capitolo 11

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Belle moriva di fame e di sensi di colpa.
Non avrebbe dovuto rifiutare quella cena. Nel peggiore dei casi avrebbe infatti avuto lo stomaco pieno ma quella bestia la terrorizzava a tal punto che preferiva rimanere chiusa in camera e fissare il vuoto.
Stette stesa sul letto per quelle che sembravano interminabili ore, quando alla fine, assalita da un violento morso della fame, decise di scendere nelle cucine.
Sempre che fossero esistite.
Si stupì a pensare di cosa si nutrisse quella belva.
In un libro che aveva letto, c'era un uomo morso da un lupo che si nutriva di carne cruda.
Al solo pensiero le vennero i brividi.
Scese la scalinata che portava nella sala da ballo, compiacendosi di essere sola e che nessun mostro dal volto leonino fosse in circolazione, e di nuovo il tarlo della curiosità la punse.
Di fronte a lei c'erano le scale che portavano all'Ala Ovest.
Perchè Tockins e Lumière le avevano proibito di andare?
Forse c'era qualcosa che le avrebbe spiegato il motivo di tale maleficio.
Fece appena in tempo a posare un piede sul primo gradino, quando un debole colpetto di tosse la riprese.
<< Salve piccola. Dovresti essere affamata. Vieni, stiamo preparando la cena >> sorrise Mrs Brick facendo ancora una volta finta di niente.
Ma a Belle, che era un'acuta osservatrice, non sfuggì il lampo di paura che vide nei suoi occhi.
Doveva esserci qualcosa di veramente grave in quel posto.
Sospirando raggiunse la teiera.
<< Sì, ho molta fame >> disse con gentilezza scusandosi con lo sguardo per quel brutto equivoco.
<< Avrebbe dovuto cenare con il padrone >> la rimproverò bonariamente la piccola teiera e Belle per la prima volta non se la sentì di ribattere.
Quando arrivarono nella sala da pranzo, la fanciulla rimase a bocca aperta: un lungo tavolo di legno di noce riempiva l'intera stanza. Su di esso erano posate varie pietanze pronte per sfamare una corte di persone, nonostante l'unico posto apparecchiato fosse il capotavola.
Tutto era illuminato dalla flebile luce delle candele e il posto profumava di fiori selvatici e gelsomini.
Belle si sedette con grazia e piena di aspettative, Mrs Brick andò in quelle che dovevano essere le cucine e Lumière saltò con un agile balzo sul tavolo << Ma chere Madmoiselle >> disse in tono formale dedicandole però un occhiolino << è con profondo orgoglio e con grande piacere che le diamo il benvenuto stasera... >> Belle sorrise divertita ma il maître continuò << ed ora la invitiamo a rilassarsi, si avvicini con la sedia: la sala da pranzo è fiera di presentare... La sua cena >> poi fece un profondo inchino e dal nulla un mucchio di piatti e posate cominciarono a produrre un rumore simile ad applausi.
La giovane era ancora sgomenta e iniziava a domandarsi su quante persone dovessero essere coinvolte in quello strano incantesimo.

Lumière invece si pavoneggiava come se fosse il più grande maître di tutta la Francia e solo quando Tockins comparve dalle cucine dicendo << La smetti di fare il pagliaccio? >> egli si ricompose

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Lumière invece si pavoneggiava come se fosse il più grande maître di tutta la Francia e solo quando Tockins comparve dalle cucine dicendo << La smetti di fare il pagliaccio? >> egli si ricompose.
Belle rise divertita e affamata cominciò ad assaggiare qualche prelibatezza.
Aveva talmente tanta fame che per poco non mandò all'aria le buone maniere per mangiare con le mani.
Era tutto squisito e troppo costoso per gli standard a cui era abituata: c'era caviale, sufflè, pollo in salsa d'arancia, antipasti d'ogni tipo, ragù, torte, caramel flambè... Troppe cose per farne una lista.
Mangiò per quanto le fu possibile e poi rimase seduta placidamente e piacevolmente sazia mentre osservava stupita i piatti sporchi dirigersi da soli verso le cucine.
Non si sarebbe mai abituata.
Comparve di nuovo Mrs Brick, questa volta in compagnia di Chicco << Sono così felice che potrei bollire >> esclamò contenta non appena vide che Belle era ancora lì e che per giunta aveva mangiato quasi tutto.
<< Desidera una tazza di the? >> aggiunse e poi senza aspettare risposta disse << Chicco vieni qua >>
Versò del the nella piccola tazzina e la fanciulla la prese per il manico.
<< Guarda che so fare >> disse Chicco entusiasta, poi fece una buffa faccina concentrata e il the iniziò a schiumare.
<< Chicco! >> lo rimproverò la madre.
<< Scusa mamma >> ma Belle rideva come una bimba.
Bevve un sorso e seguì gli altri nella sala del focolare.
Si sedette sulla poltrona di velluto rosso e si guardò un po' intorno.
Chissà dov'era la Bestia.
Il castello era suo eppure lei non si faceva mai vedere.
La sua attenzione fu catturata da un quadro appeso sopra il caminetto.
Ritraeva una famiglia: una donna dallo sguardo dolce e dai capelli biondi e gli occhi gentili, un uomo austero e con un espressione severa e poi un bambino.
A Belle si chiuse lo stomaco quando vide la tela all'altezza del bambino deturpata da tre lunghi graffi simili ad artigli eppure riusciva ugualmente a scorgere la vivida bellezza di quei capelli biondi simili alla madre e di quei magnetici occhi azzurri cosi vividi, così freddi.
E ad un tratto si accorse di averli già visti nel volto del suo aguzzino.
<< È il principe Adam... Anzi era>> disse Lumière vedendo l'interesse con cui la ragazza studiava ogni singolo dettaglio del quadro.
Si vergognò a trovarlo estremamente affascinante nonostante in quel ritratto egli fosse solo un bambino.
<< Perchè ora è così? >> chiese distogliendo finalmente lo sguardo e concentrandosi sugli oggetti animati al suo fianco.
<< È la sua punizione >> rispose semplicemente Tockins.
Belle avrebbe voluto sapere il motivo per cui tutti fossero stati puniti in quell'orribile modo ma sospettava che ciò fosse da attribuire al carattere irascibile del loro signore.
Decise di scoprirne di più.
Sbadigliò fingendo di essere molto stanca e con un sorriso salutò tutti.
<< Vuole che l'accompagni? >> propose Mrs Brick quando Belle si alzò dalla poltrona.
<< Non si disturbi >> rispose << credo di farcela da sola >>
Ritornò nella sala da ballo spoglia, salì quella piccola rampa in comune e poi imboccò le scale diamentralmente opposte alle sue stanze.
Le scale che portavano all'Ala Ovest.
Piano piano che saliva, Belle si sentiva come se stesse commettendo un gravissimo peccato eppure non riusciva a fermarsi.
Notò come tutta quella parte del castello fosse ancora più buia, fredda e trascurata di quanto quel luogo lo fosse già.
Ben presto le scale curvarono e terminarono. Ora Belle poteva vedere uno spazio oscenamente distrutto e danneggiato.
Tutto, sedie, mobili, oggetti, erano riversi a terra, impolverati e rotti.
Le ragnatele pendevano dal soffitto a grappoli e la fanciulla temeva che ci fossero insetti e regni in quantità.
Come faceva la bestia a vivere in quelle condizioni?
Una tenda scura, logora e stracciata le si parò davanti agli occhi.
Tremando per la paura dell'ignoto, Belle la scostò e trattenne il respiro.
In mezzo a tutta quella distruzione caotica, vide una cosa talmente bella, talmente preziosa che quasi non pianse per la forte emozione.
Una teca di cristallo prezioso a forma di campana proteggieva una rosa rossa.
Era il fiore più meraviglioso che avesse mai visto e riluceva come se fosse vivo e magico.

A terra, accanto allo stelo verde e florido, vi erano sparsi del petali neri e rinsecchiti

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A terra, accanto allo stelo verde e florido, vi erano sparsi del petali neri e rinsecchiti.
E fu allora che Belle notò che la rosa possedeva solo cinque petali e che presto sarebbe morta.
Come già detto, la ragazza non era stupida. Sapeva che quel fiore bellissimo c'entrava qualcosa con ciò che stava succedendo a quel castello altrimenti lui non l'avrebbe custodita con estrema cura.
Accanto alla teca di cristallo, vi era posato uno specchio dal manico che ricalcava una pianta rampicante e impreziosito con pietre preziose.
Belle ne fu come attratta.
Allungò una mano per afferrarlo e studiarlo meglio ma un'ombra dietro di se la fece sobbalzare dalla paura.
La Bestia era là: gli occhi così umani dilatati dall'ira, le fauci spalancate in un ringhio diabolico e gli artigli affilati pronti a colpirla.
<< Che cosa sta facendo? >> ruggì e mai come in quel momento la sua voce le parve animalesca.
<< I...io... >> balbettò lei indietreggiando impaurita.
<< Se ne vada! >> urlò la belva distruggendola con lo sguardo, graffiandole l'animo << Via! E non si azzardi a tornare mai più! >> ringhiò arrabbiato e fuori di se.
Come aveva osato quella mocciosa? Come aveva potuto?
Belle lo guardò.
Non vide un solo bruciolo di umanità in quel fascio di muscoli e nervi.
Decise di ascoltarlo per la prima volta.
Doveva andare via.
Subito.

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