Venni svegliata dalla luce del sole che filtrava prepotente dalle tapparelle.
Tentai di alzarmi, ma una forte fitta alla testa me lo impedì.
"Perché ho bevuto tutti quegli shottini?" Pensai.
Che pessima idea, ricordo poco e niente di ieri sera.
'Buongiorno!' Disse Jimin, quando entrai in cucina.
Era intento ad addentare del pane tostato, mentre trafficava con il telefono.
'Ew, cibo!' Dissi io, mentre la nausea si faceva sentire di nuovo.
'Basta vomito, sta notte hai dato il meglio di te, la bambina dell'esorcista può accompagnare solo!' Disse ridendo.
'Antipatico..' borbottai sedendomi.
'Ti ricordi qualcosa di ieri..?' Disse diventando serio.
'No, niente..'
'Oh..'
'Però ricordo che mi hai detto che ti piaccio..' dissi sorridendogli.
'Cazzo!' Disse lui diventando rosso.
Che carino!
'Oh mio Dio! Park Jimin che arrossisce, un evento più unico che raro!' Dissi ridendo.
Lui si alzò avvicinandosi pericolosamente a me.
'Non puoi prenderti gioco di me, piccola.'
Disse avvicinandosi sempre di più.
Io abbassai il viso, ma lui mi prese il mento con due dita, facendomi rialzare la testa.
Sfiorò le mie labbra con il pollice, mi guardò negli occhi e poi mi baciò.
Mille emozioni si fecero spazio in me, questo non era come gli altri baci, era dolce, pieno di sentimento.
Sapere che lui ricambia i miei sentimenti mi rende la persona più felice del mondo, ma so che non sarà facile avere a che fare con Park Jimin.
Quando si staccò lo guardai negli occhi, mi aspettavo che dicesse qualcosa, è così fece.
'Stasera usciamo, solo io e tu.' Disse ancora vicinissimo al mio viso.
'D'accordo.' Dissi deglutendo pesantemente.
Perché all'improvviso mi sento così in imbarazzo?
Solo lui ha questo effetto su di me.
Mi diede un bacio a stampo e tornò a sedersi al suo posto, finendo la sua colazione.
Io, invece, mi alzai per andare a fare una doccia.
Entrai in bagno, mi spogliai e mi fiondai subito sotto il getto caldo della doccia.
L'acqua calda che scorre sulla mia pelle è la cosa più rilassante che esista.
Il rumore della porta mi fa saltare in aria.
'Jimin?' Chiesi.
'Ci sono solo io in casa, chi altro può essere?' Disse ridendo.
'Esci!' Urlai.
'Mi lavo i denti ed esco.'
'No, adesso!' Insistetti.
Lui non rispose e sentì il rubinetto del lavandino aprirsi.
'Ho finito.. ma se vuoi resto con te!' Disse.
Nonostante non lo vedessi, sapevo che sul suo viso c'era stampata la sua solita espressione maliziosa.
'N-no.. vai!' Dissi in imbarazzo.
Lo sentì sghignazzare e poi udì il rumore della porta che si chiudeva.
Questo mi ricorda il nostro primo incontro, penso di dover imparare a chiudere la porta a chiave.- - -
Pronti e profumati, io e Jimin ci avviammo giù per le scale, ma, stranamente, non ci fermammo alla sua moto.
'Dove vai?' Chiesi.
'Mi sono fatto prestare la macchina da Nam, con quel vestito non puoi di certo salire sulla moto, mi distrarrei!' Disse malizioso.
Nonostante la sua frecciatina, ero felice che avesse preso in prestito la macchina di Nam, almeno sarei arrivata sana e salva.
Durante il tragitto in macchina parlammo del più e del meno, mi raccontò di come procedeva il lavoro, parlammo un po' dell'Università..
Arrivammo davanti ad un ristorante, non uno di quei ristoranti lussuosi, ma comunque carino e accogliente.
Anche qui, Jimin, sembrava fosse di casa.
Mi faceva piacere che fosse ben voluto da tutti.
Il cameriere prese le nostre ordinazioni e, quando andò via, un silenzio imbarazzante si fece avanti.
'Allora..' iniziò Jimin, grattandosi la nuca.
'Ti piace qui?' Chiese.
Anche lui sembrava un po' agitato, ma non quando me.
'Si, è bellissimo' gli dissi sorridendogli.
Devo cercare di sciogliermi, altrimenti l'intera serata sarà imbarazzante.
Per fortuna arrivò la nostra ordinazione, e iniziammo a mangiare. Era tutto squisito. Mentre mangiavo, notai con la coda dell'occhio Jimin che mi guardava, così alzai lo sguardo.
'Ho qualcosa che non va?' Chiesi, preoccupandomi di avere qualcosa fra i denti.
'No.. è solo che non riesco a toglierti gli occhi di dosso.' Rispose guardandomi dritta negli occhi.
In quel momento, una scossa percorse tutta la mia schiena.
Non sapevo minimamente cosa rispondere, ero stata presa alla sprovvista e mi sentì come paralizzata.
Lui iniziò a ridere, probabilmente perché sembravo davvero strana in quel momento.
'Rilassati, Jiwoo!' Disse continuando a ridere.
Amo la sua risata, penso che sia la cosa più spettacolare che abbia mai sentito.
Ogni volta che sorride, ride, si imbroncia, persino quando fa l'antipatico, mi innamoro ancora di più.
'Che c'è?' Chiese notando che lo fissavo.
'N-niente!' Risposi, riprendendo a mangiare.
Quando finimmo, Jimin pagò il conto e tornammo alla macchina.
'Adesso ti porto in uno dei miei posti preferiti in assoluto, ma devi mantenere il segreto, altrimenti dopo dovrò ucciderti!' Disse fingendosi serio, mentre si allacciava la cintura di sicurezza.
Io annuì, facendomi scappare una risata.
Prese una piccola stradina di campagna, tutta in salita, e, dopo qualche curva, accostò.
Scese dalla macchina e venne ad aprirmi lo sportello.
'Prego signorina' disse fingendosi un maggiordomo, io non potei non scoppiargli a ridere in faccia, era troppo buffo.
'Devo coprirti gli occhi.' Disse posizionandosi dietro di me.
'Okay' risposi un po' preoccupata.
Mi coprì gli occhi con le mani e iniziammo a camminare.
Inciampai almeno due volte, prima di arrivare a destinazione.
All'improvviso, Jimin, mi tolse le mani dagli occhi, ed io restai estasiata.
Eravamo in cima ad una collina dalla quale si vedeva l'intera città.
Tutte quelle luci e l'aria pulita che si respirava, rendevano quel luogo uno dei più belli che io abbia mai visto.
'Jimin-ah, è fantastico!'
'Già..' disse fissandomi, per l'ennesima volta.
Si avvicinò a me molto lentamente, fin quando non fu abbastanza vicino da permettere ai nostri nasi di sfiorarsi.
'Voglio che tu sia solo mia, Jiwoo.' Sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
Io annuì solamente, un po' imbarazzata, lui era capace di farmi paralizzare anche solo guardandomi.Questa è per farvi scordare che il capitolo fa un po' pena....🙈
Ricordatevi di lasciare una ⭐️
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