ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.
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Capitolo 3Tum Tum
Sehun sembrò cadere dalla nuvole.
Rimase fermo, irrigidito, sostenendo ancora quel ragazzo, che finalmente sembrava sentirsi un po' meglio e gli... sorrideva.
Un cerbiatto, un cerbiatto in tutto per tutto. Questo era l'unico modo per definirlo. Ma diamine, il modo in cui curvava le labbra era troppo... NO NO E ANCORA NO!! Scosse la testa, cercando di eliminare quei pensieri alquanto inusuali per qualcuno come lui. Avrebbe sbattuto volentieri la testa contro un palo in quel momento. Tanto già faceva male per conto suo, qualche botta in più sarebbe risultata superflua.
Il punto è che quello svitato, si, proprio la persona che adesso lo stava guardando come si guarda un pazzo, era davvero un caso fuori dal comune.E, sia chiaro, se c'era un pazzo lì, era proprio la persona che stava ancora sorreggendo! Avrebbe voluto dirlo, ma evitò, perché davvero, si sentiva già abbastanza scombussolato.
Luhan finalmente riuscì di nuovo a stare in equilibrio, nonostante si sentisse ancora debole.
- Mi dispiace averti dato fastidio - inclinò leggermente il capo in segno di scusa, mostrando un espressione stanca.
L'altro si allontanò di qualche passo, schiarendosi la voce e inserendo le mani in tasca.
- Ti sei ripreso adesso? - chiese atono, guardandosi intorno con noncuranza.
Quel modo di comportarsi non era da lui, pensò meravigliandosi di se stesso, ma probabilmente stare troppo vicino a qualcuno che all'una di notte si sbracciava e parlava col cielo aveva avuto il suo effetto. Si stava rimbecillendo anche lui.
- Si, grazie per avermi aiutato - disse innocentemente, e stavolta il suo sorriso fu più largo e luminoso del precedente. Era la gratitudine ad alimentare quel sorriso, Luhan credette di non aver provato sensazione più bella nel vedere che qualcuno si era preoccupato per lui, si sentiva felice.Angelico. Sehun non trovò altro modo per definire il suo viso e quella candida espressione stampata sopra. Per la seconda volta, sentì qualcosa di diverso farsi strada dentro di lui, più precisamente all'altezza del petto.
Lo stupore che si leggeva nei suoi occhi e in quelle piccole labbra curvate in una perfetta 'o' tuttavia (e per sua fortuna), venne colto in parte dal moro, che lo guardò stranito.
- Tu stai bene? - chiese non sapendo cos'altro dire.
Lo vedeva così silenzioso e perso nei suoi pensieri che pensò avesse fatto qualcosa di sbagliato anche in quel momento.
- Si - fu la risposta secca che arrivò alle sue orecchie, mentre lo superò, proseguendo dritto davanti a sé, mettendo le mani dentro le tasche dell'elegante cappotto nero.
Luhan venne investito da una scia di profumo, la prima cosa che aveva percepito quando lui si era avvicinato per aiutarlo, circondandogli le spalle e la schiena, e non sapeva bene perché, ma era certo che quell'essenza, così delicata e allo stesso tempo pungente, il suo naso non l'avrebbe dimenticata facilmente.
Per il momento si limitò a starnutire, maledicendosi per avere un naso così sensibile. Poi affrettò il passo, raggiungendolo.
- Sehun, aspetta! - lo affiancò, guadagnandosi un'occhiata piuttosto irritata dall'altro. L'aveva chiamato per nome, dunque sapeva chi era. Che fosse uno di quei fan ossessionati? Nah, improbabile, ma meglio stare attenti.
- Cosa vuoi adesso? Sei mio fan? Vuoi un autografo? Dammi una penna e qualcosa su cui possa scrivere - disse con fare sbrigativo rallentando il passo. Forse così avrebbe finito di avere altre implicazioni con quel ragazzo per quella sera.
Ma davanti alla sua faccia, che aveva chiaramente l'espressione di chi non sapeva in che lingua si stesse parlando, capì che probabilmente si era sbagliato.
- Veramente... - azzardò Luhan, puntando il dito davanti a sé -...mi chiedevo se per caso anche tu stessi andando al locale del signor Kim, così possiamo offrirti un Bubble Tea, credo lui te l'abbia già detto - concluse aspettando la risposta.
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ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||
FanfictionLuhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza. - Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare - il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico. Ne era già al corrente, più tempo passava lì, p...