Ain't Nobody Like Me

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Tarjei.

Venerdì, 20:30

Mi guardo intorno, cerco di trovare qualcuno a cui appoggiarmi, qualcuno a cui parlare e cerco di farlo al più presto possibile, perché questa serata, per me, non sta diventando un bel ricordo.

"Tarjei, tra poco dovete scendere a fare le foto. Sei pronto?"

"Sì, sì arrivo."

Faccio un sospiro, mi muovo in fretta e mi sistemo la camicia azzurra. Percorro il corridoio che mi separa dalla stanza nella quale dovrò fingere per l'ennesima volta. Va tutto bene, è tutto normale. Sono io quello piccolo, quello lunatico, quello inesperto.

Appena arrivo alla ringhiera delle scale illuminata dai riflettori vengo tirato indietro in un angolo, di nuovo al buio.

"Non evitarmi."

"Henrik, lasciami. Ti ho detto che ne parliamo dopo."

Cerco di non guardarlo negli occhi, perché so che potrei cedere, ma una sua mano si posiziona sotto al mio mento e mi costringe a farlo.

"Lei non è qui. Ci sono io, ci sei tu, ci sono i nostri amici. Voglio godermi questa serata con te, lasciamelo fare ti prego."

Senza rispondergli, poso la mia mano sulla sua e la sposto dal mio viso. Mi inumidisco le labbra e i miei occhi cadono sulle sue istintivamente.

"Non puoi." sussurro debolmente.

"Eccovi!"

Non appena Henrik sente la voce di Elias, mi spinge allontanandomi da lui e per poco non cado, quindi si volta di nuovo verso di me in panico e cerca di sostenermi. Mi sposto definitivamente da lui, e mi appoggio alla ringhiera per guardare in basso.

Fotografi e intervistatori sono pronti ad assalirci, ma io questa sera passo. Non me la sento di stare di fronte ad un microfono e fingere che vada tutto bene, non questa sera che ci sono tutti, non ce la faccio. Voglio solo andarmene, allontanarmi senza farmi vedere da lui, bere e bere ancora fino a non ricordarmi com'è vestito.

Con la coda dell'occhio noto che Henrik si è avvicinato a me di nuovo.

"Non dobbiamo fare così per forza Possiamo agire come due colleghi normali di lavoro, prendere la situazione in modo diverso, provando a divertirci insieme agli altri. Tu lo sai che ti cercherò sempre con lo sguardo."

Mi ritrovo ad osservare il vuoto assumendo un'espressione confusa, quindi mi volto verso di lui e decido di dare una svolta a questa serata.

"Senti Henrik," mi avvicino maggiormente al suo corpo, "quando hai finito di dire stronzate fammi un fischio."

Lo sorpasso mentre seguo David che scende le scale.

Da questo momento, sono ufficialmente Tarjei Sandvik Moe il neo diciottenne felice e spensierato che vive il momento con i suoi colleghi.
Così comincio a sorridere, sorrido a Marlon, ad un fotografo, alle ragazze e a Ulrikke che mi saluta con la mano.
Arrivati davanti alle macchine fotografiche comincio a sciogliermi per evitare di sembrare un pezzo di ghiaccio che non sa perché si trova qui al momento, quando arriva Henrik cerco di evitare il suo palese modo di attirare l'attenzione facendo l'offeso, quindi prendo sottobraccio lui e David.

you are art // Henrik&Tarjei [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora