Capitolo 12

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Ero letteralmente a disagio e questo non capitava tutti i giorni soprattutto se si trattava di mia madre, ripresi la mia domanda facendoli capire che la mia pazienza aveva un limite

<<Cosa succede??>>
<<Tranquilla amore mio é tutto apposto>>
<<Non stai bene!>>dissi alzandomi<<hai la valigia piena delle tue cose,una lettera aperta che guardi da quando sono entrata e il tuo volto é pallido non credo che vada tutto bene!>>

Evitava di guardami negli occhi

Stava soffrendo così tanto?

Per una stupida lettera

Quando presi velocemente la busta mi guardò di colpo il volto le si corrugò,leggevo nei suoi occhi la preoccupazione

Girai la busta per vedere il mittente è di colpo mi sentii mancare

Il suo nome era estraneo al mio vocabolario, una parola che non vedevo scritta da anni

Papà

Feci cadere la busta è solo dopo mi accorsi di tremare

Mio padre? Dopo diciannove anni si faceva vivo? Il mondo mi cadde addosso in pochi secondi, aveva abbandonato entrambe e ora come poteva tornare dopo tutti questi anni?

Aprii la lettera e intanto la rabbia e il terrore si mescolarono all'interno del mio corpo

" Cara Sara
Ora sarai diventata grande ho tante cose da dirti ma soprattutto ho tante cose da chiarire. Ora che vivi in America é stato facile ritracciare te e la mamma

Ti devo molte spiegazioni... So che la domenica non lavori, almeno credo, che ne pensi di vederci sotto al bar del tuo appartamento?

A presto....

Tremavo

Sì tremavo ...

Ma di rabbia, con quale sfrontatezza aveva il coraggio di presentarsi dopo tutti questi anni e in quella maledetta lettera era come se non fosse mai successo niente

Da bambina guardavo le mie amiche con i loro papà e ormai, anche se a malincuore, ero convinta che il mio papà non ci fosse più

Guardai la mamma con occhi pieni di compassione,capivo esattamente cosa stava provando

<<Amore...>>parlò con voce strozzata <<io andrò in un Hotel nelle vicinanze devo riflettere, so che la  mia reazione é troppo esagerata ma...>>

<<Me la caverò tranquilla prenditi tutto il tempo che ti serve>>

L'abbracciai forte a me e quando uscì fu l'ultimo rumore che sentii

Strappai la lettera, la mia decisione era presa però forse ...

Mi ranocchia appoggiando la testa sulle gambe le lacrime scesero incessanti finché non chiusi gli occhi

Mi risvegliai poche ore dopo e addosso avevo una coperta

Una coperta?

Qualcuno era seduto accanto a me, quando misi a fuoco chi fosse mi alzai di scatto

<<Charles! Che ci fai qui?>>

Non rispose ma avvicinò la sua mano e mi scostò una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio

<<Tesoro la porta era aperta...>>mi guardò con occhi indagatori inarcò un sopracciglio e si guardò intorno

<<Allora... Cosa é successo??>>

Guardai in basso e una lacrima solitaria bagnò la mia guancia, poco dopo ne seguirono altre finché non scoppiai in una crisi isterica

Mi tuffai tra le sue braccia e lui mi accolse stringendomi forte a se

<<Sono qui...>>
<<Resta con me ti prego ...>>
<<D'accordo>>

Il mercoledì dopo mi svegliai molto presto, la mia mente era ancora confusa. Sentii dei passi provenire fuori la porta, poco dopo bussarono

Il cuore cessò di battere

Non poteva essere lui

Aprii la porta ma quando mi ritrovai Charles difronte tirai un sospiro di sollievo

<<La signorina ha richiesto la colazione?>>
<< Non pago niente sia chiaro>> dissi ridendo e allo stesso tempo facendolo entrare

La mattinata fu molto piacevole i cornetti appena sfornati e un bel bagno caldo mi fecero più che bene

Arrivarono più o meno le dieci, eravamo entrambi distesi sul divano,quando di colpo bussarono alla porta

Aprii senza vedere chi fosse, il sangue mi si gelò nelle vene

Un uomo....Un uomo sulla quarantina era difronte a me sapevo esattamente chi fosse

Mio padre era lì... Li difronte ai miei occhi..

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