⑯ ℌo bisogno di te, Sehun

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.


















Capitolo 16

Prendersi cura di qualcuno.
Luhan adorava quelle parole, le adorava semplicemente perché quel qualcuno di cui prendersi cura era Sehun, e dentro di lui sapeva bene che avrebbe passato la sua intera vita a dedicargli attenzioni. Forse iniziava a capire che amare non era poi un compito così difficile, anzi... non era proprio un compito. Un compito è qualcosa che esegui perché ti viene assegnato, ma l'amore non funziona così. All'inizio, quando gli era stato svelato il significato di quella parola, ne era rimasto così spaventato da non voler neanche solamente pensare di inserirla nel suo vocabolario. No, troppe cose da fare, troppe responsabilità, era qualcosa di impossibile per qualcuno come lui.
Ma adesso iniziava a rendersi conto che forse l'amore partiva anche dai piccoli gesti e dalle più banali azioni. L'amore non aveva bisogno di manifestarsi o essere dimostrato attraverso grandi parole, promesse o imprese. Certo, a volte servivano anche loro, ma in misura minore, perché amare qualcuno implicava farlo nella quotidianità, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, sempre. Per questo motivo adesso Luhan sentiva quella parola più leggera sulle sue spalle, perché si trattava di una crescita, lenta e fragile, ma forte allo stesso tempo, in quanto alla base ci stava un legame vero, puro, genuino. Bisognava andare per gradi, camminare insieme, fianco a fianco, era un cammino da intraprendere con convinzione e consapevolezza, tenendo conto di rischi e pericoli.
Questi erano i pensieri che aleggiavano nella sua mente, mentre era impegnato ad asciugare i capelli dell'altro ragazzo, seduto sul suo letto, di fronte a lui. C'era voluto un po' per convincerlo, in quanto Sehun riteneva che i suoi capelli umidi non avrebbero influito sul suo raffreddore, ma Luhan non la pensava allo stesso modo, non voleva vederlo stare più male. Aveva preferito abbandonarsi a queste riflessioni anche per fermare il rossore che si espandeva sempre più nelle sue guance mentre compiva quell'azione. Gli occhi di Sehun non si era scollati un attimo da lui, lo guardavano così intensamente che temeva avrebbero potuto scavargli dentro, sorpassare qualsiasi barriera avesse costruito e leggere ogni suo singolo pensiero, scoprire ogni singola verità che non era stata ancora rivelata. Quegli occhi erano così belli, così pieni di cose da comunicare, così caldi, che nonostante tutto Luhan non riusciva a non guardarli a sua volta, e a perdersi, a sprofondare sempre di più dentro di loro, a rivolgergli un muto interrogativo.
Riesci a capire cosa si nasconde dentro di me, cosa sto passando in questo momento?
E sperava davvero che Sehun riuscisse a capirlo, pregava in silenzio che questa connessione potesse avvenire in modo totale. Perché aveva sentito dire qualche volta che gli occhi sono lo specchio dell'anima. Sono dunque infallibili.
E poi non poteva non chiedersi se anche Sehun stesse provando le sue stesse emozioni, con la stessa intensità. Voleva sapere se anche lui sentiva il suo cuore voler quasi uscire dalla gabbia toracica quando lo guardava, se sentiva uno strano brulichio nello stomaco, come se ci avessero liberato milioni di farfalle, e se miriadi di brividi salissero lungo la sua spina dorsale, che lo facevano fremere in continuazione. In altre parole, voleva sapere se anche Sehun lo amava. Ma allo stesso tempo si ripeteva che era meglio non sentire la risposta. Non sapeva bene perché, se aveva più paura di udire un 'no' uscire dalla sua bocca, oppure udire un 'si', ma con la consapevolezza che lo stava ferendo, ingannandolo. Lui non ci sarebbe stato per sempre, non avrebbe potuto prendersi cura di lui, stare al suo fianco, stringerlo a sé, farlo sorridere e sostenerlo. Al solo pensiero i suoi occhi diventarono lucidi, e abbassò subito lo sguardo, mentre le sue dita abbandonavano la morbida e ora asciutta chioma dell'altro, e con l'altra mano spegneva invece il phon. Cercò di comporre subito il miglior sorriso che possedeva, lasciando da parte tutta quella tristezza.
- Ecco fatto, adesso sono asciutti! - esclamò, riponendo l'oggetto appena usato dentro una scatola.
Ma se pensava di essere sfuggito in quel modo allo sguardo attento di Sehun si sbagliava di grosso. Perché quest'ultimo lo aveva osservato così tanto da capire che c'era qualcosa che non andava in lui, e odiava dover sempre vedere quei due bellissimi occhioni da cerbiatto rattristarsi. Lo odiava davvero, sentiva di non poter stare in pace con se stesso senza cancellare quella tristezza dal suo viso, ma soprattutto dal suo cuore.
Quando Luhan tornò a sedersi di fronte a lui, Sehun afferrò con fermezza il suo mento, sollevandolo e portando i loro sguardi allo stesso livello.
- Perché sei triste? - chiese deciso, osservando quegli occhi riempirsi di sorpresa.
Luhan non sapeva come reagire, cosa dire. Non riusciva a credere che l'altro potesse capirlo così bene.
- C-cosa ti fa pensare che io sia triste? - domandò timidamente, cercando allo stesso tempo di deviare la domanda che gli aveva fatto prima. Perché non aveva ancora il coraggio di dirgli così, di punto in bianco, ciò che era realmente.
- Tante cose, ma soprattutto i tuoi occhi e il modo in cui mi sorridi. Quello non è il sorriso che rivolgi solo a me. Quello non è il tuo vero sorriso - Sehun rispose serio, con la voce più bassa di prima, quasi a voler racchiudere completamente quel momento che si erano creati.
Le guance di Luhan avevano ricominciato ad accaldarsi, e per nascondere questo loro cambiamento si abbandonò ad una risatina.
- Qual è il mio vero sorriso? Qual è il sorriso che rivolgo solo a te? -
L'altro ragazzo spostò le sue dita dal mento fino alla guancia, che iniziò ad accarezzare dolcemente. Adorava quando il suo Luhan gli rivolgeva queste domande, da cui traspariva solo tanta innocenza e purezza. Gli appariva così fragile e indifeso da scatenare dentro di lui un forte senso di protezione, una voglia matta di nasconderlo dentro le sue braccia e usare il suo corpo come scudo, per allontanarlo da qualsiasi forma di male.
- E' il sorriso più bello che abbia mai visto. Assomiglia a quello di un angelo, ed è così luminoso che se lo guardo troppo rischio di abbagliarmi. Ma non mi importerebbe di diventare cieco, l'importante è che tu non smetta mai di fare quel sorriso. E solo a me - concluse Sehun, esternando la semplice e pura verità.
Ed ecco che Luhan lo esibì nuovamente quel sorriso, buttandosi fra le braccia dell'altro, felice.
No, felice non era abbastanza per esprimere come si sentiva in quel momento. Era molto di più. Era la prima volta che si sentiva dire parole così belle e così sincere. Rise, ma di cuore. Se Sehun continuava a trattarlo così, presto avrebbe dovuto avere a che fare con un piccolo cerbiatto viziato.
Era incredibile come quel ragazzo riuscisse sempre a farlo sorridere, a togliere qualsiasi traccia di tristezza e malinconia dal suo volto. Senza rendersene conto, entrambi continuavano a rafforzare quel legame speciale che stavano condividendo. Luhan iniziava a non accontentarsi più di vederlo così poche volte, Sehun stava diventando la sua dipendenza, qualcosa di cui non poteva più fare a meno. E allo stesso modo, anche il moro stava diventando la dipendenza del giovane idol.
Luhan sospirò contento contro il petto dell'altro, godendosi a pieno la sensazione di averlo così vicino, rilassandosi, sentendosi a casa.
- Tuttavia c'è qualcosa per cui sono davvero arrabbiato con te - affermò Sehun ad un tratto, con finto tono irritato, ma che riuscì comunque a ingannare Luhan, dal momento che alzò la testa, guardandolo con occhi preoccupati.

ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora