Sorry seems to be the hardest word

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What I gotta do to make you want me?
What I gotta do to be heard?

It's a sad situation
And its gettin' more and more absurd

||REINA||

Mi concentro sui tempi di Marc che escono sul display.
O almeno ci provo, mentre la testa mi pulsa e cerco di nascondere il tremolio delle mani.
Sta andando forte mi dico, ma è un pensiero autoimposto.
Non riesco a convincermi che sia normale restarci male, che sono un essere umano anche io. Che può farmi male, vedere Marc con un'altra.
Ammetterlo però significherebbe perdere la sfida con me stessa, convincermi che nonostante gli sforzi io proverò sempre qualcosa per Marc. Nonostante tutto e nonostante tutti.
Non ho mai pensato a cosa aspettarmi una volta arrivata qui, ma credo che una parte di me fosse convinta che sarebbe arrivato il momento per noi. Forse non subito, forse in un modo estremo, al nostro solito, oppure passo passo, perché noi facciamo tutto di corsa, tranne ciò che riguarda noi. Questo però non è un passo avanti, è un passo indietro.
Lui non sa perché non sono andata a Le Mans, non sa che stavo per salire su quel fottuto volo. Forse le cose sarebbero andate diversamente, ma vederlo sostituirmi così facilmente dovrebbe suggerirmi che, in realtà, è sempre stato tutto nella mia testa.
Quel bacio, a Jerez, l'ha chiesto a me perché mi trovavo lì. Magari a Le Mans l'ha chiesto a quella sgualdrina e lei semplicemente ha detto si, e forse è contento così. Gli serviva solo qualcuno da avere accanto, vincere anche un cuore, oltre che le gare.
Il mio invece l'ha vinto anni fa, in mezzo al fango, in sella alle nostre moto da cross. In un mondo sporco, in un modo così puro.
Continuerò a tenerlo per me però, e probabilmente sarà sempre così.
Perché anche se l'ha vinto, non gli regalerò mai il sapore di questa vittoria. Non se prima non potrò dire lo stesso del suo.
I tempi di Marc non bastano per farlo rientrare nei primi comunque, durante il time attack lo scavalcano e si deve accontentare di un misero quinto posto nelle FP-1. Nel momento in cui doveva spingere, sembrava che qualcosa lo trattenesse.
Torna nei box a testa bassa.
Lascio il mio posto accanto a Gerald, il telemetrista, per raggiungere il resto del team e osservare a braccia conserte, ma sempre con un bel sorriso stampato in faccia. So che fa incazzare Marc.
"Perché non hai spinto di più?" gli domanda Santi, osservandolo preoccupato. Ma Marc non guarda lui, punta gli occhi su di me.
"Non avevo abbastanza feeling" dice, con la voce ovattata del casco che tiene ancora addosso, con la visiera alzata.
L'ultima volta che l'ho visto col casco lo stavo abbracciando al parco chiuso, mentre ora ci studiamo cauti, restando sull'attenti.
Marc scende dalla moto, si toglie il casco e va a sedersi sulla sua poltrona. Il team lo circonda, mentre io resto in disparte. Almeno finché, lui stesso, mi fa cenno con la mano di avvicinarmi.
Vogliamo giocare al gioco dell'indifferenza ?
Lo faccio quasi meglio di come vado in moto.
Quasi.
Così, come se non fosse successo niente, mi unisco al team. Ascolto i problemi di Marc sulla moto, che a mio parere non giustificano il suo non averci dato dentro, e dico la mia sul setting di gomme da provare in FP-2.
Quando ci congediamo per l'ora di pranzo, cerco di svignarmela il prima possibile.
Penso a Barbara e al suo cinismo, e al fatto che vorrei proprio andare da lei in questo momento. Distrarmi dalla presenza di Marc con una buona compagnia.
Anche se forse c'è qualcosa che devo fare, prima.
Marc, nonostante non abbia una grande velocità con la tuta addosso, riesce comunque a raggiungermi mentre mi fumo una sigaretta camminando verso l'area pranzo. Ho sentito dire che c'è una grigliata oggi.
"Perché devi fare sempre a testa tua?" mi grida contro Marc, e forse non me l'aspettavo. È difficile sentirlo così tanto alterato.
Stringo una mano a pugno per farmi forza, poi arresto la mia camminata e mi giro verso di lui.
"Scusami?" domando, con un tono per il quale mi prenderei a schiaffi da sola. So essere abbastanza irritante a volte. Ok no, sempre.
Marc butta gli occhi al cielo e vedo tutta la frustrazione nella sua espressione.
"Perché oggi si e a Le Mans no? Cosa ti passa per la testa Reina?"
"Non so, non mi piace troppo la Francia" rispondo, con un livello di sarcasmo tale da mandare Marc fuori di testa.
"Perchè sei così?" mi chiede, facendo un passo verso di me. Prova ad allungare una mano, ma sembra ripensarci e la lascia penzolare sul fianco.
"No perchè tu sei così?" controbatto, anche se in realtà le parole che avevo in mente erano diverse. Evidentemente il mio incoscio è più chiaro di me su dove voglio andare a parare.
Marc cambia espressione e mi guarda interrogativo, giustamente.
"Dopo tutte le paranoie su Eric, ora ti sei messo con la prima sgualdrina di turno"
Si, l'ho detto.
Se c'era una cosa che avrei voluto evitare del tutto, era fare un discorso che potesse anche solo lontanamente assomigoliare ad una sparata di gelosia. Tutto però, nella mia frase, grida mi dà fastidio perchè sono gelosa.
Mi ricorda Jerez, quando alla cena ho accusato Marc di non avere i requisiti per fare la parte dell'ex fidanzato geloso. Eppure è ciò che vorrei fare io con lui ora. Potermi incazzare davvero e avere ragione nel farlo.
"Ma se non la conosci neanche" quasi grida, spalancando le braccia. Gli si sono gonfiate le vene del collo e nei suoi occhi spalancati leggo qualcosa che mi fa paura, anche se non so darle un nome.
Gli lancio uno sguardo con il sopracciglio alzato. Davvero? Basta guardarla.
"Ora, almeno, capisci cosa sento quando ti vedo con Eric!" continua Marc.
"Io l'ho lasciato Eric"
Volevo tenermi la bomba da sganciare in qualche altro momento, ma sento il bisogno di dargli uno schiaffo morale. Io ho lasciato Eric, Marc invece si è messo con la sua ombrellina.
E per sottolineare la mia superiorità giro sui tacchi, rinunciando alla vista del suo viso sconcertato, per andare a risolvere un'altra questione che Marc ha sicuramente lasciato in sospeso.
"Reina resta qui, dobbiamo parlare" cerca di imporsi, raggiungendomi in due falcate e piazzandosi davanti a me. Cerca di bloccarmi la strada con il corpo e nel frattempo le sue mani corrono ad afferrarmi il viso. Mi blocca la mascella tra le dita, costringendomi ad alzare il viso e a piazzare i miei occhi nei suoi.
Un brivido mi percorre.
Vorrei premere violentemente le mie labbra sulle sue, perchè sono incazzata, perchè sono delusa da me, delusa da lui, e perchè lo desidero come non ho mai desiderato nient'altro.
Mi trattengo, restando con gli occhi ancorati ai suoi, scuri, profondi, finchè non decido di liberarmi e superarlo con una spallata. Anche se provo certe cose per lui, questo non cambierà il mio essere.
Salgo dei gradini ed entro in una stanza dai vetri opachi, dove si sta tenendo il rinfresco.
Mi hanno mentito, non c'è nessuna grigliata qui.
Individuo il mio obiettivo e accelero il passo, mentre Marc, che mi ha seguito fin dentro, decide di non proseguire. Lo immaginavo.
Al centro della sala, al tavolo più chiassoso, siede un gruppetto di piloti di Moto3, tra i quali intravedo il cappello con il 73 che stavo cercando.
"Alex" lo chiamo, non appena sono a qualche passo da lui. Il ragazzo si gira di scatto, strabuzzando gli occhi al suono della mia voce, mentre tutto il tavolo alza lo sguardo verso di me "possiamo parlare?"

Io e Alex ci fronteggiamo, lontani dalla gente nella zona dei motorhome. Cammino avanti e dietro con una sigaretta accesa tra le labbra mentre lo ascolto parlare, poi lo sommergo di parole che variano da delle scuse ai più vari insulti su suo fratello.
Come immaginavo, Marc non ha minimamente pensato a fare lo stesso con lui. Infatti, è un mese che intrattengono un rapporto civile per mantenere le apparenze, quando in realtà non si parlano.
Suo fratello ha detto in un'intervista che avrebbe voluto un bacio dalla sua ex ragazza, me, e Alex l'ha visto sul piccolo schermo, come tutto il resto del mondo. Credo che abbia tutte le ragioni del mondo di essere incazzato.
Al tempo stesso non ce l'ha con me, se l'è solo presa in modo scherzoso perché ho fatto da ombrellina a Marc e non a lui.
Non posso aggiustare le cose anche per Marc, è suo fratello del resto, ma ci tenevo ad assicurarmi che le cose tra noi almeno fossero apposto.
"Lo sai che ti ho lasciato perché quando stavamo noi tre insieme, il terzo incomodo ero io e non Marc" esordisce ad un certo punto, guardandomi con un sorriso amaro sul viso.
Aggrotto la fronte e apro la bocca per controbattere, ma le parole mi muoiono sulla lingua.
"Alex" mormoro, ma non ho niente per controbattere. Ha ragione.
"La cosa che mi fa incazzare è che prima lo sapevo io e lo sapevi tu, ora se ne sta rendendo conto anche lui ma gli importa più dirlo in televisione che venire a parlarne con me"
"Tranquillo, non ne parla neanche con me" dico, con una leggera risata. Poi lentamente mi avvicino ad Alex e gli getto le braccia al collo, affettuosamente. Ha l'odore forte di chi ha girato in moto tutta la mattina, con ancora addosso la maglia termica e la tuta aperta.
Lui mi stringe il bacino e restiamo per qualche attimo in un abbraccio che non ha niente di imbarazzante, nonostante tutto.
Alex è una persona meravigliosa e merita il meglio, si merita molto più di me.
"Comunque io Lola la odio" dice non appena ci lasciamo andare. Non sapevo neanche come si chiamasse, ma è bastata un'occhiata per inquadrarla e a quanto pare c'ho anche visto bene.
Non mi va di discutere ancora di Marc però, così faccio spallucce e afferro il polso di Alex, cominciando a tirarlo via.
"Andiamo, ti ho rubato già per troppo al mondo delle moto" gli dico, poi attraversiamo le retrovie del circuito di Catalogna per tornare a dove ho prelevato Alex non so quanto tempo fa.
Di Marc non c'è più traccia, ma gli amici di Alex sono ancora lì e iniziano a guardarci e ridacchiare mentre sostiamo all'ingresso.
Mi giro per chiedere ad Alex se c'è qualche problema, lui però mi precede.
"Sai, dopo Jerez sei il nuovo sogno dei miei colleghi di Moto3" dice, mentre un sorriso divertito si fa strada sul suo viso "Bionda, bellissima, meccanico, ombrellina, appassionata di motori. Sei la donna perfetta"
Lo guardo alzando un sopracciglio.
"E pensare che non sanno che corro anche" dico.
Io e Alex scoppiamo a ridere.
"Quindi ti renderebbe un gran figo se venissi a reggere quello stupido ombrello al tuo fianco domenica in gara?"
"Non ci credo che me lo stai proponendo davvero"
In realtà non ci credo neanche io, ma credo di dover fare qualcosa per sdebitarmi della pazienza di Alex . E poi non me lo sta chiedendo lui, mi sto proponendo io.
"Tu pensa a partire dalla Front Row, non farmi fare brutte figure"
Mi alzo sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. Lui mi guarda sorridendo e scuotendo la testa, gli faccio un occhiolino prima di dargli le spalle e allontanarmi, alla ricerca di Barbara.
Ho bisogno di lei, prima di rivedere Marc per le FP-2.

YOUNG GOD // MARC MARQUEZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora