capitolo 20

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Belle non riusciva a credere che lui l'avesse condotta proprio nell'Ala Ovest.
Ormai avevano parlato a sufficienza e sapeva quanto per la Bestia vedere continuamente quella stanza gli ricordasse ogni volta la sua maledizione.
Inoltre lei stessa cominciava a temere il potere di quella rosa, essa infatti aveva tra le mani la vita degli unici amici che aveva mai avuto e, perchè no, anche di colui per il quale provava ancora sentimenti indefiniti.
Trattenne il respiro quando si trovò davanti alla fulgida bellezza di quel fiore stregato protetto nella sua teca di cristallo.
La Bestia lo fissò come se fosse un potente veleno e poi prese lo specchio particolarmente lavorato che si trovava proprio accanto ad essa e lo porse alla giovane.
Belle, che ormai poteva dire di aver visto davvero di tutto, non si stupì quando non si vide riflessa ma lo accolse tra le dita tremanti e disse impaurita << vorrei vedere mio padre >>.
E lo specchiò si rovesciò aprendo alla ragazza un nuovo orizzonte.
Il sangue le pulsava velocemente nelle orecchie, non vedeva l'ora di vedere Moris, di guardarlo magari mentre era sano e salvo a casa alle prese con una nuova invenzione.
Ma ciò che vide, le bloccò il respiro nel petto.
Due uomini nerboruti lo stavano trascinando in piazza sotto gli occhi di tutto il paesino che non faceva nulla per fermare quell'atrocità.
<< Lasciatemi >> stava gridando il vecchio uomo dibattendosi tra le braccia dei suoi aguzzini.
E poi dietro di loro comparve Gaston...
<< Papà >> sussurrò Belle senza parole << Cosa...? >>
La Bestia le si avvicinò preoccupata e vide anche lui riflessa nello specchio quella scena raccapricciante.
<< Che cosa gli stanno facendo? >> urlò la giovane accarezzando la superficie riflettente come se volesse entrarci subito << É... É in pericolo >> aggiunse con le lacrime agli occhi.
Colui che le era accanto chiuse gli occhi, combattuto da una scelta che gli avrebbe stravolto la vita.
La voleva con se, ora e sempre.
Voleva che lei gli leggesse uno dei suoi libri preferiti, per vederla emozionarsi e perdersi tra le righe.
Che lo prendesse a palle di neve e che lo rimproverasse quando la sua bestialità prendeva il sopravvento.
Desiderava cenare con lei e magari ballare come avevano fatto appena pochi minuti prima.
Ma soprattutto, sognava di vederla ridere, di renderla felice.
E con lui non lo era.
O per lo meno, non lo era del tutto.
<< Allora devi andare da lui >> disse trattenendo il dolore di quell'ipotesi e racchiudendosi nella sua gelida corazza.
Belle sussultò a quelle parole.
Doveva essersele sognate.
La Bestia la stava davvero lasciando libera?
Si voltò verso di lui con la fronte aggrottata e con un carico di mille interrogativi << Che cosa hai detto? >>
Doveva sentirselo dire un'altra volta per poterci davvero credere.
Il cuore le stava scoppiando nel petto.
<< Devi andare da lui >> ripetè la Bestia guardandola negli occhi con più convinzione << Non c'è tempo da perdere >> aggiunse scuotendo il capo.
La ragazza si dimenticò per qualche secondo di respirare.
Due respiri strozzati le uscirono dalla bocca semiaperta e una lacrima le rigò la guancia.
Sperò che lui non l'avesse notata.
Era un regalo che lei sognava da troppo tempo.
Fece un passo verso di lui e gli allungò lo specchio in modo che lo riprendesse.
<< No >> disse la Bestia bloccandola << Tienilo tu. Così avrai sempre modo di rivedere me... >>
Il suo sguardo azzurro era così limpido e pieno di malinconia che Belle per poco non iniziò a piangere sul serio.
<< Grazie >> balbettò stringendosi lo specchio al petto.
Non c'erano parole che potessero esprimere appieno la gratitudine che sentiva per lui.
Lo guardò per quella che sentiva essere l'ultima volta, mentre si stagliava in tutta la sua altezza contro la luce della luna e sentì una piacevole sensazione alla bocca dello stomaco.
E fu davvero tentata, molto tentata di rimenere con lui.
Di poterlo osservare così dolce e attraente com'era per sempre.
Ma suo padre aveva bisogno di lei.
E Belle non l'avrebbe mai abbandonato nelle mani di quel miserabile di Gaston.
Diede le spalle alla creatura che gli aveva fatto compagnia per quasi due settimane. Voltò le spalle al suo cuore.
Nascose il pianto nei recessi dei suoi occhi. E iniziò a correre.
Via da quel castello.
Via da quella vita momentaneamente felice.
Via da lui.

<< Padrone, avevo i miei dubbi ma tutto gira come un orologio. Il vero amore trionfa sempre! >> esclamò Tockins contento.
Il padrone e quella ragazza si amavano e presto avrebbero spezzato l'incantesimo.
E lui sarebbe tornato di nuovo un essere umano.
Già respirava il profumo di una vita nuova.
La Bestia si girò a fissarlo e Tockins vide negli occhi di lui una tale angoscia, una tale tristezza che lo resero muto per un attimo.
<< Io... L'ho lasciata andare >> disse alla fine il padrone accarezzando la teca che proteggeva la rosa.
<< Che cosa?! >> sbottò l'orologio preso in contropiede.
No. No no no.
Le cose non dovevano andare così.
Lumière, Mrs Brick e Spolverina comparvero subito al suo fianco come se anche loro avvertissero la gelida morsa della maledizione farsi più stretta.
<< Padrone ma perchè l'ha fatto?>> chiese il maître portandosi le mani sul viso in un'espressione affranta.
<< Ho dovuto >> sospirò la Bestia stringendo i denti per evitare di gridare.
<< Come mai? >> intervenne di nuovo Tockins.
Volevano una spiegazione.
E se la meritavano.
Ma lui non riusciva a parlare.
Aveva un nodo insinuato su per la gola che quasi lo soffocava.
<< Perchè egli la ama >> rispose Mrs Brick al suo posto.
Sentirlo dire da qualcun altro, fu se possibile ancora peggio.
La amava? Certo che sì. Lo avevano capito anche i muri ormai.
<< E perchè noi non siamo umani? >> domandò Lumière non riuscendo a capire.
<< Perchè lei non lo ama >> rispose Tockins in un modo che fece rabbrividire la Bestia.
Lei non lo amava.
Ma certo.
Era stato un illuso.
Solo perchè Belle era una creatura dolce ed educata non significava che ella si fosse invaghita di lui.
<<...ed ora è troppo tardi >> concluse il maggiordomo.
<< Ma può sempre tornare? >> disse Spolverina con un briciolo di speranza nella voce.
<< No >> scosse il capo la Bestia << l'ho lasciata libera. Mi dispiace di non poter fare lo stesso per voi >>
Gli abitanti del castello si rabbuiarono.
<< Andate. Il nostro tempo sta per finire >> disse afflitto.
Mrs Brick, Tockins, Lumière e Spolverina si inchinarono in un gesto rigido ma rispettoso e poi lo lasciarono solo.
Come lo era sempre stato, fin da quando ne aveva memoria.

la Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora