Capitolo 11

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Wisty aprì le tende della propria camera da letto e guardò fuori dalla finestra, sul mattino da poco schiarito.
Faceva ancora freddo alla tenuta dei Wildford, nonostante fosse Aprile inoltrato.
Wisty volle credere che anche la natura stesse a lutto per Andrew.
Lo aveva sognato, quella notte: era avvolto in una fitta nebbia, lei gli era vicino ma non riusciva a toccarlo, lo chiamava ma lui la fissava, senza parlare. Poi aveva aperto una mano e le aveva mostrato qualcosa.( Ma cosa? Non riusciva a ricordare!) Poi era svanito nel nulla.
Si era svegliata con un profondo senso di inquietudine: cosa significava quel sogno! Cosa voleva farle capire suo marito?
Richiuse la finestra e si avvicinò al lungo specchio verticale.
Si mise di profilo per vedere meglio il pancione ,ormai evidente, e lo accarezzò con dolcezza.
_" Buon giorno, piccolo mio! Dormito bene? La tua mamma non tanto!...Il tuo papà era triste...Quanto mi manca il tuo papà!...Ti avrebbe voluto tanto bene, e anche tu glie ne avresti voluto..."_Una lacrima le rigò il volto, e in quel momento sentì il bambino muoversi dentro di lei_Oh, amore mio, lo so che sei qui!"
Si scosse con un sospiro e si avviò verso il bagno per prepararsi, chiedendosi come avrebbe fatto a passare un' altra giornata senza Andrew.
Ora alla tenuta era rimasta sola con Matthew, che aveva preso l' impegno di curare gli affari del fratello.
Suo padre era stato costretto a tornare a casa sua per curare i propri, e Laura era in viaggio di lavoro.
Suo cognato faceva del suo meglio per  tirarla su di morale, e la riempiva di attenzioni, ma il senso di vuoto lasciato da Andrew nella sua vita era sempre più radicato.
Andò in sala da pranzo per far colazione e vi trovò Matthew intento a leggere il giornale mentre sorseggiava il caffè.
_"Ciao, Matthew, buon giorno!" salutò.
Lui si alzò di scatto e le andò incontro.
_"Buon giorno, cognata, dormito bene? E mio nipote?"_ chiese toccandole il pancione.
_"Oh, lui è buonissimo, non mi da nessun fastidio!"_ gli rispose mettendosi a sedere.
_"Tu invece mi sembri stanca: non hai dormito?"
_"Poco e male, per la verità... Ho sognato Andrew".
_" Ah si? Racconta".
_"Beh, era un sogno un po' confuso...Non parlava ma mi ha mostrato qualcosa...ma non ricordo cosa...Poi mi sono svegliata...Cosa avrà voluto dirmi, Matthew?"
_" Mah, non saprei!...Forse si potrebbe capire se ti ricordassi cosa ti ha mostrato".
_"Purtroppo non riesco a ricordare, ma ricordo la sua espressione, era infinitamente triste..."
_"Dai, non pensarci più e mangia qualcosa".
_"Non ho molto appetito, berrò solo un po' di latte macchiato".
_"Se non hai fame tu, sicuramente ne avrà tuo figlio,: vuoi lasciare anche lui a digiuno?"
Wisty sorrise.
_"Certo che no...E va bene, mangerò anche una brioche, soddisfatto?"
_"Mi fa piacere vederti così arrendevole...Sai che mi preoccupo per te e per il bambino".
_"Si, lo so è ti ringrazio, Matthew".
_"Senti, Wisty...ti andrebbe di uscire stasera?Potremmo cenare fuori...".
_"No, scusa ma non me la sento".
_"Wisty, non esci di casa dal giorno del funerale...Non puoi continuare così, ti fai solo del male...Hai forse deciso di fare vita di clausura?"
_"No...Ma per me è ancora troppo presto...Non volermene, Matthew, ma non me la sento proprio".
_"Va bene, come vuoi...Se cambi idea fammelo sapere...Ah senti, un' altra cosa: non riesco a trovare dei documenti di Andrew, forse sono in cassaforte".
_"Di quali documenti stai parlando?"
_"Quelli sulla contabilità delle sue aziende".
_" Ok, dopo colazione andiamo a dare un' occhiata...Certo deve essere estenuante per te occuparti degli affari di Andrew oltre che dei tuoi...Purtroppo non capisco niente di queste cose, altrimenti ti darei una mano..."
_"Non preoccuparti, cognata, sono abbastanza allenato"_ rispose lui con finta boria.
_"Beh, se lo dici tu ci credo...Andiamo nello studio, ho finito".
Aperta la cassaforte e scavando tra le carte, Wisty trovò la busta destinata a lei e la fissò sgomenta.
_"Cosa c'è, Wisty, cos' è quella busta?"
_"È... per me...La scrittura è di Andrew...'
_"E non vuoi aprirla?"
Lei annuì,  afferrò il tagliacarte dalla scrivania e, con mani tremanti, aprì la busta.
C' era una lettera per lei, scritta con mano incerta, ma inequivocabilmente era la grafia di Andrew:

                  Wisty, amore mio,
se stai leggendo questa lettera è perché sono morto.
Non mi è facile scriverla, la mano trema e il cuore sembra impazzito.
Ti chiedo perdono!
Sto di nuovo male, sento le forze e la vita venirmi meno, ma non riesco a confessartelo.
Non voglio che tu soffra di nuovo per colpa mia, lo hai già fatto in passato, e non posso sopportare l' idea di riportarti  con me nello stesso inferno.
Io voglio solo vederti felice, e se questo significa soffrire in silenzio, poco importa.
Mi ero ripromesso di farmi ricoverare dopo Natale perché desidero che lo ricordi come il più bel Natale della tua vita, ma ora non sono più tanto sicuro di riuscirci...Spero di sbagliarmi!
Però, se non dovesse essere così, se dovessi morire, ti prego di non odiarmi, di non portarmi rancore perché ti lascio sola, già mi odio abbastanza da solo!
E non piangere per me, non rifiutarti di vivere anche senza di me, non lo potrei sopportare!
Voglio che tu viva e sia felice!
E se un giorno, nella tua vita, dovesse entrare l' amore di un altro uomo, non rifiutarlo: hai così tanto amore da dare che non puoi gettarlo via.
Sapessi quanto ti amo, e quanto ti sono grato per i giorni felici che mi hai regalato; spero che il Signore me ne conceda ancora tanti altri .
Ti porterò per sempre nel mio cuore, ovunque andrò.
Con infinito amore!

                                        Andrew.

Mentre leggeva,in silenzio e a fatica dietro il velo di lacrime, dovette interrompersi più volte sopraffatta dalle emozioni.
Matthew non osava intervenire per non rompere quel momento di intimità.
Ma alla fine fu lei a cercare il suo conforto, sfogando il suo pianto contro la spalla di lui.

                  

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