⑬ Ⴎna foto con Sehun

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.

















Capitolo 13

Sehun avrebbe sicuramente preferito prendere qualcosa di caldo, e non un gelato, visto che già la giornata era abbastanza fredda di suo, ma non sarebbe mai riuscito a dire di no davanti alla richiesta del suo piccolo cerbiatto, che sembrava sentirsi meglio. E lui per vederlo felice e sorridente avrebbe esaudito ogni suo desiderio, anche quello più stupido o quello più strano. Questo pensava mentre lo guardava affondare trepidante il cucchiaio dentro quella sostanza congelata, per poi portarlo alla bocca, deliziato da tanta bontà. E perso a guardarlo, Sehun non si accorse neanche della sua stessa ordinazione che si stava sciogliendo, non che gliene importasse poi così tanto. Ma quella voce morbida e vellutata invece glielo fece notare subito.
- Sehun, non lo mangi tu? Si sta sciogliendo! - esclamò preoccupato, indicando il bicchiere posto davanti all'altro, intatto. Sehun annuì, afferrando il suo cucchiaio e affondandolo per la prima volta nel suo gelato.
- Non preoccuparti, adesso lo mangio - rispose, assaggiandone un po'. Luhan gli sorrise contento, prima di ritornare alla sua di ordinazione.
Per qualche minuto continuarono così, seduti uno di fronte all'altro, gustandosi ognuno la propria porzione, ma ad un tratto Sehun decise di interrompere il silenzio. Adesso che lo vedeva più rilassato, voleva chiedergli qualcosa. Rivolse a lui tutta la sua attenzione, chiamandolo affettuosamente e porgendogli la domanda.
- Ti andrebbe di dirmi perché prima eri così triste? -
Lo vide puntare gli occhi nei suoi, per poi rattristarsi un po' ed abbassarli, e credette che forse avrebbe dovuto aspettare ancora, ma invece dopo qualche secondo di impaziente attesa, Luhan parlò.
- P-perché sono preoccupato per il signor Kim - iniziò timidamente, essendo la prima volta che si confidava con qualcuno che non fosse la persona appena citata. Vedendo che Sehun lo guardava attento e serio, come per incitarlo ad andare avanti, continuò.
- Lui si prende sempre così tanta cura di me, mi ha insegnato tanto, mi vuole bene, ma io credo di non meritare tutto questo, perché io in fondo... io non ho mai fatto nulla per ricambiare tutta la sua gentilezza, e mi sento in colpa, ma davvero, non so proprio cosa fare - disse tristemente, mentre una piccola lacrima scendeva silenziosa lungo la sua guancia.
- Non voglio essere un peso per lui, so che anche lui ha i suoi problemi di salute, ma non mi dice mai nulla, e io non so come aiutarlo... ma quando sono io a stare male non lascia il mio fianco neanche per un attimo, e ho paura che a causa mia possa ammalarsi ancora di più. A volte mi sento così inutile...- sospirò, incontrando gli occhi preoccupati e malinconici dell'altro ragazzo. Era bello potersi sfogare, poter dare voce ai propri pensieri e dubbi, e con Sehun era sicuro che non si sarebbe mai pentito di queste confidenze, perché si era dimostrata una persona in grado di ascoltare, non interrompendolo un attimo, e non abbandonandolo con lo sguardo, cercando sempre i suoi occhi. Certo, aveva dovuto omettere tantissime cose nelle sue parole, aveva dovuto nascondere le sue numerose e grandi preoccupazioni, le sue incertezze, i suoi sentimenti, la stessa verità, ma doveva accontentarsi, aveva imparato che nella vita era impossibile avere tutto gratuitamente, senza soffrirne almeno un po'. E lui soffriva tanto, sempre di più, perché più tempo passava lì, più si affezionava a quel luogo, più si affezionava al signor Kim e alla persona attualmente davanti a lui, più aveva paura, più non riusciva ad accettare che prima o poi avrebbe dovuto lasciarli, che prima o poi avrebbe dovuto abbandonare questa vita. Che strano però, ciò che lo faceva star male, che aumentava la sua sofferenza, allo stesso tempo era la sua consolazione, la sua forza, il suo bisogno, ciò che gli permetteva di continuare ad andare avanti, a non arrendersi. Adesso si alzava la mattina non pensando più di essere solo in un mondo che non era suo, non pensando più "devo tornare al più presto nel mio pianeta" o "devo trovare un modo per andare via da qui". No, adesso quei pensieri erano così lontani... Adesso quando si svegliava pensava che accanto a lui c'erano delle persone che gli volevano bene, pensava che avrebbe trascorso un'altra giornata in compagnia del signor Kim e che avrebbe sicuramente imparato nuove cose, e pensava che forse quel giorno Sehun sarebbe andato a trovarli, e che di conseguenza avrebbe potuto rivedere il volto della persona che gli faceva battere il cuore così forte, che gli aveva aperto le porte verso quel mondo sconosciuto e tutto da esplorare che era l'amore.
In quei mesi le cose erano davvero cambiate, erano diventate così. E a Luhan piacevano così com'erano, a lui piaceva quella vita riempita di colori e di emozioni, a lui piaceva il poter interagire con gli altri, ridere, scherzare, arrabbiarsi, anche rattristarsi, comunicare, sentire il suo cuore battere non soltanto come prova del fatto che era vivo, ma come prova del fatto che stava vivendo, che stava assaggiando a pieno cos'era davvero la vita. Pian piano stava diventando un umano. E, a dirla tutta, la cosa non gli dispiaceva.
Se solo non avesse dovuto nascondere dentro di lui così tante cose, se solo non avesse dovuto nascondere alla persona che amava chi era davvero, allora tutto sarebbe stato perfetto. Ma su questo aspetto prima o poi avrebbe rimediato, nonostante la grande paura che Sehun, sapendo la verità, gli avrebbe voltato le spalle, o lo avrebbe trattato per sempre come un mostro.
Ma no, non doveva pensarci. Sehun non era così.

ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora