⑰ ₦on ti abbandonerò mai, Luhan

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.



















Capitolo 17

Erano passati quattro giorni, e Luhan ancora non si era svegliato.
Sehun si sentiva distrutto, sia fisicamente che psicologicamente.
Era stanco, non essendo riuscito a chiudere occhio durante tutto quell'arco di tempo, era confuso, inquieto, ancora sotto shock a causa degli avvenimenti precedenti, ma in quel momento l'unica cosa che desiderava era soltanto rivedere quei due grandi occhioni castani che gli avevano rubato il cuore riaprirsi e guardarlo come avevano sempre fatto fin'ora.
Perché in quel momento la paura di perdere Luhan lo tormentava milioni di volte in più rispetto a tutto il resto. In quel momento, il bisogno di riaverlo davanti a lui, sorridente e felice, superava qualsiasi altra cosa. Non gli importava di quelle rivelazioni, non gli importava dello stato pietoso in cui si trovava in quel momento. Solo una cosa voleva: che Luhan riaprisse gli occhi. Perché sentiva che non avrebbe potuto reggere ancora per molto quella situazione, gli mancava così tanto sentire la sua voce, vedere quello sguardo così puro e limpido, tutto ciò per lui era diventato indispensabile, come l'aria.
Questo i suoi occhi lasciavano trasparire mentre continuava ad osservarlo, steso com'era in quel letto d'ospedale. La sua mano sempre stretta intorno a quella più esile dell'altro, lo sguardo preoccupato e colmo di paura che non lasciava mai il profilo di quella figura addormentata. Luhan rimaneva sempre così bello davanti ai suoi occhi, così bello da mozzare il fiato. Non aveva mai visto tanta bellezza, tanta perfezione concentrata tutta in una persona. E forse quel particolare a cui ancora faceva fatica a credere era immischiato in questa faccenda.
La sua mente non faceva che ripercorrere ogni minuto di quella sera. Non pensava che le cose sarebbero finite così. Era completamente contro ogni sua previsione. Luhan gli aveva rivelato di non appartenere a questo mondo, lo aveva implorato tra le lacrime di credere alle sue parole, lo aveva sollevato in aria, lo aveva avvicinato a lui, lo aveva abbracciato e baciato prima di svenire tra le sue braccia. Sehun in quel momento non era riuscito a ragionare con chiarezza e razionalità, ma come biasimarlo. Era stato divorato dalla paura, dallo spavento, dal panico, gli era apparso tutto così surreale da confondere tra sogno e realtà. E infatti, inizialmente aveva scambiato tutto ciò per un sogno, un sogno stranissimo, di come non ne aveva mai fatti prima. Ma poi, la prova palpabile che non si trattava di finzione l'aveva ritrovata fra le sue braccia, svenuta, e nonostante avesse scosso la testa parecchie volte, tra le lacrime, per togliere tutta quella nebbia che appannava la sua mente, Luhan era rimasto ancora lì, ed uscendo sempre più da quello stato di incoscienza aveva cominciato ad avvertirne il peso sotto le sue mani, i suoi sensi avevano ricominciato a percepire ciò che lo circondava, e mai si era sentito così perso e confuso in vita sua. Ma rendendosi conto che Luhan non stava più reagendo, un allarme era scattato improvvisamente dentro di lui, ridestandolo da quell'abisso di pensieri che offuscavano la sua testa. La consapevolezza che Luhan era in pericolo lo aveva colpito in viso, aveva capito che non era il momento di stare fermo lì a non far nulla, perché la vita della persona che amava dipendeva da lui, e lui doveva fare subito qualcosa.

Sehun passò una mano tra i capelli, già abbastanza arruffati, sospirando profondamente. Guardare quel volto davanti a lui e collegare allo stesso tempo la parola "alieno" suonava così... impossibile.
Andiamo, non aveva mai creduto a niente di simile in vita sua, come poteva passare da un giorno all'altro ad accettare la cosa? E poi ancora aveva poca convinzione dentro di sé, gli appariva tutto così ingannevole, così strano, così ridicolo. Ma forse questa verità spiegava tante cose. Spiegava i malori di Luhan, spiegava il fatto che non avesse genitori, e che lo avesse affermato in quel modo tanto tranquillo, spiegava quella domanda che gli aveva rivolto poco tempo fa, ovvero cosa significasse il termine "baciare", spiegava un insieme di situazioni che aveva trovato fin troppo strane, spiegava quello sguardo sempre curioso e puro, quell'innocenza che nascondevano le sue azioni, quella limpidezza negli occhi che neanche una persona umana riusciva a possedere.
Ma per quante spiegazioni riuscisse a correlare, ancora non poteva credere a tutto, anche se forse col tempo sarebbe riuscito ad assimilare meglio la cosa e magari farla diventare parte della sua normalità.
In questo senso le parole che aveva scambiato qualche giorno prima col signor Kim, quando entrambi erano seduti lì, fuori dalla stanza del ragazzo, in attesa che finissero i controlli, si erano rivelate terapeutiche. Sehun lo aveva capito subito, appena l'uomo si era precipitato come una furia in ospedale, che lui sapeva tutto di Luhan. Avevano avuto l'occasione di parlare con calma, e probabilmente era in parte merito di quel signore se Sehun non era impazzito del tutto, se aveva avuto modo di rifletterci e di ragionare senza andare fuori di testa, senza consentire alle sue paure e insicurezze di prendere il sopravvento, e magari fargli compiere qualche azione di cui in seguito si sarebbe potuto pentire amaramente.

ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora