Capitolo 23

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Wisty trascorse quella mezza giornata in preda ad una profonda inquietudine, ora più che mai si scervellava per capire cosa legava quella pianta, che non sapeva nemmeno esistesse, al sogno con Andrew.
Anche Matthew si accorse del suo nervosismo e glie ne chiese il motivo, ma lei lo imputò all' agitazione per il prossimo matrimonio.
Quando, dopo pranzo, lui tornò a lavoro, Wisty si ritirò in salotto a meditare insieme a Simon.
Si sentiva terribilmente depressa, non aveva nemmeno la forza di giocare col suo bambino.
Era appena riuscita ad addormentarlo quando sentì picchiettare sul vetro della portafinestra.
Stephan le fece cenno di uscire e lei gli ubbidì controvoglia.
_"Cosa c'è?"
_"Volevo sapere come si sentiva, ma a quanto pare è ancora scossa!"
_"E come si sentirebbe lei al posto mio?...Io non credo ai sogni premonitori, ma deve ammettere anche lei che c'è qualcosa di...sconcertante in questa storia..."
_"Comincio a pensarla come lei...e vorrei aiutarla a capire..."
Lei lo guardò speranzosa
_"Come?"
_"Mi parli di suo marito, del vostro modo di interagire tra voi, del suo carattere...Insomma di qualunque cosa le venga in mente che ci possa aiutare a capire..."
Wisty abbassò lo sguardo al suolo per raccogliere le idee, poi guardò in casa in direzione del port- enfant.
_"Entriamo in casa_ gli disse_Simon potrebbe svegliarsi e temo che non lo sentirei".
_"Come preferisce"
Lei si accomodò sul divano, lui sulla poltrona accanto, e l' aria era diventata subito ricca di tensione.
_"Allora, Wisty, cominci pure.
_"Da dove?"
_"Da ciò che reputa più importante, direi".
Dopo qualche istante d' esitazione cominciò a parlare del suo Andrew, di tutto quello che aveva vissuto con lui, compresi gli ultimi giorni di sofferenza fino alla sua morte.
_"È tutta colpa mia!" concluse scoppiando in lacrime, e Stephan le si sedette accanto e l' avvolse in un abbraccio.
_"Non dire così, Wisty, non è colpa tua!"
Lei sollevò lo sguardo umido su di lui, sorpresa dal suo improvviso tono confidenziale, poi, senza rendersene conto, le loro labbra si unirono in un lungo, struggente bacio.
Come investita da una scrosciata d'acqua gelida, Wisty tornò repentinamente in sè e lo respinse, provando vergogna ed imbarazzo.
S' alzò di scatto e si allontanò da lui come se si stesse allontanando da qualcosa di spaventoso.
_"Wisty,... Wisty, la prego, mi scusi!"
_"Vada via, per favore...Mi lasci sola!"
_"Non volevo mancarle di rispetto, mi creda!" stava cercando di spiegarle, ma lei gli ripetè di andarsene e lui, a capo chino e coi pugni stretti, fu costretto ad ubbidire.
Allontanatosi di qualche metro Stephan estrasse dalla tasca il cellulare e compose un numero.
_"Sono io...Senti, devi farmi un grosso favore...Quando?...Ok, a domani!"
Riattaccò con un profondo sospiro e, dopo aver acceso una sigaretta, si diresse verso la dependance.
Rimasta sola, Wisty si lasciò cadere sulla poltrona e, coi gomiti appoggiati alle ginocchia, si prese la faccia tra le mani.
_"Che cavolo mi prende?... Che sto combinando?_ mormorava tra sè_Sicuramente mi si è fuso il cervello!...Ma come è possibile?..."
Si sentiva tormentata da mille sensi di colpa, soprattutto verso Andrew.
Certo, aveva deciso di sposare suo fratello, ma solo per dare un padre a suo figlio, quindi non si sentiva colpevole di tradimento, ma ora, per tutto quello che provava ogni volta che Stephan le stava accanto, si vergognava da morire.
Come poteva provare un' attrazione così intensa per un altro uomo dopo aver amato così tanto il suo Andrew?
Lei, che dopo la sua morte, voleva seguirlo nella tomba!
Lei che era sicurissima che non si sarebbe mai più innamorata di nessun altro!
Lei che aveva deciso di attaccare al chiodo i suoi bisogni e desideri di donna!
E poi c' era anche Matthew: come avrebbe potuto sposarlo ora?
Con quale coraggio?
Tutto il suo mondo di certezze era crollato, s' era sbriciolato con l' arrivo di Stephan Disher!
Bisognava pensare bene al da farsi, ma qualunque decisione avesse dovuto prendere, era certa, le sarebbe costata cara e qualcuno ne avrebbe certamente sofferto.
Poi il suo pensiero tornò al sogno e, presa dalla curiosità, decise di informarsi sulla Macularya.
Prese il suo portatile e ne cercò informazioni sul web.
Quando lesse i sintomi d'avvelenamento che procurava la pianta sbiancò in viso e il sangue le si gelò nelle vene: dolorosi crampi addominali, vomito, sudorazione fredda e profusa, convulsioni e, infine, morte per arresto cardiaco.
_"Oh, mio Dio!...Andrew?!...No, non può essere!"
Era talmente presa e sconvolta che sussultò alla voce di Sarah.
_"Scusi, signora, c'è la sua amica Laura al telefono".
_"Ah, si...Grazie, Sarah, rispondo da qui..."
_"Vuole che le porti un caffè?"
_"Si, grazie!"
Sarah uscì e Wisty alzò la cornetta del telefono.
_"Pronto, Laura?" rispose con voce flebile.
_"Ciao, Wisty cara! Come va?"
_"Bene...almeno spero!"
_"Ehi, ma cos' è questa vocina così strana? C' è qualche problema?"
_"No...Niente...Veramente non saprei..."
_"Ah, credo di capire cos' hai!_ disse Laura col suo solito buon umore_Sei in ansia per il matrimonio, vero?...Non preoccuparti, è normale...Vedrai, domani sarò lì da te e ti darò una mano coi preparativi!"
_"Si, va bene!...A che ora arriverai?" chiese senza entusiasmo, poi rivolse un "Grazie" a Sarah che era appena arrivata con il caffè e glie lo stava porgendo.
_"Alle 16,30 sarò da voi!...Non vedo l' ora di spupazzarmi Simon!"
_"E lui ne sarà felice!_ rispose Wisty sorridendo_ A domani, allora".
_"A domani, amica mia!"
Riagganciata la cornetta, Wisty prese tra le braccia il suo bambino che si era svegliato e lo portò in camera per allattarlo, in attesa del ritorno di Matthew per la cena.

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