Heaven

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Tarjei.


Venerdì, 13:30

Mentre cammino non parlo molto, mi guardo in giro e fisso diversi punti nella strada iniziando diversi pensieri per ognuno, non lo faccio spesso perché non é da me, e David puntualmente ne deve fare un dramma.

"E se ti dicessi che questa mattina ti trovo più.. riccio?"

"David? Non ti ho detto che sto pensando a come morire, sto bene. Sono solo un po' con la testa fra le nuvole."

Sbuffa mentre continua a guardare davanti a sé, "Guarda quel tipo."

Seguo il suo sguardo e noto un ragazzo alto, indossa un giubbotto di jeans sopra ad una felpa blu, i jeans neri ricoprono le sue gambe lunghe che si muovono con passo lento e tranquillo. I capelli sono lunghi e scuri, legati con un codino, sotto ad un braccio tiene uno skateboard.

"Assomiglia ad Even." commenta David.

"Even non sa andare in skate." comincio, guardo David che mi sorride. "E non ha i capelli così."

"Sì, ma lo stile è quello. Oh dio, quel tipo potrebbe essere il figlio di Marlon ed Even."

Scoppio a ridere seguito subito da lui, "Sarebbe Maren, o.. Evlon. Stupendo." continua senza smettere di osservare il tipo.

"Perché David?" cerco di dire tra le risate.

Mi passa un braccio sopra le spalle, "Volevo vederti ridere sciocchino."

Lo spintono via sorridendo, lui comincia a camminare all'indietro davanti a me, senza smettere di guardarmi mi indica con due dita.

"Tu hai qualcosa, e non me lo vuoi dire."

Alzo gli occhi al cielo, mi fermo subito dopo.

Lui fa lo stesso, "Parlamene."

Noto una panchina, così mi avvicino svogliatamente e lui mi segue. Quando ci sediamo comincia ad osservarmi per decifrare il mio sguardo, ma io guardo per terra.

"Non vedo Henrik da un po'. È al Roskilde Festival e.. Okay, non dovrei stressare nessuno per questo, ma mi sta completamente evitando e mi manca. Come persona, come amante, come amico, quel cazzo che vuoi. Domani c'è il gay pride, sarà la mia prima parata David." Alzo lo sguardo per incrociare il suo.
"So che è un pensiero assurdo, ma io lo volevo al mio fianco."

"Non è un pensiero assurdo. L'avrei voluto anch'io."
Gli sorrido.

Annuisco mentre torno a fissare il cemento.

"Ma io avrei anche rinunciato ad andare alla parata."

Lo osservo, "In che senso?"

"Nel senso che io non sono come te. Non sono forte abbastanza da dire 'Voglio fare questa cosa perché é giusto per me, perché sento che mi riguarda e la voglio con tutto me stesso'. Sarei stato incoerente come chi mi ha abbandonato, e sarei rimasto a casa perché da solo non ce l'avrei fatta, tu ce la fai invece. È questa la differenza tra noi due Tarjei, tu hai le palle di farlo, di buttarti tra la folla ed essere te stesso anche se non hai al tuo fianco uno dei principali motivi per il quale vai alla parata. Non ti tiri indietro, non ti fai ostacolare da Henrik che non è con te ora. Tu credi in quello che stai facendo e lo fai fino infondo, non importa con chi e come, lo fai perché riconosci che è giusto per te, ed io ti invidio per questo."

you are art // Henrik&Tarjei [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora