Capitolo 26

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Arrivata all' ospedale, Wisty chiese subito notizie di Matthew e parlò con la dottoressa Stone, il medico che lo aveva visitato e curato.
_"Il signor Wildford è stato aggredito in un parcheggio, forse per una rapina...Ha riportato un trauma cranico e la frattura di un paio di costole, ma non è in pericolo di vita...Anche se, devo dire, lo hanno pestato selvaggiamente..."
_"E  posso vederlo?"
_"Si, ma è sotto sedativi...Comunque dovremo tenerlo in osservazione per qualche giorno, soprattutto per il trauma cranico..."
_"Si, va bene...Fate tutto il necessario..."
_"È ricoverato nella 202, ma ora
c'è la polizia...Deve prendere quel corridoio e girare a sinistra.."
_"Grazie mille, dottoressa Stone!"
La dottoressa le sorrise e tornò al suo lavoro, e Wisty percorse a passo veloce il corridoio impaziente di vedere Matthew.
Stava per entrare nella stanza quando ne vide uscire due uomini in divisa che le chiesero chi fosse.
_"Sono...la sua fidanzata, Wisteria Allister..."
_"Ah, ok...Senta, signorina Allister_ disse uno dei due poliziotti_ lei sa dirci qualcosa sull' accaduto?"
_"Io?_ chiese sorpresa_ Che volete che ne sappia?"
_"Sa se il signor Wildford abbia dei nemici o qualcuno che possa avercela con lui?"
_"Che io sappia no, Matthew non mi ha mai detto nulla in proposito...Ma lui cosa vi ha detto?"
_"Purtroppo niente ancora, è sotto sedativi...Va bene, per ora è tutto, torneremo quando sarà in grado di raccontare cosa è accaduto...Arrivederci, signorina Allister!"
_"Arrivederci..."
I due poliziotti si allontanarono e lei potè finalmente entrare nella stanza.
Quando lo vide trasalì e si coprì la bocca con le mani.
_"Oh mio Dio, Matthew!..."
Si avvicinò al letto e lo guardò con gli occhi velati di lacrime.
Matthew aveva il viso tumefatto e livido, con varie ferite, e la testa completamente fasciata.
_"Che ti hanno fatto?..." mormorò prendendogli una mano, e a quel tocco lui aprì gli occhi.
_"Wi...Wisty..." sussurrò con tono appena percettibile.
_"Si, sono qui...Oh, Matthew!..."
_"Io...mi..."
_"No, non parlare, Matthew...Non devi affaticarti...ora devi pensare solo  a ristabilirti presto!"gli disse con voce rotta dalla commizione, poi lo baciò sulla fronte e lui richiuse gli occhi.
Aspettò di riprendersi un po' prima di telefonare a casa per informare Sarah, e per sapere di Simon.
_"Pronto, Sarah?"
_"Oh signora, è lei finalmente!_ rispose la donna con tono profondamente preoccupato _Come sta il signor Matthew?"
_"È ridotto piuttosto male, lo hanno pestato in un parcheggio..."
_"Oh mio Dio, mio Dio!..."
_"Non oreoccuparti, Sarah, la dottoressa Stone mi ha detto che si riprenderà, ma devono tenetlo ricoverato per qualche giorno in osservazione...Ora è sotto sedativi e sta dormendo..."
_"Dio mio, ti ringrazio!_ sospirò la donna sollevata_ E non si sa cosa è successo?"
_"No...Non è stato in grado di parlare coi poliziotti, così torneranno ad interrogarlo quando potrà farlo...E Simon?"
_"Sta bene, signora, gli ho dato il biberon e l' ho cambiato...Ora sta dormendo..."
_"Perfetto!...Senti, Sarah, io resterò qui non so per quanto tempo, perciò ti prego di occuparti tu di mio figlio finchè non torno..."
_"Non si preoccupi, signora, è in buone mani!"
_"Ne sono certa! Grazie, Sarah...Ah, se ci saranno novità ti farò sapere..."
_"Gliene sarei grata!"
Wisty riataccò con un sospiro e tornò da Matthew.
Seduta accanto al letto lo fissava chiedendosi chi poteva averlo ridotto in quello stato, e perchè.
Il silenzio della stanza era interrotto dal suono intermittente del macchinario al quale lui era collegato, mentre fuori c' era un viavai incessante di medici e infermieri.
Guardò l' orologio, erano da poco passate le tredici, e lei non vedeva l' ora che lui si risvegliasse e potesse parlare.
Entrarono due infermieri e le dissero che dovevano portarlo in radiologia per ulteriori esami, così lei rimase nella stanza da sola, in preda ad una profonda angoscia.
Trasalì quando si trovò di fronte Stephan.
_"Che ci fa qui?"
_"Ho saputo dell' aggressione da Sarah...Come sta?"
_"Beh, è ridotto piuttosto male...Lo hanno da poco portato in radiologia per altri esami..."
_"E non è stato in grado di raccontare chi è stato e perchè?"
_"No, non ancora...Era sedato..."
_"Ma lei s'è fatta qualche idea in merito?"
_"No, proprio non riesco a capire chi abbia potuto fare una cosa del genere..."
_" Ha notato qualcosa di strano nel suo comportamento stamattina?"
_"Beh...era al telefono e mi sembrava molto nervoso...preoccupato...Gli ho chiesto se ci fossero problemi ma mi ha risposto di no...Crede che Matthew si trovi nei guai?" chiese con apprensione.
_"Forse...Solo lui ora può spiegarci cosa è successo...E lei, come si sente?"
Wisty si lasciò cadere seduta sulla sedia e sospirò.
_"Come mi sento io?...Stanca...
avvilita...senza più forze...Stanno succedendo troppe cose strane e dolorose ed io...non so che fare...Sembra che il destino ce l' abbia con noi!..."
_"La capisco...Si vede che è molto provata.."
_"Vorrei svegliarmi e scoprire che è stato tutto solo un incubo!"
_"Non si preoccupi, Wisty, tutto si aggiusterà...Purtroppo la vita è difficile, ma i momenti bui non possono durare per sempre..."
Wisty alzò lo sguardo su di lui che le stava vicinissimo e la guardava con uno sguardo intenso.
_"Ne è davvero convinto?" gli chiese scettica.
_"Si, lo sono!"
_"Beato lei, allora, perchè per me è difficile crederlo!...Avevo una vita felice, un uomo che amavo e che mi amava...poi tutto è svanito nel nulla in un attimo...Ed ora questo..."
Due grosse lacrime le rigarono il viso e Stephan si accovacciò davanti a lei.
_"Non pianga, Wisty, non sopporto di vederla così...!"
Lei immerse i propri occhi in quelli profondi di lui, un mare scuro e misterioso che la invitava a tuffarsi, ma fece appello a tutte le proprie forze per resistere e si allontanò.
_"Senta, signor Disher, la ringrazio molto per la sua...premura...ma ora vorrei restare sola!"
_"Va bene, come vuole...Ma se avrà bisogno di un amico, conti pure su di me!"
_"Grazie mille, lo terrò presente!"
Stephan andò via e lei provò un profondo senso d' abbandono, sentiva di aver bisogno di lui ma era ben consapevole del fatto che fosse meglio starne lontana.

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