CAPITOLO 2

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Sono appena arrivata in stazione.
Mi guardo intorno , ma non vedo nessuno li ad aspettarmi.
Probabilmente , mio padre , si era di sicuro dimenticato di venire a prendermi.
Non ci sarebbe stato niente da stupirsi se lo avesse fatto , visto il poco interesse che aveva nei miei confronti.

Mi sedetti su una panchina della stazione , aspettando.
Nelle orecchie avevo le mie adorate cuffiette.
La canzone in sottofondo era quella di Ed Sheran " Photograf " l'adoro.
Mi mette tanta tristezza e mi ricorda in maniera assordante la mancanza di mia madre.

Mentre una lacrima bagna il mio viso , l'aurtoparlante , annuncia i vari binari in partenza e in arrivo.

Guardo l'orologio.... le tre del pomeriggio... se non fosse arrivato nessuno , sarei stata costretta ad incamminarmi da sola fino a casa e non so come sarei riuscita ad arrivarci visto che non conoscevo la strada.

Da lontano , mi sembra d'intravedere una ragazza che mi sorride.
Strizzo gli occhi per vederci meglio , essendo miope.

Si , non avevo dubbi , era Emma , la mia sorella maggiore.
Allora qualcuno si era ricordato di venirmi a prendere!!

Con una corsa , mi raggiunge , e mi salta al collo , abbracciandomi.

" Eli... che bello vederti! Quanto mi sei mancata! " mi dice Emma.

" Emma... Come sei cresciuta , sono così felice di riabbracciarti "

Emma mi guarda e mi accarezza il viso bagnato dalle lacrime.

" Tesoro... mi dispiace così tanto... ma come è successo? " mi domanda , riferendosi alla morte di nostra madre.
" È stata una cosa talmente improvvisa che non me ne sono ancora resa conto... " le dico.

Emma mi da un bacio sui capelli , e mi abbraccia forte.
Anche se l'idea di rivedere mio padre e sua moglie , non mi esaltava , avevo finalmente ritrovato mia sorella e questo ripagava tutte le mie sofferenze.
Quando i nostri genitori ci separarono ero ancora una bambina.
Mentre Emma aveva già quindicianni.
Avevo sofferto moltissimo , per la sua lontananza , i primi tempi erano stati durissimi.
Emma era tutto per me , i cinque anni che ci separavano , non contavano niente, perché lei mi faceva sentire oltre che sua sorella , anche la sua migliore amica.

Quando i nostri genitori litigavano e le urla in casa , si facevano insopportabili , io correvo in camera sua e mi rifugiavo tra le sue braccia.
Lei c'era sempre , ogni volta che ne avevo bisogno.
Per questo era stata dura quando le nostre strade si divisero , non per volontà nostra.
Ed ora era di nuovo qui con me , e più niente e nessuno , ci avrebbe separate.

" Ma lo sai che sei diventata una ragazza bellissima! " mi dice Emma.

Sorrido. Sapevo che stava mentendo , per tirarmi su di morale lo aveva sempre fatto , anche quand' ero piccola.
Se mi vedeva giù di morale , mi riempiva di complimenti e a me tornava il sorriso.

Ora era diverso , però , non mi sentivo affatto bella , anzi , non potevo proprio sopportarmi.
Il più delle volte evitavo di guardarmi allo specchio , per non essere costretta a vedere la mia orribile immagine riflessa.

" Ti prego , non prendermi in giro , lo so benissimo che sono orribile! Tu sei bellissima , come sempre , del resto , assomigli così tanto alla mamma! "
le dico.

Emma sorride , e sul suo volto compare un velo di tristezza.
Credo che stesse soffrendo ancora più di me , se possibile , per la morte della mamma , visto che lei non aveva potuto più godere della sua presenza da molti anni.

" IL MIO RIFUGIO DAI GUAI "{#Wattys 2016 }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora