Capitolo 1

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Il gallo puntuale come un orologio iniziò a cantare.

Belle voleva solo dormire altri cinque minuti o uccidere quel dannato uccellaccio ma capì che doveva svegliarsi al più presto.
Se solo non fosse rimasta a leggere fino a tardi, sarebbe stata subito in piedi bella, pimpante e pronta a fare le solite e noiose faccende domestiche.
Sia chiaro: le faceva volentieri, soprattutto perchè odiava vedere affaticato suo padre.

Ma lei era uno spirito libero ed era anche per questo che si sentiva così intrappolata nelle vecchie mura di casa sua e in particolar modo dal pensiero bigotto degli abitanti del suo villaggio.

E a proposito di villaggio, avrebbe dovuto andarci proprio in mattinata per prendere il pane, le uova e anche un altro libro da Padre Jacques, il parroco e il proprietario dell'unica biblioteca del paesino sperduto in cui viveva.

Si stiracchiò nel letto, ancora assonnata, poi si alzò e prese il catino con l'acqua calda appena tolta dal fuoco, ne aggiunse un po' fredda per evitare di scottarsi e si fece un rapido bagno.

Uscì, si asciugò i morbidi capelli castani e indossò uno dei suoi tanti semplici abiti. 

Scelse quello azzurro, con una gonna leggermente ampia che le arrivava poco sopra la caviglia, indossò il grembiule bianco e le scarpe di camoscio che le aveva regalato il padre per il suo diciassettesimo compleanno e andò in cucina.

Suo padre, l'inventore pazzo come lo chiamavano quelli del villaggio, sonnicchiava rumorosamente con la testa brizzolata poggiata sul tavolo scuro. 

Si era addormentato un'altra volta mentre montava uno dei suoi tanti lavori.

Belle lo fissò e si sentì stringere il cuore in una morsa nel petto.
Era un uomo anziano e logorato dal dolore. 

Nessuno riusciva a capirlo se non lei, la stessa figlia, perchè provava anche lei il dolore lancinante di Moris.

Sua mamma non c'era più.
Belle non l'aveva mai conosciuta, era morta quando era ancora molto piccola.
Aveva provato varie volte a parlarne con il padre ma lui sviava il discorso o si chiudeva in se stesso finché poi non andava in camera sua a "creare".
Belle sapeva che suo padre soffriva moltissimo per quella perdita ma le sarebbe piaciuto davvero tanto sapere qualcosa di più sulla donna a cui doveva la vita.

Sbuffò e alzò gli occhi al cielo: gli aveva detto mille volte di evitare di addormentarsi sul tavolo ma lui era cocciuto quasi quanto lei.
<< Padre >> disse toccandogli la spalla << Padre alzatevi, c'è la colazione >> 

<< Dammi un minuto, solo un minutino >> disse Moris sbadigliando, poi alzò la testa e Belle rise per il lungo segno che suo padre aveva sulla guancia destra su cui aveva dormito.

<< Sono così buffo? >> s'indignò l'uomo vedendo la figlia sghignazzare animatamente.
<< Oh buffissimo padre, sapete che non mi piace che vi addormentiate in questo modo >> lo rimproverò lei mettendosi a sbrigare le faccende domestiche. 

<< Dovevo finire questo >> indicò a Belle un piccolo carillon di legno poggiato sul tavolo << dovrebbe andare benissimo per la fiera di domani >>
Belle si era completamente dimenticata della fiera a cui ogni anno Moris partecipava.
Rimase un attimo fissa di fronte al padre e poi boccheggiò.
Aveva tantissime cose da sbrigare ed ora se n'erano aggiunte altre.
<< Oh no, la fiera >> biascicò afferrando il cesto di panni sporchi e la borsa da mercato << devo sbrigarmi. Padre torno il prima possibile lo prometto >>
Non aspettò la risposta dell'uomo, che d'altro canto era rimasto senza parole di fronte alla frettolosa uscita della figlia.
Subito scese le scale del portico di legno e fu investita da un soffio di vento caldo, che odorava di sole, colline e pane appena sfornato. 

la Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora