⑭ Ᏸacio mancato

164 8 0
                                    

ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.

















Capitolo 14

I caldi raggi del sole che penetravano dalla finestra del salotto disturbarono il sonno di Luhan, che quella mattina fu il primo a svegliarsi. Era ancora molto presto, e c'era un silenzio quasi surreale, intralciato solamente dal lieve russare che proveniva di tanto in tanto dalla persona che si trovava addormentata sul suo petto, così com'era stata posizionata la sera precedente, ancora più stretta e accoccolata a quella fonte di calore se possibile.
Luhan sorrise, sentendo il suo cuore venire pervaso da un'intensa ondata di felicità. Era così bello svegliarsi con Sehun tra le sue braccia, che non gli importava neanche di avere il corpo un tantino dolorante a causa del suo peso e del modo in cui era sistemato. Gli sembrava di vivere in un sogno. Mai si era sentito così al settimo cielo, mai si era sentito così pieno di energie, così forte e potente, e tutto perché lui era lì, perché sentiva i loro corpi premere l'uno contro l'altro, perché sentiva i loro cuori più vicini che mai. Non voleva che quel momento finisse, quanto sperava che le lancette dell'orologio ritornassero indietro, e gli consentissero di ripetere ancora e ancora quegli attimi, quanto sperava di rimanere intrappolato nel tempo per una volta, in modo da non dover essere privato della persona che ormai stava diventando il suo tutto, che era la sua parte mancante, la sua metà.
Dolcemente prese ad accarezzare la sua folta chioma di capelli, beandosi dei suoi respiri, di tutto quel calore che sarebbe riuscito a tenerlo al caldo anche durante il più rigido degli inverni, del suo profumo. Gli piaceva tanto il modo in cui profumava Sehun, qualcosa di delicato, ma forte allo stesso tempo, un'essenza virile, capace di inebriare e offuscare i sensi, di sottometterli e farli dipendere al proprio volere. E Luhan era più che felice di assecondarlo, qualunque esso fosse.
Lo sentì mormorare qualche parola sconnessa nel sonno, e non riuscì a non sorridere quando le sue labbra e le sue sopracciglia si piegarono in quello che sembrava essere una specie di broncio. Sembrava proprio un bambino, e questo non fece che aumentare la sua voglia di stringerlo e cullarlo ancora di più, ma si fermò solamente perché era consapevole del fatto che lo avrebbe soffocato, era già tanto stretto a lui.
Doveva essere davvero stanco, pensò. Eppure per lui trovava sempre tempo. Avrebbe potuto decidere di starsene a riposare nel suo dormitorio il giorno precedente, e invece era andato lì, lo aveva consolato, aveva esaudito le sue richieste, aveva passato un giornata in sua compagnia, e mai una volta l'aveva sentito dire "sono stanco" o "non voglio fare questo". Almeno sperava che quella dormita sarebbe riuscita a fargli recuperare un po' di energia. E sperava che nelle sue braccia avrebbe potuto trovare un po' di conforto, come era stato per lui quando l'aveva abbracciato il giorno prima.


Sehun si svegliò qualche ora dopo, e la prima cosa che notò fu di non trovarsi nella sua camera, bensì stretto fra delle esili braccia e con metà busto poggiato su un altrettanto esile corpo, che non poteva che appartenere a Luhan. Gli tornò in mente la giornata precedente, e si rese conto di essersi probabilmente addormentato mentre stavano guardando il film. Imprecò mentalmente, sentendosi un idiota, ma purtroppo la stanchezza c'era, soprattutto in quel periodo in cui avevano prove e concerti, e lui l'aveva combattuta e respinta già parecchie volte.
Ma un momento.
Facendo un breve riepilogo dei suoi pensieri, si rese conto solo in un secondo momento di essere tra le braccia di Luhan.
Tra le braccia di Luhan.
Quelle parole continuavano a ripetersi nella sua mente senza dargli un attimo di tregua. Questo voleva dire che si era addormentato su di lui, che loro erano vicini, che i loro corpi erano vicini, che poteva chiaramente sentire il suo profumo, il suo calore, il suo respiro, che poteva avvertire i battiti del suo cuore...
E allo stesso tempo poteva sentire come i suoi in quel momento erano diventanti più forti e violenti. Non poteva crederci. Sicuro che ancora non stesse sognando? Sicuro che tutto ciò fosse reale?
- Sehun?... Sei sveglio? - la sua dolcissima voce e il suo tocco delicato furono la conferma che si, tutto era davvero reale.
Alzò la testa, incontrando subito quegli occhioni da cerbiatto che lo guardavano felici, senza nascondere una nota di divertimento.
- Buongiorno Sehun! - esclamò rivolgendogli un caldo sorriso.
- Buongior... ma aspetta un momento! Non dirmi che ho dormito tutta la notte sopra di te!?! - il giovane idol entrò nel panico. Se le cose stavano così, le sue povere ossa dovevano essere distrutte a causa del suo peso!
Luhan annuì timidamente, mentre una tinta di rosso si distribuiva sulle sue gote, ma non ebbe modo di proferire parola, e spiegargli che era stato lui a spostarlo sul suo petto, in quanto si sentì afferrare il viso ai lati con entrambe quelle grandi mani che adorava tanto.
- Ti ho fatto male? Perdonami, sono stato uno sconsiderato, ma perché non mi hai svegliato? Potevi dirmelo, chissà come sarai indolenzito adesso! - Luhan non ebbe scampo, i suoi occhi incontrarono quelli preoccupati e affezionati dell'altro, che sembrava sul punto di scoppiare in una crisi d'ira contro se stesso, e si sentì cadere sempre di più dentro quelle fiamme ardenti, quelle fiamme che solo quel sentimento unico che provava verso di lui era in grado di accendere e alimentare, quelle fiamme che lo avvolgevano completamente, ma stranamente non gli facevano alcun male, anzi lo facevano sentire protetto. Non seppe neanche lui dove trovò la forza per poggiare le sue mani sopra quelle più grandi di lui, molli com'erano in quel momento, come il resto del suo corpo. Solo il suo sguardo, quello sguardo così sincero, era capace di ridurlo in uno stato così pietoso, di fargli dimenticare tutto, tranne che loro.
- Tu non mi hai fatto male, no, non potresti mai farlo, non ho nulla da perdonarti, invece ti ringrazio, perché è stata la prima volta che ho dormito così bene, e non mi importa se mi fa male da qualche parte, ritornerei a tenerti in quel modo altre dieci, cento, mille volte - era felice di aver detto quelle parole, nonostante adesso fosse rosso come un peperone. Non fece caso neanche all'espressione sorpresa di Sehun, sgattaiolò subito verso di lui, per nascondere il viso contro il suo petto, il luogo che era diventato il suo rifugio. E non gli importava se l'altro avrebbe potuto sentire i battiti del suo cuore in quel momento, accelerati ed erranti, la cosa di cui aveva bisogno era calmarsi.

ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora