<< Moris >> esclamò leTont sorpreso e piacevolmente sollevato.
Allora non era morto!
Gaston al suo fianco parve perdere dieci anni di vita.
Era arrabbiato proprio perchè quel vecchio folle l'aveva fatta franca.
Ed ora c'era una persona in più che ostacolava il suo matrimonio.
<< Gaston! >> intervenne un uomo che spesso bazzicava la locanda accostandosi all'inventore << hai davvero tentato di uccidere Moris? >>
Nella taverna di Madame Polinne cadde il silenzio.
Tutti si guardavano visibilmente shoccati, ma poi ogni sguardo tornava sempre verso il colonnello come se stentassero a credere a quell'orribile accusa.
<< Moris! >> fece Gaston alzandosi dalla sedia e fingendo un sorriso radioso << Grazie al cielo. Ho passato gli ultimi cinque giorni a cercarti e ora mi stavo giusto riposando >>
Dio, era anche un bravissimo attore.
Come poteva quella stupida di sua figlia non apprezzare le sue numerose qualità!
<< Hai tentato di uccidermi >> sputò Moris bruciandolo con lo sguardo.
Era la prima volta che gli abitanti di quel piccolo villaggio notavano il vecchio inventore così carico di veleno << mi hai lasciato ai lupi! >> continuò questo sfidandolo con lo sguardo.
I clienti della locanda iniziarono a mormorare.
A chi credere? Al vecchio uomo folle e preoccupato per la figlia o al colonnello rozzo ma giovane e aitante?
Gaston non si lasciò intimidire da quell'accusa pubblica << Ai lupi? Un conto è delirare sulle tue allusioni, un altro di accusarmi di tentato omicidio >> sorrise diabolicamente e in quel momento intervenne proprio Madame Polinne << Moris, hai qualche prova di quanto dici? >> chiese completamente basita.
Il vecchio non avrebbe potuto interpellare l'angelo che l'aveva salvato.
Gli abitanti non credevano alla storia della Bestia, figuriamoci se avessero accettato l'idea che esistesse anche la magia.
<< Monsieur LeTont >> disse alla fine guardando proprio questi.
Il leccapiedi di Gaston distolse lo sguardo cercando un qualche rifugio << Lui c'era >> continuò Moris facendo un passo avanti << ha visto tutto >>
<< I-io? >> balbettò LeTont mentre sudava freddo.
Povero ingenuo! Pensò Gaston.
Non sapeva che interpellando quell'omuncolo stava facendo il suo gioco?
<< Hai ragione! >> esclamò il colonnello ora sempre più sicuro di riuscire a uscirne indenne.
LeTont non l'avrebbe mai tradito!
<< Non credere alla mia parola. LeTont, mio carissimo amico...>> disse avvicinandosi a lui, afferrandolo per le spalle e iniziando a stringergliele leggermente come per metterlo in guardia << Io. Il tuo più vecchio amico e il tuo più leale compatriota. Ho tentato di uccidere il padre dell'unica donna che abbia mai amato? >> domandò con uno sguardo carico di struggevole rammarico.
Nessuno avrebbe mai potuto dubitare di quel teatrino orchestrato con i fiocchi.
LeTont fissò Moris che lo guardava a sua volta come a sfidarlo a mentire << Beh, è una domanda complicata per parecchie ragioni... >> iniziò a dire ma Gaston lo interruppe trucidandolo con gli occhi << però no >> sussurrò alla fine vergognandosi di se stesso << No. Non l'ha fatto >> disse con più convinzione.
Il brusio di sottofondo si espanse e Moris, che aveva visto come Gaston avesse raggirato quell'uomo, si scaraventò su di lui << Tu... >> esclamò alzando la mano come per schiaffeggiarlo.
Il colonnello, dai riflessi pronti, gliela bloccò a mezz'aria e gliela strinse facendogli male << Moris >> sbuffò con aria affranta << mi addolora dirlo ma sei diventato pericoloso per te stesso e per gli altri. Non mi sorprende che Belle sia fuggita... Ti serve aiuto mio caro >> e poi lo cinse per le spalle come per rassicurarlo <<...un luogo dove guarire la tua mente turbata >>
A quelle parole il vecchio inventore impallidì.
No, non poteva farlo.
Non era lui il folle.
Il colonnello fece un cenno a tre uomini che si avvicinarono a loro furtivamente e poi di nuovo provò a rassicurare Moris << andrà tutto bene. Benissimo >>
LeTont osservava la scena orripilato ma non osò opporsi a ciò che il suo signore aveva deciso di fare.
<< Portatelo via >> ordinò semplicemente Gaston.
A nulla valsero le urla e le suppliche del povero vecchio.
Fu trascinato via senza che nessuno battesse un solo ciglio.<< Non ballavo da anni >> sorrise la Bestia osservando il panorama che si stagliava aldilà del balcone su cui erano finiti lui e Belle dopo aver danzato.
Ciò che provava ora era qualcosa di molto vicino all'amore.
Era inutile negarlo.
Era infatuato di lei.
Attratto dalla sua semplice bellezza, dall'eleganza del tutto innata che ella possedeva, dalla sua mente brillante.
Non gli era mai capitato di sentirsi così bene con qualcuno << avevo quasi dimenticato la sensazione >> disse senza pensarci e senza sapere a cosa si riferisse di preciso.
Belle guardava anche lei l'orizzonte, sorrise a quella piccola confessione, lieta di essere stata proprio lei, colei che lo aveva accompagnato in quel giro di danza. Ma poi i suoi pensieri volarono oltre quel castello e si intristì.
<< È sciocco suppongo >> aggiunse la Bestia liberando un sospiro mesto << per una creatura come me sperare di guadagnarsi il tuo affetto un giorno >>
Si sentiva profondamente in imbarazzo.
Non era solito dichiararsi a una ragazza così apertamente.
<< Non lo so >> disse con sincerità Belle voltandosi per la prima volta a fissarlo da quando erano usciti a prendere un po' d'aria.
Osservarlo iniziava a piacerle molto più di quanto avrebbe ammesso a se stessa.
<< Davvero? >> chiese lui incredulo.
Si aspettava un rifiuto o uno sguardo disgustato anche solo a quell'idea, non una risposta piena di dubbi.
<< Credi di poter essere felice qui? >> stava cercando di spingerla a parlare.
Voleva sapere a cosa stava pensando, ciò che sentiva.
Se anche lei provava sentimenti simili ai suoi.
Belle fece per rifletterci su << Si può essere felici se non si è liberi? >> domandò guardandolo con dolcezza.
E lui capì.
Non lo stava rifiutando ma come poteva lasciarsi andare a sentimenti grossi quanto l'amore se in effetti era ancora sua prigioniera?
Credeva che la sua vicinanza lo stesse cambiando, invece dentro di se rimaneva sempre una Bestia.
<< Mio padre mi ha insegnato a ballare >> raccontò la giovane sentendo il bisogno di confidarsi con lui << gli pestavo sempre i piedi >> rise al ricordo del povero Moris che la rimbeccava di stare più attenta.
<< Ti mancherà? >> sussurrò la Bestia tornando a fissare il panorama davanti a se.
<< Moltissimo >> rispose lei con le lacrime agli occhi.
Si sentiva così colpevole per stare rovinando una serata perfetta come quella.
Aveva un gentiluomo accanto, nonostante l'apparenza discutibile, e lei pensava a suo padre.
Però la nostalgia era una brutta nemica da sconfiggere e Moris sarebbe sempre stato nei suoi pensieri.
Alla Bestia si strinse il cuore a vederla tanto affranta e promise a se stesso che avrebbe fatto qualunque cosa per non vederla più in quel modo.
E ora che ci pensava, c'era qualcosa che poteva fare per renderla felice.
<< Vuoi vederlo? >> domandò voltandosi di nuovo verso di lei.
Belle annuì timidamente.
<< Seguimi allora >> sorrise lui.
Ed entrarono di nuovo nel castello lasciandosi alle spalle il cielo stellato e i sentimenti ancora inespressi che ognuno provava per l'altro.
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la Bella e la Bestia
RomanceRevisitazione della celebre fiaba, ispirata anche dal recente film. Buona lettura ;)