Parte 46

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*capitolo forte

Le gambe mi tremano dal freddo nell'auto di Sebastián ,non è neppure freddo fuori,dentro si.
La radio manda a raffica canzoni rock ,il genere che ho sempre evitato ma che sembra piacergli molto,si passa la mano tra il ciuffo per la decima volta iniziando a irritarmi
Mi tornano in mente i ricci di Christian e il suo profumo di menta che mi faceva frizzare il naso e ovviamente inizio a piangere di conseguenza,imbarazzante direi,ubriaca con una lattina di birra,in pigiama e con un vuoto di memoria per il ritorno a casa
Includiamo anche Sebastián che ho visto un mezza volta e nemmeno so quanti anni ha
E posso sprofondare nell'abisso della vergogna.

Le strade sono buie e semivuote e il volto del mio "amico " seduto accanto a me è illuminato solamente dai fari della macchina che ci sta di fronte,ha uno strano ghigno sulle labbra ma non sembra un cattivo ragazzo.
-"Cominci a ricordare dove abiti?"

Strabuzzo gli occhi per poi richiuderli,no non ho idea di dove io viva,mi sistemo sul sedile posando le ginocchia sul petto e la testa su di esse,poi chiudo gli occhi e poi,e poi più nulla.

Mi sveglio in una stanza buia sudata e in completa solitudine finì a quando qualcuno apre la porta ,è Christian che sta sorridendo fiero di se ,lo guardo per cercare di capire cosa stia succedendo e mentre mi sto per avvicinare ,Rechel mi prende da dietro la mano tirandomi via da lui che sembra felice di avere lei accanto e non più me.

Mi sveglio con la fronte sudata e un senso di vuoto enorme nello stomaco ,guardo l'ora sullo schermino della radio che è sempre accesa ma a volume più basso ,sono passate due orette e siamo fermi in un Autogrill è completamente notte ma lui non è effettivamente in auto.
Poco dopo lo vedo uscire con un sacchetto e raggiungermi.
Entra sorridendo dolcemente,mi dispiace per averlo disturbato così tanto quindi lo abbraccio con affetto e gli lascio un bacio sulla fronte.
-"Ecco ti ho portato qualcosa da mangiare..."
Mi porge delle patatine e delle barrette di cioccolato insieme a una lattina,questa volta di cola,rido al solo pensiero e lo ringrazio di cuore del gesto.
-" Grazie ancora sei stato un'Angelo"

Mi è fortunatamente venuta in mente la strada per casa,così ci avviamo mentre ci abbuffiamo di disgustosi snack ,che costano troppo poco per essere del tutto commestibili e parliamo de più e del meno,ad un certo punto ci fermiamo per farmi vomitare e poi ripartiamo.
Riguardo al sogno di prima è stato veramente brutto
Lo sguardo di Christian era così sereno al fianco di Rechel e sembravano così felici e incentrati contro di me.
Chiudo gli occhi per un secondo battendo le palpebre più volte per non piangere,non di nuovo.

Christian
Stasera non riesco a dormire,oltre ai dolori continui dovuti all'incidente ho anche dei continui incubi in cui sogno Rose che se ne va per sempre.
Sarò pure patetico ma io mi sento ancora parte di lei e sento che lei è parte fondamentale di me.
Mi giro verso il comodino accendendo la lampadina e prendo la lettera di Rose ,quella che mi scrisse per dirmi quanto mi amava.
Che stupida ,perché amare un cretino come me?
Che cosa frullava nella testa di quella ragazza?
Leggo ogni parola tre volte per allungare il testo è far in modo che la magia duri di più.
Stringo tra le dita il cuscino e batto le palpebre quando gli occhi mi si inumidiscono.
Qualcuno mi spieghi che cazzata ho fatto a lasciarla andare via così da me.

Rose

Quando arriviamo a casa sono circa quasi le tre di notte,ma i miei non sono ancora tornati.
Per ringraziarlo lo invito in casa e lui accetta ,da quel che mi è parso anche volentieri.
Chiudo la porta fiondandomi sul divano
Lui viene verso di me e mi alza le gambe ,poi si siede e le posa sopra le sue.
Gli sorrido imbarazzata e chiudo gli occhi dalla improvvisa voglia di dormire per ore.
Lui mi scuote leggermente e poi si avvicina al mio viso sfiorandomi le labbra,mi ritiro di impulso
Non voglio correre,se ci siamo baciati in quel locale è stato per l'atmosfera,adesso è fuori luogo.
Lui si avvicina ancora di più stringendomi i polsi con una presa salda e inizia a baciarmi impedendomi di respingerlo
-"Quanti anni hai ragazzina?"
Dice improvvisamente con Sgarbo
-"17"
Mi scendono diverse lacrime di panico e disgusto
-"ah si? Io ventisei"
Rabbrividisco all'idea di quanto sia viscido in questo momento
Anche se dimostra molti anni meno di quelli che ha ,mi fa comunque ribrezzo.
-"Non dovresti nemmeno toccarmi"
Cerco di spingerlo ma è tutto inutile

Si avvicina sussurrandomi
-"Me lo devi,oggi ho fatto molto per te"
Scoppio a piangere e resto immobile mentre lui mi gira di schiena e si sbottona i pantaloni penetrandomi violentemente,tiro un'urlo di dolore e disperazione mentre il pianto diventa sempre più isterico,lui continua a dare delle spiente violente finché dopo pochi minuti si lascia venire sulla mia schiena che trema .mi lascia andare e si rimette i pantaloni.
Io rimango immobile mentre lui esce di casa lasciandomi sola ,rimango immobile pensando che sia appena capitato proprio a me.

ADOLESCENZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora