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"Ragazzi, tempo scaduto!" urlò il ragazzo di prima, spalancando la porta dello sgabuzzino.
Rimasi immobilizzata, sentendo le gote andare a fuoco, ma Jimin non si fece prendere dallo sconforto.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dallo stanzino, dando una pacca sulla spalla del ragazzo, che ci guardava con sguardo malizioso.
"Dove andiamo?" chiesi a Jimin, vedendo che non stava tornando verso il divano.
Lasciai uno sguardo confuso ad Haneul che ci guardava divertita, e seguì Jimin fuori dalla casa, fino alla sua moto.
"Tieni" disse, dandomi il casco.
Aveva i capelli spettinati a causa di ciò che era successo nello stanzino; le sue labbra erano gonfie e rosse, e quella visione mi eccitava parecchio.
"Monta" disse, mentre saliva sulla moto.
Salì sulla moto anche io, ed allacciai le braccia attorno alla sua vita, appoggiandomi alla sua schiena.
Mi era mancata così tanto questa sensazione, mi sento protetta quando sto con lui, e non ho più intenzione di rinunciare a questo, di rinunciare a noi.
In poco tempo arrivammo nel vialetto di casa, e subito capì quali erano le sue intenzioni.
Scesi dalla moto, e insieme, avvolti da uno strano silenzio, salimmo in casa.
Contrariamente a ciò che pensavo, non andò diretto in camera da letto, ma si sedette sul divano, invitandomi a fare lo stesso.
"Jiwoo.. non te l'ho ancora chiesto chiaramente, ma non voglio più girarci intorno: vuoi tornare ad essere la mia ragazza?" chiese, posando le mani sulle mie ginocchia, mentre mi guardava intensamente negli occhi.
Per un momento mi sentì come se mi mancasse l'aria, ma sapevo bene cosa rispondere, anche se mi andava di farlo soffrire un po'.
"Beh.. non saprei" risposi, abbassando lo sguardo.
Jimin sospirò deluso "Lo sapevo, ho corso troppo.." disse, allentando la presa sulle mie ginocchia.
"Ahhh, non ci riesco!" mugugnai, alzando il viso verso di lui, spingendomi sulle sue labbra, per assaporarle.
"Ma cos-" cercò di dire Jimin.
Mi staccai da lui giusto il tempo per rispondergli "È ovvio che voglio essere la tua ragazza, Jimin".
Detto questo mi avventai nuovamente sulle sue labbra, ma questa volta lui ricambiò appieno il bacio, attirandomi a se, fino a farmi arrivare seduta a cavalcioni su di lui.
Le nostre lingue si incontrarono, così come le nostre intimità, desiderose l'una dell'altra.
"Mi sei mancata così tanto.." sussurrò Jimin con voce roca, fra un bacio e l'altro.
Improvvisamente si alzò dal divano, con me in braccio, e si diresse verso la sua camera da letto.
Una volta dentro chiuse con un calcio la porta alle sue spalle, e mi posizionò sul letto, salendo su di me.
Si appoggiò sui gomiti, per non pesarmi, e mi guardò intensamente negli occhi.
"Sei bellissima" disse, accarezzandomi dolcemente i capelli.
Dio, se amo questo ragazzo!
Gli sorrisi debolmente, troppo sopraffatta dalle emozioni per formulare una frase che abbia senso compito.
Ma lui capì, lui capisce sempre.
Tornò a baciarmi, scendendo sulla mandibola, poi sul collo, leccando e succhiando vari lembi di pelle, mentre sussurrava un "sei mia" ad ogni succhiotto terminato.
La sua mano scese lentamente lungo il mio corpo, infiltrandosi dentro i jeans, dentro le mutandine, fra le mie gambe.
Sussultai per il contatto freddo delle sue dita sulla mia pelle bollente, ma mi rilassai quando iniziò a fare dei movimenti circolari, mandandomi in estasi.
Non solo è il ragazzo più fantastico del mondo, è anche un Dio del sesso, ma questo non glielo dirò mai, conoscendolo si pavoneggerebbe troppo.
Impaziente, alzai il bacino contro la sua mano, così lui inserì due dita dentro di me, sorridendo malizioso mentre sentiva quanto fossi bagnata per lui.
"Jimin.." sussurrai, volendo ancora di più, desiderando lui.
Tolse la mano e, velocemente spogliò entrambi, posizionandosi fra le mie gambe, senza però interrompere il contatto visivo, neanche per un momento.
"Sei da togliere il fiato.." sussurrò ancora, mentre strofinava la sua erezione sopra la mia intimità.
Lui è capace di farmi sentire amata, desiderata, e non ho mai provato queste sensazioni con qualcuno che non fosse lui.
Lentamente si spinse in me, calandosi completamente sul mio corpo, prendendo a spingere da subito in profondità, ma con movimenti lenti.
Istintivamente, allacciai le gambe attorno al suo bacino, donandogli maggiore accesso, ma lui sembrava non avere alcuna fretta.
"Mh, Jimin.." mugugnai, ormai troppo impaziente.
"Si piccola.." rispose, sapendo già qual era il mio desiderio.
Iniziò a spingere velocemente e profondamente in me, trovando subito il mio punto sensibile, colpendolo ad ogni spinta. I suoi gemiti risuonavano come musica per le mie orecchie; il suo viso contorto in una smorfia di estremo piacere non faceva altro che aumentare la mia eccitazione e, quando aumentò ulteriormente le spinte, sentì le mie pareti stringersi attorno a lui, mentre un enorme piacere si sprigionava fra le mie gambe, facendomi fremere.
Jimin cavalcò completamente il mio orgasmo, riversandosi poco dopo dentro di me. Restammo ancora per un po' in quella posizione, finché non si spostò, facendomi sentire immediatamente una sensazione di freddo vuoto.
Ma subito coprì i nostri corpi la coperta nera, attirandomi fra le sue braccia.
"Ti amo da morire, Jiwoo" disse, stringendomi forte contro il suo petto.
"Ti amo" risposi, beandomi del suo profumo fresco e rassicurante.

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xx

𝚈𝚘𝚞 | Park Jimin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora