capitolo 12

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Corse giù per le scale come se la stesse rincorrendo il diavolo in persona e per poco non inciampò sull'ultimo gradino.
Mantenne fortunatamente l'equilibrio e continuò ad avanzare in quelle fredde e gelide mura, verso la libertà.
<< Signorina! Signorina! >> esclamò Lumière correndole dietro << la prego, non se ne vada >> ma Belle aveva già raggiunto il portone principale.
<< Mi dispiace >> disse sinceramente mortificata per quelle povere creature, impugnando il proprio mantello e uscendo.
La porta si rinchiuse alle sue spalle e con essa anche l'ultima speranza di Lumière, Tockins, Mrs Brick, Chicco, Spolverina e tutti gli altri, di tornare alla normalità.
In quel momento, nell'Ala Ovest del castello, un altro candido petalo abbandonava la rosa, cadendo a terra e appassendo all'istante.
L'edificio come sempre iniziò a tremare come se fosse stato attraversato da una corrente mortale.
<< Oh no >> pianse Spolverina adagiandosi su Lumière << No. No. No. Un'altra volta >>
Le lancette di Tockins vibrarono, una candela del maître si spense e Mrs Brick ebbe un capogiro.
<< Chicco! Dov'è Chicco? >> chiese piena d'ansia e di pena.
Povero il suo bambino, anche lui vittima del maleficio nonostante fosse così giovane.
<< Mamma, mamma >> si sentì chiamare la teiera e il suo piccino comparve tutto impaurito << avete sentito anche voi? >>
Certo, che lo avevano sentito.
I petali cadevano uno ad uno, giorno dopo giorno, come se stessero sparando la loro sentenza di morte.
Quando anche l'ultimo petalo sarebbe caduto, loro sarebbero diventati dei semplici oggetti di arredamento.
<< Sì Chicco >> rispose Tockins cupamente.
<< Pensate che riuscirò a tornare di nuovo un bambino? >> sussurrò la tazzina con tristezza e a Mrs Brick venne il magone
<< Certo che sì, tesoro mio. Certo che sì >>

Belle non perse tempo.
Si recò immediatamente alle stalle dove il suo adorato Phelipe sonnicchiava beatamente tra le balle di fieno.
Almeno lui sembrava tranquillo.
Lo sguardo glaciale della Bestia le sconquassava ancora le membra.
Era stato brutale e cattivo.
Un animale.
Sellò il cavallo e ci salì sopra senza pensarci oltre, gli diede un colpetto sui fianchi e disse << Corri Phelipe >> e lui obbedì.
Superarono le siepi bruciate dalla neve.
Il vento gelido le pungeva le guance e le faceva lacrimare gli occhi ma non le importava.
Presto avrebbe rivisto suo padre e quel demonio sarebbe stato solo un brutto ricordo.
I cancelli arruginiti si aprirono permettendole di passare senza problemi.
Belle si sentì per un attimo finalmente libera ma poi si ricordò di dover fare in fretta prima che la Bestia la raggiungesse di nuovo e spronò ancora Phelipe << Forza bello, ci siamo quasi >> ed ecco il viale innevato, pieno di rovi e rami bassi che l'aveva condotta in quel luogo maledetto.
Belle trattenne il respiro e poi sentì un terribile ululato.
Oh no.
Di nuovo i lupi.
Phelipe nitrì spaventato quando l'inconfondile suono di zampate sulle foglie secche li raggiunse dal lato sinistro del viale.
Un lupo balzò da un cespuglio con le fauci e la bava sul muso feroce e tentò di azzannare il cavallo al collo.
Belle urlò spaventata e inghittì un respiro quando la belva mancò l'obbiettivo.
Un altro lupo si gettò contro uno zoccolo e per evitarlo, Phelipe uscì dal sentiero sicuro.
Ora si trovavano sulle sponde ghiacciate di un lago e le cose iniziavano a mettersi davvero male.
Phelipe non poteva camminare su di esso. Era troppo pesante e soprattutto senza il supporto della staffa rischiava di scivolare.
Belle scese dal suo dorso proprio mentre il branco di lupi famelici gli circondavano nuovamente.
La ragazza impugnò un ramo spesso e secco che si trovava lì vicino e lo sollevò in aria a mo di arma.
Pareva che i lupi si beffassero di lei. Cosa poteva fare una stupida ragazza con un insulso bastone contro sei belve assetate di sangue?
Una di esse decise di rompere il gioco di sguardi, fece un balzo in avanti ringhiando troppo vicino alla fanciulla.
Lei alzò il bastone e lo colpì sul muso. Il lupo guaì di dolore e arretrò.
Il branco parve innervosirsi ulteriormente dopo quella sfida da parte di Belle e iniziò a ringhiare all'unisono.
La fanciulla seppe fin da subito di essere spacciata ma non era una ragazza che si sarebbe arresa senza prima lottare con tutte le forze.
Un secondo lupo saltò su Phelipe e Belle fu di nuovo pronta a colpirlo, questa volta sul dorso.
Altri due lupi si prepararono ad attaccare. La giovane indietreggiò di un passo e il cavallo nitrì impazzito.
Ella aveva le mani sudate e la presa sull'arma diventava sempre più difficoltosa.
Uno dei due lupi saltò dal lato destro verso il collo di Belle, l'altro invece provò ad azzannarle i piedi.
Era finita veramente.
Avrebbe potuto evitarne uno, ma non entrambi o l'intero branco.
Chiuse gli occhi sperando di morire velocemente e in modo indolore ma un secondo tipo di ringhio la riscosse.
La Bestia era là, immensa, forte, violenta.
Era tornata per lei.
Afferrò uno dei due lupi tra gli artigli e lo scaraventò contro una roccia.
Il branco si rianimò.
Tre lupi saltarono verso la creatura dall'aspetto leonino.
Essa ringhiò di dolore quando una belva lo graffiò alle spalle e subito Belle si portò una mano alla bocca alla vista del sangue.
Decise di intervenire per quanto le fosse possibile ma la Bestia si riscosse e si strappò di dosso i lupi con una forza talmente brutale da farle accapponare la pelle, poi si mise carponi, il pelo irto come quello di un gatto ed emise un ruggito carico di rabbia e di morte.
Era molto più animalesco di quanto non lo fosse stato con lei poco fa nell'Ala Ovest.
Era un selvaggio.
I lupi a quella vista fuggirono terrorizzati e Belle non potè che dargli ragione.
Ora più che mai voleva scappare.
La Bestia si voltò verso di lei, vide il suo sguardo spaventato e d'istinto ricompose i propri lineamenti.
Non voleva terrorizzarla più di quanto non lo fosse già << Resti >> disse solamente con un tono di voce che fece quasi sciogliere la ragazza.
Poi i suoi occhi azzurri si rovesciarono e cadde a terra priva di sensi.
Belle poteva essere finalmente libera. Quella era la giusta occasione per andar via, fuggire.
Eppure non lo fece.
Qualcosa la spingeva a rimanere.
Era il sentimento di riconoscenza che le si era insinuato dopo che lui le aveva salvato la vita.
Quella Bestia poteva essere crudele e aggressiva ma senza il suo aiuto a quest'ora lei non sarebbe stata in questo mondo.
Decise di restare per prendersene cura fino a quando egli non fossero guarito, così lo avrebbe ripagato per ciò che aveva fatto per lei.
<< Si alzi >> sussurrò accarezzando il braccio della Bestia fasciato dalla camicia << mi deve aiutare a ricondurla al castello >> sorrise e il cuore gelido della Bestia ebbe un singulto.

la Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora