AZIONI E REAZIONI

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I know I can treat you better than he can.
And any girl like you deserves a gentleman.

Tell me, why are we wasting time?

||MARC||

Eric non mi piace.
Credo sia una cosa piuttosto palese, ma mi piace ricordarlo almeno quanto mi piace l'idea di poterlo far incazzare. Non posso negare però che anche lui sta facendo incazzare me.

Finite le qualifiche sono rimasto nel box circondato da Santi e Reina ad osservare i meccanici lavorare sulla moto per domani. Eric non si è mai fatto vedere, era impegnato con il team di Jorge come Reina lo era con me. Quando però è finita la conferenza li ho trovati a borbottare fuori dalla sala della stampa, Reina era di spalle e non appena Eric ha catturato il mio sguardo ha dato il via a sbaciucchiamenti vari.

La cosa mi ha dato piuttosto fastidio e di ciò incolpo ovviamente Eric.

So di non poter avere Reina tutta per me. Siamo amici, è ovvio che lei abbia altri uomini nella sua vita, uomini che le danno cose che non so se potrei darle e che non vorrebbe avere da me. Essere consapevole di ciò rende evidente che il problema è Eric.

E si, so che in realtà mi infastidiva anche vederla con Alex, ma ovviamente per tutta un'altra serie di ragioni che c'entrano poco con ciò che sta succedendo ora.

C'è una spiegazione razionale a tutto.

E siccome, sempre razionalmente parlando, ad ogni azione corrisponde una reazione, ho chiesto a Reina di passare il pomeriggio con me. Fare qualcosa insieme, qualcosa che gli amici fanno. Sarebbe un'esperienza nuova, considerando che io e lei praticamente corriamo e basta.

Qui Eric mi ha fatto incazzare di nuovo, anche se indirettamente, perché Reina ha declinato l'invito. Aveva già promesso al suo ragazzo di andare a fare un giro in città.

Bene.

Per ristabilire gli equilibri, ossia io quello importante ed Eric quello messo da parte, ho indetto una riunione speciale del team. Reina compresa ovviamente, e ciao ciao al giretto romantico in città.

Tra parentesi, Reina ha chiesto a Santi una seconda maglietta del team poiché Cal, andando per sbaglio a sbatterle contro nell'euforia di un posto in seconda fila, le ha versato addosso mezza lattina di redbull. Ovviamente mi sono mobilitato io per procurargliene una nuova. Non del team, ma chiesta ad una ragazza del funclub in cambio di foto, autografi e abbracci.

Così, in questo soleggiato pomeriggio a Jerez de La Frontera, Reina entra nel paddock con una canotta con i colori della mia moto e una bella scritta Miss Marquez sul petto. Le ho fatto dire da Santi che non sarebbe potuta venire senza indossarla.

«Questa convivenza forzata andrà a finire male» annuncia mentre mi si avvicina sotto lo sguardo di Santi, Carlos e Gerald. Seduto sulla mia poltrona la guardo e sorrido.

«Che tenera che sei, non pensavo fossi una fan così sfegatata» dico. I ragazzi del team ridono, almeno finché lei non li incenerisce uno per uno con lo sguardo. Il suo famoso sguardo omicida che fa calare il silenzio ovunque. Reina ha più palle di tutti loro messi insieme e se ne sono già accorti, e sopratutto sta bene anche con quella ridicola canotta. Reina è Reina.

Come faccio a lasciarla nelle mani di quel coglione di Eric? È uno spreco, uno scempio. Se non mi metto in mezzo io, non lo farà nessun altro.

Nel paddock mi invento cose per perdere tempo. Quasi smontiamo e ricomponiamo tutta la mia RC213V, studiamo i tempi, i tempi degli avversari, la pista, la temperatura, l'inclinazione, le traiettorie. Qualsiasi cosa mi passi per la mente. Che poi son cose che abbiamo già visto e che vedremo ancora dopo il warm up, ma la mia curiosità, e la voglia di dare il massimo, pretendono che se ne parli anche oggi.

YOUNG GOD // MARC MARQUEZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora