CAPITOLO 61

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( Elisa )

È tardissimo, dovrei già essere a casa con mio figlio, e invece sono
ancora qua, e fuori è già buio.
Ho trascorso tutta la giornata a sistemare la casa, ho raccolto un po' di roba da portare in ospedale alla signora Grazia, e infine ho preparato la cena per Andrea, che nemmeno ha assaggiato, ed infine, la colazione per domattina, in modo che al suo risveglio, possa trovare già tutto pronto, prima
che io sia qui.

Bisogna ammettere, che sto diventando davvero brava. 😊
L'unico neo, è che mi sento in colpa.
Vorrei restare qui, per dare ad Andrea il mio aiuto anche durante la notte, se c'è ne fosse bisogno, ma con un figlio piccolo, come il mio, è impossibile.
Mi auguro che capisca la mia situazione e se non vorrà farlo, pazienza ...

Uff ...😟 accidenti ...perché mi preoccupo di continuo, di ciò che pensa quel ragazzo, non dovrebbe importarmi più di tanto!
Penso, mentre prendo le mie cose, e lascio sul tavolo della cucina il mio numero di cellulare in caso di necessità.
Per finire, vado a salutare Andrea, che sicuramente sarà un po' in
collera con me.

Quando entro nella sua camera, lo trovo rannicchiato su se stesso,
seduto sul letto, con le ginocchia strette al petto.
Sta tremando e respira a fatica.
Mio Dio... un ennesimo attacco di panico! 😨
Mi precipito da lui.

" Calmati Andrea, calmati... va tutto bene, sono qui " gli dico, stringendolo forte tra le mie braccia.

" Sto morendo Elisa, questa volta sto morendo, chiama l'ambulanza, non respiro... " mi dice ansimando.

" No no, calmati non ti succederà niente... è un'altro dei tuoi attacchi, tra poco passa... tranquillo...
prendi queste " dico, passandogli la pastiglia sul comodino, che il medico gli aveva prescritto per i suoi attacchi.

" Vedrai che andrà meglio " gli passo anche l'acqua.
Andrea ingoia e fa un lungo respiro.

Cerco di calmarlo parlandogli lentamente, con molta calma, come ricordo, faceva sempre il mio dottore, quando venivo anch'io, colta da quegli attacchi infernali.
Posso ben immaginare come si senta.
Avere un attacco di panico equivale a sentirsi morire.
Le sensazioni che si provano, sono simili ad attacco di cuore, nella mente tutto si offusca e la paura prende il sopravvento.
I miei erano durati per un anno intero.

Non credo sia merito mio, ma quello che conta, è che lentamente Andrea cominci a sentirsi meglio.

" Va un po' meglio?" gli chiedo, stringendo la sua mano nella mia.

" Sì credo di sì ...grazie .... è solo merito tuo, senza di te, sarei morto!" mi dice.

" Non dire queste cose, e poi è stato merito delle medicine, io non ho fatto niente di speciale " cerco di minimizzare, dato il mio imbarazzo.

" Da quando ci sei tu qui, mi sento al sicuro" mi confessa.
Sento il suo sguardo sulle mie labbra, non so perché, forse è solamente la mia immaginazione contorta, ma lo percepisco.

" Beh, sei carino a dirlo, ma sto solamente facendo il mio lavoro " rispondo.

Perché ogni volta che mi fa un complimento, mi sento andare a fuoco?
Come può avere tutto questo potere su di me, se ci conosciamo appena?
Mi chiedo perché la sua vicinanza mi provochi sempre degli stati d'ansia e confusione improvvisa, nei quali mi scordo addirittura di dover respirare.

" IL MIO RIFUGIO DAI GUAI "{#Wattys 2016 }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora