ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ _ThisIsOverdose_ sᴜ ᴇғᴘ.
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Capitolo 20Quando gli occhi di Sehun lentamente si aprirono, la prima cosa che incontrarono fu una soffice e morbida chioma di capelli neri adagiata contro di lui, contro il suo petto. Le sue labbra gradualmente si allargarono in un dolce sorriso, e non poté negare a se stesso un sospiro di contentezza e felicità.
Era tutto come l'aveva immaginato, era come un sogno che si realizzava. Risvegliarsi con la persona che amava tra le sue braccia, risvegliarsi con un angelo stretto a lui, risvegliarsi allietato dai suoi respiri tranquilli e regolari era una delle cose più belle che avesse mai potuto sperimentare in vita sua. Non voleva che quel momento finisse, voleva perdersi in quella serenità che sembrava avere un qualcosa di surreale, di magico.
Sarebbe stato magnifico se ogni giorno il suo risveglio implicava una scena del genere. Solamente bearsi del calore di quel corpicino stretto a lui, di quel viso marcato da una candida e serena espressione e di quei respiri lenti, appena udibili, sarebbe stato più che sufficiente a dargli la giusta carica per far iniziare una nuova giornata.
Sehun ancora non riusciva a crederci, non riusciva a credere che quel piccolo cerbiatto alieno fosse reale, che esistesse veramente e che fra milioni e milioni di persone fosse stato lui ad avere l'inestimabile fortuna di incontrarlo e di innamorarsene. Forse era stato il destino a voler fare incrociare le loro strade, forse pura casualità, ma per qualunque cosa fosse stata, Sehun ve ne era profondamente grato. Aveva scoperto quanto era prezioso quel grande sentimento chiamato amore, aveva capito che viverlo era tutt'altra cosa che sognarlo ad occhi aperti. Luhan gli aveva riempito il cuore come nessun altro aveva mai saputo fare prima, lo sentiva parte di lui, lo sentiva parte di quel mondo il cui accesso era proibito a tutto il resto, parte di quel mondo pieno di cose da dire, da condividere e da vivere, e riservato soltanto a quell'unica persona speciale, quell'unica persona in grado di stabilire un vero e proprio collegamento.
E come era felice da una parte, dall'altra non mancavano mai quel turbamento e quella paura fermi sulla linea d'attacco, pronti a divorarlo in qualsiasi momento. Perché temeva che un giorno qualcosa o qualcuno gli avrebbe potuto portare via quanto di più caro e più prezioso aveva, che avrebbe allontanato da lui la sua fonte di felicità, la ragione per cui aveva imparato a sorridere e a superare i suoi limiti.
Odiava quei pensieri, li odiava profondamente. E probabilmente, a causa di quelle paure, Sehun, quasi senza rendersene conto, strinse ancora di più il ragazzo dormiente a sé, poggiando delicatamente le labbra sulla sua fronte, regalandogli piccoli baci, baci che non furono in grado di svegliarlo, ma che comunque fecero sì che si muovesse lentamente nel sonno e che andasse ad accettare tutto quel calore, sfregando come un piccolo gattino una guancia lievemente tinta di rosa contro il suo petto, e abbandonandosi ad un sospiro un po' più pesante. L'altro non riuscì a trattenere un sorriso di fronte a tanta dolcezza e purezza, e gli sussurrò un piccolo ti amo prima di voltarsi piano dall'altra parte, cercando di non svegliarlo o di fare rumore, e di controllare nel suo cellulare che ora fosse. Doveva ritornare presto quella mattina dai suoi compagni, in quanto li aspettava una giornata abbastanza impegnativa.
Quando constatò che ancora non erano neanche le sei, decise di chiudere ancora una volta gli occhi, e di godersi ancora un po' il tempo che poteva passare con lui prima di dover andare via.
Ma qualcosa di strano, un sogno davvero strano, turbò la sua mente e i suoi pensieri.Inizio Sogno
Vedeva Luhan sorridergli dolcemente, uno di quei suoi sorrisi bellissimi, capaci di farlo sciogliere come neve al sole. Vedeva quei suoi due grandi occhioni scuri puntati verso di lui, colmi di cose da dire, colmi di emozioni, luminosi. Poteva rispecchiarsi in quelle iridi, immergersi al loro interno fino a perdersi.
Era semplicemente un angelo.
Ma poi improvvisamente il suo sguardo iniziava a rabbuiarsi. Quelle meravigliose labbra si stringevano in una linea serrata, quella luminosità era sparita. Prima una lacrima, poi un'altra e poi un'altra ancora. E i suoi occhi non trasmettevano più la felicità di poco prima, era come se avessero perso ad un tratto tutta la loro vitalità. Le lacrime si facevano più copiose, cadevano velocemente lungo i tratti delicati del suo viso.
Luhan lo guardava, il suo sguardo era carico di tristezza, di angoscia e confusione. Era come se gli stesse chiedendo qualcosa. Un aiuto forse, non riusciva a capire bene.
Sapeva solo che si sentiva soffocare nel vederlo così, sentiva il suo cuore spezzarsi, frantumarsi, e soffrire a causa di quella visione.
Sehun cercava di avvicinarsi, aveva allungato una mano verso Luhan, aveva chiamato il suo nome, e gradualmente quelle parole diventavano grida quando vedeva che quest'ultimo restava inerme di fronte a quei gesti, e continuava a guardarlo piangendo. E poi la sua immagine iniziava ad allontanarsi sempre di più, dissolvendosi pian piano, proprio quando Luhan sembrava averlo sentito, allungando a sua volta la sua mano, cercando ostinatamente di raggiungere la sua e stringerla.
Lacrime avevano iniziato a solcare anche il volto di Sehun a quel punto, mentre urlava disperatamente il suo nome e lo pregava di tornare indietro, di non lasciarlo.
Perché aveva l'impressione che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto.
Aveva questa sensazione dentro di lui, sentiva una pesantezza incredibile occupare il suo cuore che pulsava dolore e solo dolore. Un cuore distrutto, ridotto a migliaia di frammenti, sanguinante.
Correva, voleva fermarlo, avvicinarsi a lui, riportarlo da lui, ma tutto sembrava impossibile. Nonostante lui si muovesse, non riusciva mai a raggiungerlo, restava fermo in un punto, mentre la figura del ragazzo che amava si dissolveva completamente davanti ai suoi occhi.
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ᴀʟɪᴇɴ ʟᴏᴠᴇ ⋆ᴅᴏ ʏᴏᴜ ʀᴇᴀʟʟʏ ᴇxɪsᴛ?⋆ || ʜᴜɴʜᴀɴ ||
FanficLuhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza. - Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare - il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico. Ne era già al corrente, più tempo passava lì, p...