Tarjei.Mercoledì, 16:00
Non sono felice, di più. C'era una cosa che mi mancava, salire su quel fottuto palco del Gullruten insieme ad uno dei migliori attori che conosco e che stimo.
Appena ho saputo la notizia della nominazione di Henrik come miglior attore, ho preso lo zaino e sono letteralmente scappato da scuola. Preso dall'euforia mi sono messo a correre senza riuscire a smettere di sorridere. Non mi sembra vero, faccio una delle esperienze più significanti ed incredibili della mia vita con il ragazzo che amo. Non potevo desiderare altro.
Spalanco la porta dell'Ett Bord e il primo viso che scorgo é quello di Siv, mi tremano le ginocchia, la somiglianza con il figlio è impressionante.
Senza dire nulla mi avvicino e la stringo tra le mie braccia sorridendo, lei si spaventa.
"Oh Dio, Tar!" ridacchia abbracciandomi, "Tesoro, che sorpresa vederti." dice con tono dolce.
Mi stacco per guardarla in viso, mi mancava quell'espressione calma e serena, da mamma.
"Posso offrirti qualcosa?-"
"Siv, ho bisogno vedere Henrik" sbotto frettolosamente, prendo un respiro profondo. "Adesso."
Lei mi guarda confusa, "Un momento ma tu dovesti essere a scuola, che succede?" chiede preoccupata.
Io la osservo sbalordito, "È stato nominato dal pubblico come miglior attore ai Gullruten! E ci sono anch'io, cioè saremo insieme, voglio dire in quel momento sarà al mio fianco, cioè è un'esperienza che non avrei voluto condividere con nessun altro! E sì, sono uscito da scuola perchè appena ho scoperto la notizia non riuscivo più a comprendere le parole del prof.,capisci?" parlo troppo velocemente, il fiato che mi era rimasto nei polmoni ormai è terminato.
Siv mi guarda con un'espressione che è una via di mezzo tra sbalordita e divertita. Sbatte più volte le palpebre scuotendo la testa per poi guardarmi sorridendo,
"Sei incredibile. Henrik è nei camerini."Le sorrido prima di voltarmi e con lunghi passi mi incammino verso i camerini del ristorante ignorando gli sguardi confusi dei presenti, a loro ci penserà Siv. Non perdo di vista la porta dei camerini che separa me e Henrik in questo momento, voglio baciarlo tutto, voglio stringerlo e voglio urlare non mi interessa chi mi sentirà, tutti devono sapere quanto sono fiero di lui.
Apro la porta e mi blocco, Lea e alcuni amici di Henrik sono tutti intorno a lui. Mi sento un pesce fuor d'acqua.
Henrik ha un'espressione dolce sul volto mentre guarda i suoi amici, ma appena i suoi occhi incrociano i miei le sue labbra si curvano in un enorme sorriso che quasi mi tranquillizza.
"Hey Tar" mi saluta Lea, io la guardo per evitare di incrociare gli sguardi di tutti gli altri, le sorrido.
Henrik nota il mio disagio, e all'improvviso batte le mani una volta attirando l'attenzione di tutti. "Bene! Uhm, ragazzi ci vediamo questa sera okay? Poi vi faccio sapere a che ora vi raggiungo a casa di Cez."
Lea lo osserva con un velo di nostalgia in viso, vorrebbe stare con lui ma per colpa mia non può. Così, di conseguenza, vengo travolto da un tremendo senso di colpa e abbasso subito lo sguardo.
I ragazzi lo salutano e se ne vanno facendomi qualche cenno imbarazzato con la testa, io sento le guance andarmi a fuoco ma non posso controllarmi, e risulto ancora più infantile.
Quando la porta dei camerini si chiude mi salta letteralmente addosso stringendomi il collo con le sue lunghe braccia, io avvolgo le mie intorno alla sua vita avvicinando maggiormente i nostri corpi. Inspiro il suo profumo mentre sorrido.
Mi alzo leggermente in punta di piedi e porto le mie dita tra i suoi capelli stringendoli, lui abbassa lo sguardo verso il mio e non perde tempo per portare le sue labbra sulle mie. Mi bacia lentamente mentre una sua mano accarezza la mia schiena percorrendo tutta la lunghezza fino ad arrivare al mio sedere che stringe con una lentezza che mi fa quasi perdere l'equilibrio, gli mordo leggermente il labbro sospirando sulla sua bocca e lui sorride, ora sono tranquillo. Ora sono nel nostro mondo, il mio posto preferito.
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you are art // Henrik&Tarjei [completa]
FanfictionHo un ricordo ben preciso, che non riesco a cancellare. Eravamo sdraiati sul letto e avevamo i microfoni puntati addosso, le telecamere erano ovunque, lui era agitato ed io lo percepivo perché continuava a tenere lo sguardo basso fissando ogni cosa...