14• Explosion

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16/04/2012

Ero gay. Ormai lo sapevo.
Degli scienziati dicono che un ragazzo passa diverse fasi della sua vita, una di queste è l'orientamento sessuale. Si quel periodo in cui un ragazzo vuole provare nuove esperienze e per farsi Figo dice in giro di essere attratto dagli uomini. Beh per me non era così, ero convinto non fosse solo una fase, un periodo, era davvero la realtà quella. Non lo ammisi subito per il semplice fatto che non sapevo davvero cosa provavo per Louis ma in quel momento ne ero convinto. Adoravo passare del tempo con lui, adoravo scherzare con lui e adoravo anche il minimo contatto con lui. Si sa, l'adorazione è sinonimo d'amore e l'amore non è tra uomo e donna ma tra cuore e cuore.

"Sono contente che hai finalmente delle risposte alle tue domande." Disse Niall abbracciandomi. Avevo apprezzato il fatto che non avesse tirato in mezzo il fatto successo ieri, dopo il bacio con Isabel, che fossi scappato da quella stanza come un poppante.
"Ricordi gli step che ci eravamo imposti? Puoi decisamente eliminare il punto due, Louis Tomlinson è super attratto da te. Ieri quando hai levato la maglietta aveva una maledetta erezione in bella vista, sono stata attento ad ogni minimo dettagli, certo fino a quando.." non continuò perché sapevo dove voleva andare a parare, Isabel.
"Però dovresti chiamargli."

"A Isabel? Le Ho già mandato un messaggio di scuse." Dissi sbuffando, lui scosse subito la testa.

"A Louis. Ieri voleva venire da te dopo che sei andato, l'ho fermato io. Ero sicuro volevi un po' di tempo da solo." Disse sincero, ed io non potevo fare altro che ringraziarlo.
Uscì da quella stanza lasciandomi solo e così presi il telefono e cercai il suo nome tra i contatti.

"Vieni in camera mia." Era un messaggio netto e conciso. Volevo parlare con lui, volevo stare un po' di tempo con lui.

Neanche il tempo e sentì bussare alla porta e così aprì rivelando un Louis Tomlinson in perfetta forma.

"Ciao Styles." Disse varcando l'entrata principale e venendosi a sedere sul letto insieme a me.

"Styles?" Dissi ridacchiando leggermente per alleggerire la questione.

"Non sono io quello che usa nomi orribili per chiamare un amico." Disse, e si, faceva male quella parola. Amico. Mi vedeva solo come un amico? Forse dovevo aspettare e vedere come andava. Era un male dichiararmi? Lo avrei perso per sempre? E il rischio valeva la pena? Fatto sta che io senza Louis non potevo stare e non sapevo fino a che punto potevo rischiare.
"Che succede riccio? Se è per quello che è successo ieri sta pure tranquillo, non mi devi nessuna spiegazione."

"Non volevo parlarti di ieri." Dissi subito, lui rimase perplesso ma mi fece un cenno di continuare.
"Louis Tomlinson ho fottutamente bisogno di te."

Rimase un po' senza dire niente, fino a quando non si alzò per venire verso il mio lato e si mise seduto proprio accanto a me. Eravamo coscia contro coscia e il solo contatto mi mandava in estasi. Mise una mano sul mio viso accarezzandolo dolcemente e stava avvicinando sempre di più il suo volto al mio. Realizzai solo dopo: Mi stava per baciare. Tra solo pochi secondi avrei sentito le labbra di Louis sulle mie, sarei esploso di gioia. Proprio come Explosion, la suoneria di Louis che proprio in quel momento iniziò a squillare.

"Cazzo scusami." Disse alzandosi dal letto per rispondere al telefono.
"Mamma che vuoi? Certo che si....Sto bene...ok...No, non prendo le pillole...perché si... sto benissimo ho detto... Vaffanculo... sto bene.... ciao." Sentì solo dei piccoli frammenti della discussione e non capì bene. Quando chiuse non parlò subito, forse perché non sapeva cosa dire, o forse perché si era pentito.
"Senti devo andare, ci sentiamo."

Uscì da quella camera, lasciandomi terribilmente con il cuore a pezzi. Se non fosse stata per quella chiamata, mi avrebbe baciato. Mi veniva da piangere e ovviamente non mi trattenni neanche un minimo. Mi sentivo preso in giro per la millesima volta e volevo solo ritornare a casa, da mia madre, andare a trovare mia sorella e stare nascosto sotto le coperte del mio letto.

17/04/2012

Finalmente si ritornava a casa. Tutta la mattinata la passai con Isabel decisi che per farmi perdonare dovevo fare qualcosa per lei e così feci. Non era così male, e se non fossi pazzo di un certo ragazzo senza cuore ci avrei anche fatto un pensierino, ma la realtà era un'altra. Nel tardo pomeriggio ci imbarcammo in aereo, Isabel mi promise di venirmi a trovare e di tenerci in contatto per messaggi e fui contento di questa nuova amicizia.
Quando atterrai, all'aeroporto trovai mio padre che mi accompagnò a casa di mia madre e dopo avergli raccontato come fosse andato il viaggio volle vedere le foto che avevo scattato. Iniziò a scorrere tra la galleria e per ogni immagine che vedeva la commentava come ogni madre avrebbe fatto perché eri senza giubbotto? Se ti ammalavi? Stai scherzando spero, potevi sistemarti almeno i capelli. Ed io ogni volta sbuffavo, ma mia madre era così.

"E questo bel ragazzone chi è?" Chiese, pensai potesse essere Niall ad avermi inviato una sua foto e che automaticamente si fosse salvata nella galleria, ma quando girò il telefono verso di me non vidi Niall, bensì una foto che ritraeva me e Louis.

"E questo bel ragazzone chi è?" Chiese, pensai potesse essere Niall ad avermi inviato una sua foto e che automaticamente si fosse salvata nella galleria, ma quando girò il telefono verso di me non vidi Niall, bensì una foto che ritraeva me e Louis

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Quel giorno era quando feci entrare Louis in camera mia e passammo tutta la giornata insieme. In quel momento si era avvicinato a me per dirmi che la maglia verde facesse sembrare ancora più irlandese Niall e sicuramente quest'ultimo approfittò del momento per scattare una foto.
Faceva terribilmente male, perché si, Louis lo faceva apposta, voleva farmi stare maledettamente male. Era questo il
Suo obbiettivo? E senza accorgermene ogni volta mi ritrovavo in lacrime. Da quando ero diventato così fragile e sensibile?

"Tesoro no, non piangere." Disse mia madre avvicinandosi a me e asciugandomi le lacrime.
"Non dirmelo se non vuoi." Continuò accarezzandomi i capelli proprio come faceva con Nerino, il mio gattino, prima che morisse.
"C'è la tua mamma qui."

Quella fu una delle poche notti in cui dormì con mia madre e lei mi strinse forte a sé, perché faceva male soffrire per un amore non ricambiato e se fino a quel giorno ero stato io a rifiutare le ragazze, il karma si rivolse contro di me tutto in un colpo con la sua arma più potente: Louis Tomlinson.

Be Wrong-Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora