma tant'è, voglio fare un po' di scena. Ascolta, bambina:

"Ma il nostro amore era molto, molto più saldo

dell'amore dei più vecchi di noi

(e di molti di noi assai più saggi):

né gli angeli, in cielo, lassù,

né i demoni, là sotto, in fondo al mare

mai potranno separare la mia anima

dall'anima di Annabel Lee. "

Finita la lettura Edgar ritorna a mettere il libro nella tasca della giacca.

"Non c'è nulla che possa ostacolare gli innamorati, nemmeno i demoni potranno dividere le loro anime. Abbiamo sempre visto gli angeli e i demoni come qualcosa di esterno a noi, e forse può essere così, ma io credo che i demoni maggiori, quelli più temibili, ce li portiamo dentro noi. Sono i nostri cattivi pensieri, sono le nostre paure, le bugie che raccontiamo a noi stessi, le nostre debolezze nelle quali ci crogioliamo fino a farle divenire degli scudi dietro cui nasconderci agli altri e a noi stessi. E' questo che vuoi, Abigail? Vuoi essere quel demone?"

Mi abbandono sullo schienale del letto e incrocio le braccia osservando per qualche secondo il soffitto meditabonda.

"Diamine, certo che lo conosci bene l'animo umano o almeno il mio. Mi secca un tantino riconoscerlo, ma devo dire che sì, hai ragione, è arrivato il momento di riprendermi la mia vita, e Cameron. Sai, domani pensavo di... ma dove ti sei cacciato?"

Nella stanza non c'è nessuno. Non c'è mai stato nessuno. Solo io e la mia anima rinata.

Allungo il braccio sul pomolo dell'abat-jour e spengo la luce.

"Addio, Edgar, amico della mia adolescenza, addio per sempre."

Red as Blood, Red as WineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora