②① ₹itorno a casa??

108 7 0
                                    

ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.


















Capitolo 21

Uno spesso strato di tensione riempiva quella stanza. Incredulità mista a dubbi, interrogativi e ansietà dominava su tutto, non lasciando spazio ad altro se non ad un preoccupante silenzio che non dava certo l'idea di essere confortabile.
Luhan aveva quasi dimenticato come respirare. Stava succedendo tutto così inaspettatamente, tutto così in fretta che non riusciva più a ragionare in modo razionale, ormai la sua mente era appannata da preoccupazioni e insicurezze. Una parte di lui aveva sempre fatto affidamento sulla questione che la sua specie sarebbe stata in grado di trovare un modo per mettere piede sul quel pianeta prima o poi, solo non si aspettava a questa velocità, non si aspettava una svolta simile. Ma quando i suoi occhi scuri e tremanti si puntarono sull'imponente figura di Kris, seguita dalle altre tre che appartenevano a Chen, Tao e Xiumin, capì che forse aveva sottovalutato un bel po' la cosa. Si trattava di menti incredibili in fondo, dotate di abilità altrettanto incredibili, si trattava di esseri come lui, esseri con cui aveva avuto a che fare per molto tempo in passato, e che adesso erano di nuovo davanti a lui, con la sola ma importante differenza che stavolta si trovavano tutti sul pianeta Terra.
Deglutì a vuoto. Non sapeva proprio cosa dire, la sua voce si rifiutava di correre in suo aiuto. Rimase lì, immobile, fermo, mentre la paura si faceva strada dentro di lui. Si, la paura di essere riportato sul suo pianeta senza avere il tempo di parlare ancora una volta col signor Kim, senza avere il tempo di rivedere il suo Sehun.
Sentiva le lacrime pizzicare i suoi occhi, ma si rifiutò di liberarle. Aspettava impazientemente che quel silenzio venisse interrotto, che la staticità di quell'assurda situazione si trasformasse in mobilità, mentre il suo cuore si rinchiudeva in una morsa di apprensione e timore. C'era un'alta probabilità che le parole che sarebbero uscite di lì a poco dalle labbra degli altri quattro avrebbero potuto distruggerlo, ridurlo in pezzi, calpestare quelle misere speranze che si era costruito, quei castelli in aria a cui si era aggrappato con tutte le forze che aveva. Aspettava, aspettava che il suo destino venisse decretato.
E Lay, poco più avanti rispetto a lui, non era certo da meno. Se da un lato rivedere le persone con cui aveva condiviso per molto tempo la sua normalità lo rendeva in qualche modo felice, dall'altro lato anche sul suo cuore sentiva un peso, un peso consistente, non di poco conto.

Gli occhi scuri e attenti di Kris scrutarono vigorosamente l'ambiente circostante, per poi soffermarsi in modo particolare sulle due figure che in quel momento catturavano tutta la sua attenzione e il suo interesse.
- Luhan, Lay, finalmente vi abbiamo trovato - affermò diretto, con un'espressione ferma, in cui poteva essere perfettamente rintracciata una nota di autorità.
Luhan, dopo aver sentito pronunciare quella frase, decise di lasciar vagare il suo sguardo verso il pavimento. La verità era che avrebbe preferito non essere trovato. Dentro di sé sapeva bene quanto era importante ritornare sul suo pianeta natale, ma semplicemente non voleva, non voleva ritornare ad essere un meccanismo, un ingranaggio, gli importava di quel luogo certo, ma aveva trovato qualcosa che gli importava di più adesso, e che valeva più della sua intera vita. Aveva paura che incontrando gli occhi degli altri quattro si sarebbe lasciato sfuggire quei pensieri, che avrebbe fatto conoscere ciò che provava realmente in quel momento: irritazione, un senso di allerta nei loro confronti, il fatto di non gradire completamente il loro arrivo e forse, anche una punta di disprezzo. Aveva paura, paura che gli portassero via la felicità, tutto quell'involucro di belle emozioni che aveva provato fin'ora. Forse per questo non riusciva a guardarli positivamente, come degli aiutanti, ma quasi come degli estranei, dei nemici. Era vero che loro non avevano nessuna colpa, loro semplicemente era riusciti a trovarli e probabilmente volevano riportarli al loro posto di appartenenza, senza alcuna intenzione cattiva, senza alcun doppio fine. Ma non potevano capire dalla sua prospettiva, dal suo modo di vedere le cose. Non potevano capire tutto ciò che lui aveva capito in quei mesi, non potevano neanche immaginare il modo in cui il suo mondo si era ribaltato completamente, il modo in cui aveva subito una rotazione a 360 gradi.
Decise di continuare a starsene in silenzio. Non voleva causare danni, almeno per ora. Strinse l'orlo delle maniche della sua maglia tra le sue mani, cercando di sfogare su quel tessuto un minimo delle sue frustrazioni.
- C-come siete riusciti ad arrivare fin qui? - chiese Lay debolmente, ancora visibilmente scosso dalla loro presenza.
Kris incrociò le braccia al petto.
- Per spiegarlo brevemente, siamo riusciti a capire il problema di quella struttura. Accumulando troppa energia aveva iniziato a comportarsi in quel modo strano. Quelle saette rappresentavano il "rilascio" dell'energia, per così dire. Ci è voluto un po' di tempo prima che smettessero di liberarsi e colpire ciecamente ciò che capitava loro davanti. Come ben sapete il loro raggio d'azione era limitato. Voi siete stati colpiti perché vi siete avvicinati, e in quanto contenitori viventi di energia, siete stati bersagli facili. Non possiamo negare che i danni derivati da questo meccanismo siano stati rilevanti, sia per il pianeta, sia per gli abitanti. Tuttavia, una volta che l'energia di troppo è stata liberata, la macchina si è rivelata da sola essere pronta per l'uso. Si è trattato giusto di fare un paio di controlli a livello di equilibrio di poteri, ma era perfettamente funzionante, tanto è vero che oggi noi siamo qui, sul pianeta Terra, e possiamo dire di aver raggiunto notevoli progressi e parziali risultati per quanto riguarda questo progetto - la spiegazione di Kris lasciò gli altri due abbastanza perplessi e sorpresi.
- Non riesco a capire qualcosa - la voce e l'espressione pensierosa di Lay interruppero quei pochi minuti di silenzio che aleggiavano dopo la spiegazione.
- Hai detto che si trattava di energia in eccesso, accumulata e liberata. Per quale motivo dopo che questa energia è stata liberata la macchina non ha ricominciato ad attirare a sé ancora energia? - domandò curioso, non potendo negare il suo interesse verso quel progetto. Da come ricordava, non c'era stato modo di fermare quella struttura dall'attrarre qualunque fonte di energia e prosciugare allo stesso tempo il suo "contenitore" da tale potere. Dopo essersi soffermato su questo ragionamento, in lui scattò qualcosa, come un senso di consapevolezza. Stava per continuare con la sua ipotesi ma Kris era già in procinto di dargli una risposta.
- Semplicemente non c'era più nulla da prendere. Siamo stati privati dei nostri stessi poteri. Eravamo indeboliti, ridotti ai minimi termini. Ma durante quel lasso di tempo, ne abbiamo approfittato per usufruire della struttura. Una volta che viene usata, l'energia viene consumata e la macchina smette automaticamente di funzionare. Si tratta di utilizzare il 50 percento di energia nel viaggio di andata e il 50 per il viaggio di ritorno. Una volta ritornati sul pianeta, la macchina è ferma e ha completato il suo incarico. Siamo arrivati tramite un apertura spazio-temporale, sicuramente in un modo più facile e meno doloroso rispetto al modo in cui siete arrivati voi -.
Lay elaborò tutta quella nuova spiegazione, annuendo. Ma ancora c'erano altre cose da sapere, e non si risparmiò dal chiederle.
- Quindi voi... al momento siete anche a corto di poteri? E come siete riusciti a trovarci? - chiese portandosi poi le mani alle tempie e massaggiandole lentamente. Stava iniziando ad avere mal di testa.
- Non proprio a corto, ma sicuramente il livello è davvero basso - questa volta fu Chen a rispondere.
- Pensavamo che arrivando sulla Terra le nostre energie sarebbero state completamente prosciugate, è stato un campanellino d'allarme per noi, ma alla fine abbiamo scoperto che non succedeva nulla, il livello restava quel che era, non diminuiva né cresceva. Ciò vuol dire che se usiamo questa piccola parte rimanente in noi, dal momento che non ci siamo completamente ricaricati, moriremo - continuò il ragazzo, senza scomporsi neanche di fronte alle ultime parole.
- E a questo proposito...- non ebbe la possibilità di continuare poiché interrotto da Kris, che spostò lo sguardo verso la persona attualmente dietro il bancone, con lo sguardo rivolto verso il basso.
- Luhan - pronunciò il suo nome, come a richiedere la sua attenzione.
La persona in questione sobbalzò a sentir dire il suo nome con così tanta freddezza e atonia, abituato ormai a sentirsi chiamare con affetto e dolcezza. Alzò cautamente lo sguardo, confuso e malinconico, privo di vitalità, incontrando gli occhi perforanti dell'altro.
- Ne sei consapevole vero? Lo sai che sei attualmente in pericolo di vita, e che morirai se rimani ancora qui? - gli occhi del moro, di Lay e del signor Kim, fino ad ora spettatore silenzioso e in disparte di quella scena, si allargarono per la sorpresa di questa cruda realtà.
Onestamente neanche Luhan credeva di trovarsi in condizioni tanto gravi. Sapeva di essersi indebolito, ma non pensava di essere già a livelli così pericolosi. Questo causò il lui una maggiore agonia, una morsa al cuore così forte da essere in grado di strapparglielo. Non era pronto a nulla di tutto questo. I suoi occhi stanchi e tristi guardarono distrattamente un punto indefinito oltre la figura di Kris, che riprese la parola.
- Quando siamo arrivati, siamo riusciti ad avvertire subito la vostra presenza, anche se non nel modo in cui la avvertiamo solitamente nel nostro pianeta, ma quella debole scia ci ha condotto qui. Il punto è... mentre la presenza di Lay è stata fin da subito più viva, la tua no Luhan. In poche parole, di te siamo riusciti solo ad avvertire il debole segnale di come ti stai spegnendo, di come la tua vita è sul punto di giungere al termine - un pesante silenzio crollò dopo quelle parole. Piccoli tremolii si era impossessati del corpo di Luhan, e i suoi occhi, di nuovo rivolti verso il basso, riuscivano a malapena a trattenere le lacrime. Vedeva in modo appannato a causa di questa resistenza che aveva imposto a non voler crollare completamente di fronte a loro. Sentiva un nodo alla gola.
No, no, no. Era tutto sbagliato. Non poteva andare così, non poteva essere vero.
Questo si ripeteva, mentre i pugni si stringevano ancora di più, facendo diventare le nocche bianche e mentre il labbro inferiore veniva continuamente martoriato dai denti.
Il signor Kim era terribilmente preoccupato. Questa volta nulla poteva nascondere la sua espressione sofferente. Aveva una paura orrenda di perdere Luhan.
Lay gli rivolse anche un'occhiata preoccupata, vedendolo così vulnerabile e così fragile. Sospirò pesantemente. Aveva l'impressione che la cosa non sarebbe andata a finire bene.
- Come siete riusciti a percepire la nostra presenza? Noi non siamo riusciti a percepire nulla - chiese schiarendosi la voce.
- Probabilmente perché è da molto tempo che siete qui. La vostra persona si è adattata e abituata al mondo dei terrestri, per cui vi viene molto difficile se non impossibile percepire cose esterne alla realtà che vivete -.
Alle parole di Kris, l'altro annuì. Ma gli venne spontaneo chiedere un'altra cosa.
- Siete riusciti ad avvertire solo la nostra presenza? -.
- Si - anticipò Tao la risposta - gli unici ad essere qui siete voi -.
Lay riprese di nuovo un'aria pensierosa, passandosi una mano tra i capelli.
- Questo vuol dire che...- iniziò, ma Kris sembrò centrare subito il nocciolo della domanda.
- Si, l'iniziatore di questo progetto è morto, qui sulla Terra - di nuovo il silenziò dominò sovrano tra tutti.
Nessuno si accorse di come il signor Kim sospirò, chiudendo gli occhi e abbassando la testa in un espressione afflitta, dolorosa.
- Ma adesso passiamo al resto - riprese Kris, attirando nuovamente l'attenzione di tutti i presenti.
- Luhan, Lay, se siamo venuti qui è stato sia per portare avanti questo importante progetto e sia per riportarvi nel vostro luogo d'origine. Possiamo fare ben poco adesso qui, dal momento che abbiamo un limite di tempo prima che l'apertura spazio-temporale si chiuda. Restano circa 48 ore di tempo, che se non erro, su questo pianeta sono quantificabili in due giorni. Fra due giorni ritorneremo qui, e proseguiremo insieme verso il punto stabilito per tornare sul nostro pianeta. In questi due giorni noi quattro saremo in giro per fare quanti più studi e ricerche possibili. Le vostre testimonianze saranno fondamentali, dunque richiedo la vostra massima collaborazione - e così dicendo lui, seguito dagli altri tre ragazzi, si incamminò verso l'uscita, non mancando di rivolgere nel processo un'occhiata all'unico umano presente in quella stanza, che aveva sentito tutti i loro discorsi standosene sempre da parte. Ma Kris non ci fece caso più di tanto, per cui nuovamente dicendo "Ci rivedremo fra due giorni", scomparve con gli altri dalla loro visuale.
Fu a quel punto che Luhan non riuscì più a controllare le sue emozioni, e le sue gambe crollarono prima che lui potesse anche solo cercare di fermarle. Subito gli altri due gli furono vicini, preoccupati, nonostante Lay condividesse il suo shock vista la situazione. Solo due miseri giorni. Ma Luhan era come diventato sordo ai richiami degli altri due, non gli importava delle loro mani che cercavano di sostenerlo e di fermarlo dal cadere incurantemente al suolo.
Non gli importava nulla in quel momento. Si lasciò andare ad un pesante pianto, a incessanti singhiozzi, a una tristezza immensa e insopportabile.
No, non voleva lasciare quel posto, non voleva morire. Voleva continuare a vivere, voleva avere Sehun accanto. Solo immaginare di andare via e lasciarlo era qualcosa di tremendamente doloroso.
Si rinchiuse in se stesso, portando le ginocchia al petto e abbandonando la testa contro di loro, circondando le braccia intorno alle gambe. In quel momento aveva bisogno di restare da solo. Aveva bisogno di gridare, di sfogare quel misto di rabbia, frustrazione e impotenza che aveva addosso. Aveva ancora bisogno di correre dietro le sue speranze e le sue illusioni, di trattenerle nelle sue mani, di stringerle disperatamente. Ma purtroppo erano come dei granelli di sabbia, che trovavano il modo di fuggire dalla sua presa e cadere, sparire. Non restava altro che il vuoto. Un vuoto immenso e incolmabile. E lui lo stava già saggiando. Stava già avendo un pizzico di quella che sarebbe stata la sua vita in futuro. E gli sarebbe andato pure bene, se non fosse per quel cuore, per quell'unico organo in grado di farlo soccombere e di pulsare solo tanto dolore.
Gli altri due capirono che non dovevano insistere, perché in quel momento Luhan era l'essere più vulnerabile del mondo, e aveva bisogno di tempo. Tuttavia gli restarono accanto, sopportando le sue urla, i suoi pesanti sospiri e le sue lacrime incessanti.
"Io non voglio andare via", ripeteva in continuazione.
"Io non voglio morire", diceva subito dopo.
"Sehun" era il nome che usciva dalle sue labbra come una supplica, una preghiera. Quel nome lo faceva piangere ancora più forte, consumandogli anche l'anima.
Anche gli occhi di Lay e del signor Kim si riempirono di lacrime. Era una scena troppo dolorosa, troppo difficile da sopportare.

ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora