capitolo 21

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Moris venne trascinato in piazza come un ladro che meritava di essere deriso pubblicamente prima di subire un processo.
La locanda di Madame Polinne si svuotò subito e tutta la gente accorse nel centro del piccolo paesello dove ad attenderli c'era un carretto completamente chiuso, con delle piccole grate a mo' di cella e un uomo dai capelli lunghi e brizzolati come la barba, dall'aspetto molto curato.
Moris impallidì più che mai impaurito. Non era mai stato in una casa di cura prima d'ora, ma sospettava che non fosse un'esperienza piacevole, soprattutto per chi fosse mentalmente equilibrato.
Lui non era matto.
Aveva visto davvero quella Bestia, quel castello e quella tazza fargli un'occhiolino.
Non se lo stava inventando.
<< Quest'uomo ha bisogno di un ospedale, non di un manicomio >> intervenne Padre Jacques in sua difesa.
Fu quasi un raggio di sole in mezzo all'oscurità ma poi fu subito catturato dalle nuvole nere degli altri abitanti.
<< Ultima possibilità Moris: concedimi la mano di tua figlia >> disse Gaston quando il vecchio uomo fu caricato all'interno del carretto.
<< Mai >> sputò acido l'inventore.
Avrebbe preferito lasciare Belle in mano a quella Bestia famelica piuttosto che permettere a quel vile di sposarla.
<< Portatelo via >> ordinò il colonnello chiudendolo all'interno.
<< Gaston, forse è il caso che... >> provò a dire LeTont che iniziava a sentirsi male per il trattamento che stava ricevendo Moris.
<< Vuoi essere tu il prossimo? >> urlò il suo signore afferrandolo per il bavero della giacca e spintonandolo.

<< Vuoi essere tu il prossimo? >> urlò il suo signore afferrandolo per il bavero della giacca e spintonandolo

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Quando faceva così, LeTont non sapeva se temerlo oppure odiarlo con tutte le sue forze.
Iniziava a stancarsi di essere uno stupido servetto da quattro soldi.
Lui adorava davvero Gaston, ma ora non era in lui.
Non lo riconosceva.
Il carro su cui era prigioniero il vecchio inventore partì, trainato da due cavalli neri.
Moris chiuse gli occhi per non piangere.
Non avrebbe mai più rivisto la sua bambina.
Lui sarebbe morto in una schifosa cella per pazzi, lei in un castello stregato.
Si scusò con Rose, sua moglie, per non essere riuscita a proteggerla.
La sua bambina...
La sua Belle...
<< Fermi! >> urlò quest'ultima cavalcando Phelipe.
Si bloccò proprio di fronte ai due cavalli ed essi nitrirono imbizzarriti.
Belle scese dal proprio destriero.
Scossa per aver abbandonato la Bestia.
Scossa per quello che ora stava vedendo.
Un villaggio di vili codardi che restavano impotenti a vedere un vecchio uomo essere portato via.
Indossava ancora il bellissimo abito dorato e il cuore le batteva forte nel petto.
<< Papà! >> gridò poi avvicinandosi al piccolo sportello che teneva chiusa quella cella.
<< Belle! >> disse in risposta il povero Moris << Oh pensavo di averti perduta per sempre >> sospirò felice nonostante tutto.
Lei era là.
Splendida e viva.
<< Sto bene >> lo rassicurò la giovane prima di girarsi verso l'uomo ripugnante che la voleva per se << Cosa fate?! Non vedete che è ferito? >> sbottò arrabbiata.
Gaston aprì la bocca per parlare ma intervenne prima un altro uomo.
A Belle somigliava vagamente a qualcuno ma in quel momento non riusciva a ragionare perfettamente.
<< Belle, tuo padre delirava. Parlava di un castello e una Bestia e... >> iniziò a dire certo di avere ragione.
<< C'è davvero una Bestia! >> disse la giovane balzando giù dal carretto su cui era rinchiuso il padre.
Quel vestito iniziava a intralciarla nei movimenti.
<< Diresti qualsiasi cosa per difendere tuo padre! >> sbottò Gaston e Belle fu attraversata da un moto d'ira.
<< Che prove hai? >> continuò il colonnello osservandola come se fosse pazza anche lei.
La giovane era così schifata da lui e dal poco rispetto che tutti quegli sciocchi stavano riservando all'uomo che maggiormente amava che urlò senza pensarci << Vuoi le prove?! Ecco le tue prove! >> impugnò lo specchio che stringeva forte a se e disse << Mostrami la Bestia! >> e lui lo fece.
La creatura stava ruggendo tutto il suo dolore per la perdita di lei, le fauci in bella vista e un aspetto crudele in volto.
Fu logico, per loro che non lo conoscevano, che essi pensassero di trovarsi davanti a una creatura feroce e disumana.
Gli abitanti trattennero un sospiro all'unisono.
Cos'era quella cosa?
Una Bestia? Allora esisteva davvero?
<< No >> esclamò Belle cercando di farli ragionare ma Gaston le prese con forza lo specchio dalle mani e disse << Guardate! È un mostro >> e mostrò a tutti l'immagine della Bestia.
<< No! >> esclamò di nuovo Belle << lui non è cattivo. È gentile e cortese... >> cosa aveva fatto?
Come aveva potuto metterlo in pericolo?
<< Guardatela! >> sputò Gaston schifato incitando gli animi a intervenire << Se non sapessi che si tratta di magia nera, direi che è quasi invaghita del mostro! >>
Belle arrossì fino alle punte delle scarpe.
Lei, invaghita?
Certo che lo era!
Che stupida. Come aveva fatto ad accorgersene solo ora?
Belle era davvero attratta dalla Bestia.
<< Non è lui il mostro Gaston, ma tu! >> lo difese.
Lui poteva anche essere di aspetto rozzo ma il suo animo e il suo cuore erano mille volte piu puri di quelli del colonnello.
Gaston si arrabbiò per quell'ingiura pubblica.
<< Rinchiudetela! >> ordinò, poi si rivolse a lei con voce bassa per non farsi sentire da nessuno << quando tornerò tu mi sposerai e la testa di quella Bestia sarà appesa nel nostro salotto >> e la rinchiuse insieme al padre sul carretto.
<< No! >> urlò Belle cercando di liberarsi.
Colpì ripetutamente il legno per farlo cedere ma esso non si piegò di un soffio.
Doveva avvertire la Bestia.
Doveva aiutarlo.
Gaston l'avrebbe ucciso.
No.
Non poteva sopportare quell'idea.
Sarebbe stata troppo dolorosa.
<< Ucciderà i nostri figli! >> sentì gridare una donna terrorizzata.
<< No. Ci ucciderà tutti >> intervenne un altro uomo.
<< Dobbiamo fermarla >> gridò un altro ancora.
<< Uccidiamo la Bestia! >> disse Gaston impugnando una torcia.
<< Uccidiamo la Bestia! >> ruggì l'intero paese.
Ora erano tutti nelle mani del colonnello. Lui era un eroe e li avrebbe salvati da quell'essere orribile.
<< Seguitemi. Tutti voi >> ordinò proprio questi << Andiamo a fermare quest'abominio >> aggiunse con un ghigno sadico.
L'ultima cosa che vide Belle, fu l'orda inferocita che lo accompagnava.
Assetati di morte.
Assetati di sangue innocente.

la Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora