Una donna stava salendo le scale. Benché avanzasse leggera e delicata, Belle avrebbe sentito distintamente il rumore dei suoi passi se non fosse stata impegnata a non affogare nel dolore.
Si chinò accanto alla Bestia, sorreggendole il capo.
Pregava affinché ciò fosse soltanto un brutto incubo.
Sì, presto si sarebbe svegliata.
Lui, lui non stava per morire.
Non poteva lasciarla così dopo tutto quello che avevano fatto l'uno per l'altra.
<< Sei tornata >> sussurrò la Bestia con la voce carica di emozione e la giovane d'istinto gli carezzò una zampa per rassicurarlo.
<< Certo che sono tornata >> rispose mentre una lacrima le solcava la guancia << non ti lascerò mai più >>
La Bestia chiuse gli occhi cullandosi in quelle parole e poi gli riaprì e a Belle parvero molto più umani di tutte le altre volte in cui l'aveva osservata.
<< Temo che ora sarò io a lasciarti >> sorrise lui.
Moriva felice.
Se non altro aveva imparato ad amare col cuore. A credere in qualcuno. E ad essere amato in egual moto.
Anche se non se l'era sentito dire, ne era convinto.
Le membra gli si intorpidirono e le varie ferite smisero di fargli male.
Era avvolto nel calore dell'abbraccio di Belle e tutto ne valeva la pena.
Un ultimo respiro gli sfuggì dalle labbra e poi si spense.
La giovane se ne accorse.
Il suo cuore incespicò quando vide il petto della Bestia immobile, il suo sguardo così vivido e caratteristico, ora vitreo e spento.
Si accasciò contro il suo petto e si lasciò andare in un pianto disperato.
Era tutta colpa sua.
Cosa aveva fatto?
Si era strappata da sola la sua stessa felicità, mandando quel miserabile di Gaston nel castello dove aveva passato i migliori giorni della sua vita.
Con la persona che amava.
In quel monento un ultimo petalo abbandonò la rosa, volteggiò un paio di volte e poi si coricò delicatamente sui suoi vecchi fratelli.
Tutto era perduto.Gli abitanti del villaggio fuggirono come codardi.
Gli oggetti animati urlarono la loro felicità. Non si erano mai sentiti più utili di così.
Nonostante ormai fossero dei semplici soprammobili, erano riusciti a difendere la lora casa.
<< Ce l'abbiamo fatta Spolverina! >> urlò Lumière abbracciando la sua amata ma ben presto il suo sorriso si spense non appena noto la rigidità di lei.
<< Oh no >> sussurrò triste posandola a terra con dolcezza << la mia piccola Spolverina >> era troppo tardi.
L'ultimo petalo era caduto.
Presto sarebbe diventato un semplice candeliere.
Sulle scale d'ingresso il grosso armadio dalla voce celestiale osservò l'organo accanto a lei << Addio maestro >> cantò un ultima volta prima di spegnersi per sempre.
<< No! >> gridò Maestro Cadenza << mon amour, non mi lasciare! >> ma, con due ultime note sparse nel vento, anche lui divenne un rigido strumento musicale.
<< Chicco! >> gridò Mrs Brick spaventata correndo da una parte all'altra sul suo carrellino << Chicco! Dov'è il mio bambino? >> piagnucolò mentre pensava a quel povero piccino che non sarebbe mai cresciuto.
Non era giusto. Era solo un bambino innocente.
Non riuscì a trovarlo che l'incantesimo la trovò.
Divenne una semplice teiera in porcellana bianca e delicata.
E in quel momento un altro gridò si levò dall'alto << Mamma >> urlava una vocina impaurita.
<< Oh no >> esclamò Tockins quando capì che ben presto Chicco si sarebbe frantumato al suolo in mille pezzi.
L'attaccapanni al suo fianco si piegò prontamente e lo prese al volo.
Il piccolo però era già diventato una semplice tazzina da the.
<< Lumière! >> disse Tockins mentre la paura gli attanagliava le rotelle.
Avevano lottato ed avevano fallito.
Non sarebbero mai più tornati a vedere il sole << Amico mio... Io... Non riesco... A parlare... >> farfugliò con le lancette che avevano preso a girare.
<< Non dire niente Tockins >> sospirò il maître desolato.
<< Lumière, amico mio... È stato... Un piacere servire con te >> concluse il maggiordomo trasformandosi in un semplice orologio.
<< L'onore. È stato mio >> rispose Lumière con un inchino, poi ruotò su se stesso e tutto quello che rimase di lui fu un semplice candeliere dalle candele spente dal vento.La pioggia iniziò a cadere violenta, come se anche lei stesse piangendo per ciò che era successo.
La Bestia era morta.
Le creature erano diventate semplici soprammobili che ben presto sarebbero stati deteriorati nel tempo.
Il castello, buio e tetro, divenne ancora più gelido.
Nessuno lo avrebbe più abitato.
Solo una ragazza rimase lì, china sul corpo di una bestia buona che non avrebbe mai più rivisto.
<< Ti prego >> piangeva << ti prego >>
I singhizzi le graffiavano dolorosamente la gola e il cuore le faceva male nel petto ma si meritava quel dolore.
Era una giusta punizione per ciò che aveva fatto.
<< Torna da me >> disse baciando la fronte di colui che era stato un suo buon amico << io ti amo >> sussurrò bagnandogli il petto con altre lacrime.
E di nuovo tornò a infrangersi contro di esso.
La donna arrivò in cima alla torre. Vide un animale ferito e una giovane distrutta.
Lei gli disse di amarlo.
La donna scoprì il proprio viso e se ci fosse stato qualcuno tutti l'avrebbero fissata senza parole per quanto ella fosse bella.
Si avvicinò alla campana di cristallo che ormai proteggeva un semplice stelo spoglio e la infranse.
I petali rinsecchiti ruotarono spinti dal vento e riacquistarono il loro colore rosso scarlatto.
Giunsero dove giaceva il corpo della Bestia e Belle fu improvvisamente accecata da un fascio di luce.
La creatura fu sollevata in piedi da una forza sconosciuta: le zampe anteriori divennero mani e quelle posteriori piedi. Il busto ampio si restrinse leggermente e i peli del suo viso scomparvero lasciando un volto bello e pulito.
Le corna abbandonarono la sua nuca e al suo posto spuntò una chioma bionda e arruffata.
La luce si affievolì sempre di più e colui che prima era una Bestia venne posato di nuovo a terra.
Belle lo vide all'inizio di spalle e quando egli si voltò rimase senza parole.
Dinanzi a lei vi era un uomo dalla bellezza sconvolgente.
Non c'erano parole per descriverlo e lei rimase come una stupida a fissarlo << Belle, sono io >> disse l'uomo e la sua voce gli scaldò tutto il corpo come se la stesse abbracciando.
La giovane alzò un sopracciglio sotto shock e fece un passo verso di lui.
Gli carezzò i capelli biondi, così simili al pelo ispido che prima lo ricopriva. Vide gli zigomi belli e definiti e notò come il suo sguardo blu non era cambiato ma riusciva ancora a scrutarle l'anima.
Le sue labbra rosee erano così perfette, vicine e invitanti che per poco non collassò.
<< Sei proprio tu >> sorrise lasciando scivolare via altre due lacrime di sollievo.
L'uomo non aspettò oltre, la prese tra le braccia e la baciò come se non aspettasse altro.
A Belle schizzò il cuore nel petto e le farfalle nel suo stomaco iniziarono a fare le capriole.
Non si era mai sentita così bene, così viva, prima d'ora.
Ricambiò il bacio con trasporto, felice di vedere il suo petto sollevarsi ed abbassarsi.
Amando il modo in cui le sue lunghe ciglia bionde le solleticavano la guancia.
Era vivo.
Era bello, buono e intelligente.
Era tutto ciò che aveva sempre sognato.
Si lasciò cullare tra quelle braccia forti e calde e pensò che non aveva mai vissuto un giorno più felice di quello.Il prossimo capitolo sarà l'epilogo
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la Bella e la Bestia
RomanceRevisitazione della celebre fiaba, ispirata anche dal recente film. Buona lettura ;)