17• Beautiful disaster

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06/05/2012

10 giorni senza sentire o vedere Louis. Il problema non era questo, ma che anche cercandolo lui non si trovava. Per qualche giorno entrai pure in una sorta di depressione perché io avevo bisogno di Louis, poi però cercai di non pensarci e invece mi concentrai sulle materie da recuperare. Anche i miei amici mi dicevano che non sembravo più io, sia chi sapeva della mia omosessualità louisnomane, sia chi non sapeva. Stavo cambiando lentamente, ma io cominciavo a sentire l'effetto collaterale di quella rara malattia chiamata amore. Non ero innamorato di Louis, ancora, ma presto o tardi sarebbe successo perché ero talmente preso che non poteva rivelarsi una semplice cotta adolescenziale.

10/05/2012

Altri 4 giorni senza di lui. Iniziai a preoccuparmi perché non rispondeva neanche al telefono o alle email.

Quel giorno decisi di non andare a scuola data la febbre abbastanza alta, mia madre mi disse che era semplicemente un colpo d'aria e di non preoccuparmi ma dato che io convivevo con l'ansia la preoccupazione fu la prima cosa che provai.

"Niall sto morendo." Infatti così risposi al mio migliore amico dopo il suo "come ti senti"

"Ma la vuoi smettere."disse dall'altro lato del telefono.
"Piuttosto, oggi ho visto Louis a lezione."

Cambiai subito umore e dopo essermi insultato mentalmente per non essere andato a scuola, formulai la prima frase di senso compiuto che pensai.

"Ti ha chiesto di me?" Perché ovviamente ci speravo.

"Al dire il vero non ci siamo neanche parlati, mi sa che è ritornato con Emma." Disse e non mi piacque per niente.

"Come? Perché?" Iniziai a balbettare. Ero triste? Si. Ero arrabbiato? Più che si.
Le sensazioni che avevamo provato allora era solo il frutto della mia immaginazione. Mi aveva preso in giro?

Milioni di domande iniziarono a formarsi dentro di me e il mio cervello rischiava quasi di esplodere.

Dovevo dimenticare Louis Tomlinson ad ogni costo.

12/05/2012

Dopo due giorni di estenuante febbre, oggi ritornavo a scuola. Infatti dopo che l'autobus mi lasciò davanti l'entrata della scuola tentennai un po' per entrare o no, ma poi un clacson dietro di me mi fece saltare in aria dallo spavento.

Quando mi voltai i miei occhi dal color smeraldo incontrarono quelli color ghiaccio di Louis. Mi fece cenno di avvicinarmi, e anche se mal volentieri decisi di non calcolarlo e entrare a scuola.

Dopo aver preso i miei libri nell'armadietto ed essere entrato in classe i miei compagni mi avvisarono che la professoressa dell'ora sarebbe stata assente e che sarebbe venuto un supplente. Infatti subito dopo entrò un signore robusto e pelato che iniziò a scrivere il
Suo nome alla lavagna.
Meriosky.

E quando arrivò all'ultima lettera un tonfo proveniente da fuori seguito dal cigolare della porta che si aprì, richiamò l'attenzione di tutti.

"Salve professore, Ordini dal preside, Harry Styles è desiderato in segreteria." Un ragazzo che non avevo mai visto fece il suo ingresso.

"Si penso vada bene, va pure Stylek." Disse pronunciando anche male il mio cognome.

Appena varcai la porta trovai Louis appoggiato al muro adiacente mentre stringeva la mano al ragazzo che poco prima mi chiamò.

"Ti devo un favore fratello." Disse ancora, prima che il biondo andò via.

"Ci sei tu dietro tutto questo?"chiesi scocciato. Mentre Louis annuì divertito. Feci per riaprire la porta, ma la sua mano bloccò i miei movimenti incastrandomi al muro.

"Devo portarti con me." Disse ad un passo dalla mia bocca.
"Via da qui."

"Louis sei pazzo."dissi scansandolo con uno spintone.
"Sbagli se pensi che farò finta di niente."dissi alzando un po' la voce.

"Non urlare, andiamo a farci un giro e parliamo." Disse e senza dire niente annuì e andai verso l'uscita, seguito da lui.

Eravamo già da un po' in auto e nessuno dei due apriva bocca. C'era tensione e si sentiva, e avevo paura di cosa sarebbe successo a breve.

"Quindi.." a rompere il ghiaccio fu Louis.
"Come sono andati questi giorni senza me?"

"Una merda Louis." Dissi solo. Avevo tante cose da dirgli, ma in quel momento la delusione e l'odio verso quel ragazzo presero il sopravvento. Il silenzio era l'arma più forte che avevo, e decisi di usarla.

"Sei stato male ho saputo, che è successo?"provò a farmi parlare o ad intraprendere una discussione.

"Febbre."dissi ancora.

"Harry.." disse mettendo la sua mano sopra la mia, che io subito scansai.
"Sei freddo con me."

"Louis è da due settimane che non ti fai sentire, non rispondi, non ti vedo in giro. Sono stato in ansia pensavo ti fosse successa qualcosa, ma poi ho saputo che ti sei rimesso con Emma e quindi.."

"Chi te lo ha detto?" Disse interrompendomi.

"L'ho saputo." Dissi rude.

"Harry cosa sta succedendo? Non capisco cosa sta cambiando tra noi." Disse accostando la macchina in uno slargo per potermi guardare negli occhi.

"Io non ti capisco perché prima mi provi a baciare e poi fai finta di niente, poi mi chiedi un appuntamento e porti anche i tuoi amici, e adesso mi eviti." Dissi incazzato.

"É difficile da spiegare.."

"Non è difficile, sei tu che non vuoi."dissi acido.
"Ho milioni di problemi nella mia vita, non me ne serve un altro."

"Sono un problema per te?" Chiese con un tono basso, deluso e al tempo stesso sorpreso.

"Uno bello grosso Louis." Dissi aspro.
"Non so quale problema sia più brutto tra mia sorella ricoverata in ospedale, la depressione di mia madre o tu."

"Tua sorella sta male?" Chiese.

"Si ma questo non ti riguarda." Dissi ancora.

"Vuoi che scompaio dalla tua vita? Harry farei di tutto per non vederti così triste."

"Non dire così perché non è vero." Dissi con lo stesso tono freddo e distaccato.
"Se faresti di tutto per non vedermi triste.."inizia scendendo dall'auto seguito da lui.
"Allora non stavi insieme a Emma perché non puoi negare che tra noi c'è o c'era qualcosa."continuai.

"Harry..." lo interruppi di nuovo.

"Se faresti di tutto per non vedermi triste allora verresti qui e mi baceresti." Ed ecco che dissi finalmente ciò che pensavo da un po'. Perché si, la mia felicità dipendeva da uno stupido messaggio prima di dormire, da i gesti inaspettati, dagli abbracci spontanei e da tutte queste piccolezze che per me erano tutto.

Louis iniziò ad avvicinarsi pian piano, mise le sue mani nei miei fianchi mentre andavamo indietro, ci fermammo solo quando la mia schiena toccò il muro.

"Che stai facendo?" Chiesi non capendo, o forse sì, stavo capendo ciò che stava per succedere, e non vedevo l'ora.

"Ti sto rendendo felice." Disse poco prima d'iniziare il nostro splendido primo bacio.

E anche se per poco, mi sentì il ragazzo più fortunato del mondo ad avere Louis accanto a me in quel preciso istante e in quel preciso posto che da quel momento sarebbe diventato il nostro posto.

Be Wrong-Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora