Save My Soul

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Henrik.


Mercoledì, 4:00

"Dov'è l'accendino?" sbuffo spazientito.

La testa di Lea sbuca dalle coperte, i capelli sono tutti disordinati, il viso stanco, le occhiaie scure e gli occhi leggermente arrossati marchiano la sua pelle chiara. Sorrido teneramente nel vederla spaventarsi.

"Credo.." si ferma per girarsi, involontariamente scopre il petto nudo e senza rendermene conto mi volto facendo stupidamente finta di distrarmi, all'improvviso sento picchiare leggermente la spalla.
"Eccolo."

Alzo le sopracciglia dopo essermi abbassato per raccogliere l'accendino.
"Ouch." sorrido accarezzandomi la spalla. "Vuoi?" chiedo riferendomi allo spinello che tengo in mano.

Scuote la testa riportandola sul cuscino, "Ma figurati."

"Sembra che tu ne abbia bisogno invece." ridacchio cercando di convincerla.

Il mio sguardo viene catturato dal suo che mi fulmina facendomi ritornare più serio di prima, "Hey scherzavo, lo sai."

Mentre sento acido nello stomaco, la guardo alzare gli occhi al cielo.
Ed ecco uno degli altri momenti in cui nè io nè lei sappiamo come gestire la tensione, non sappiamo come trasformarla in sesso, in amore, non sappiamo come muoverci. Quindi lasciamo le cose in sospeso, appese ad un filo o forse no, non lo so più nemmeno io.

Velocemente, allunga il braccio per spegnere la luce, e poi, buio.
Schiudo la bocca istintivamente, vorrei chiederle di uscire con me ma so che non se la sentirebbe. È nuda, tra le lenzuola calde, è stanca e vuole solo far smettere le voci che la tormentano nella testa, e purtroppo io più di lei so che non esiste cura a ciò.
La capisco, per questo la lascio stare.

Sbuffo voltandomi, quando esco fuori dal balcone una folata di vento freddo mi colpisce in viso, stringo maggiormente la felpa al mio corpo prima di accendere lo spinello. Porto subito le mani in tasca e mentre lascio l'accendino, le mie dita si scontrano con qualcosa di morbido e vellutato.

Estraggo la mano dalla tasca e sorrido istintivamente mentre osservo il fiore che tengo tra le dita. Lo porto al naso consapevole che non possiede più il suo odore, schiudo le labbra ricordandomi l'odore che emanava la prima volta che lo annusai, quell'odore forte e intenso, quell'odore di salvezza.

Inizio flashback.

Martedì, 3:00

Osservo confuso i fiori che tengo in mano.

"Dove li metto questi?" urlo vicino al suo orecchio.

"Che cazzo urli?" scoppia a ridere barcollando verso di me per spingermi.

Vado a sbattere con la schiena contro il frigorifero dietro di me. Lo guardo, lui guarda me.
"Dobbiamo fare..assoluto, estremo silenzio. Capito Tarjei? Hai capito?" chiedo a voce alta.

"Ma tu continui ad urlare." sussurra tappandosi le orecchie.

Scoppio a ridere realizzando che ha ragione, lui fa lo stesso, poi lentamente posa un braccio sul tavolo per reggersi.

you are art // Henrik&Tarjei [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora