- Stupido gattaccio del Cheshire! Ecco dov'eri finito! - Esclamò una donna uscendo dall'auto.
Aveva i capelli color miele raccolti in un uno stretto chignon e gli occhi azzurri, nascosti dietro dei formali occhiali dalla montatura nera. Ciò che colpì di più Satoshi, però, non fu il netto contrasto tra il suo aspetto serio e il suo sorriso, che invece era incredibilmente caloroso, quanto il fatto che stesse indossando un camice!
- Guarda cos'ho trovato oggi! - Esclamò Hajime passando un braccio intorno alle spalle del ragazzo.
- Giù le mani da mio nipote. - Rise la donna prima di afferrare la valigia del biondo e trascinarla verso la macchina.
- Zia? - Chiese Satoshi, sempre più confuso da quanto stava accadendo.
- Immagino che avrai un sacco di domande da farmi. - Disse lei aprendo la portiera. - Su, entra, ti spiegherò tutto durante il tragitto. -
Il ragazzo si avvicinò alla vettura, con Hajime al seguito. Entrambi si sedettero sul sedile posteriore e il biondo fu sempre più perplesso: chi era quel ragazzo e perché stava salendo in macchina con loro?
- Lui è... Tuo figlio? - Chiese il biondo allacciandosi la cintura.
La donna rivolse uno sguardo ad Hajime attraverso il finestrino retrovisore e, dopo alcuni istanti di silenzio, i due scoppiarono a ridere.
- Ora non ci allarghiamo troppo. - Rise la donna mettendo in moto. - Il nostro è ancora un rapporto dottore-paziente e tale rimarrà. -
- "Dottore-paziente"? - Ripeté Satoshi confuso.
- Immagino che mia sorella non ti abbia detto nulla del mio lavoro, dico bene? -
Il biondo annuì.
- Quella fifona. - Sospirò la zia. - Iperprotettiva era e iperprotettiva rimarrà... Allora, ti sei fatto qualche idea durante il viaggio per arrivare qui? -
- Sì, ma non credo di esserci neanche andato vicino... -
- Sentiamo: adesso cosa ti viene in mente? -
- Bè, hai detto "rapporto medico-paziente" quindi immagino che lavori in un ospedale. -
- Sì, certo, ma non ti viene in mente in che tipo di ospedale in particolare? -
- Si tratta di uno specializzato? -
Hajime trattenne a stento una risata all'udire quella domanda e Satoshi corrugò la fronte, chiedendosi cos'avesse detto di male.
- Sì, possiamo definirlo un "ospedale specializzato". - Rispose la zia, ridacchiando a sua volta. - Dai, non ti viene proprio in mente nulla? A me sembra abbastanza evidente... Ma lo hai visto bene quel soggetto? - Disse poi indicando il ragazzo seduto accanto al nipote.
- Vediamo... -
- Ti do un indizio. - Gli bisbigliò Hajime. - Chi entra non esce più... -
- Ora non lo spaventare! - Lo rimbeccò la donna. - Certo che chi entra prima o poi ne esce, sei tu ad essere un caso disperato! -
- Lo considererò un complimento. - Ribatté il ragazzo sorridendo mellifluo.
- Non dirmi che... - Iniziò Satoshi sgranando gli occhi.
- Bingo! - Esclamò l'altro.
- Si tratta di un istituto psichiatrico minorile. - Disse allora la donna confermando i sospetti del nipote.
- Dicasi anche "manicomio". - Aggiunse Hajime.
- Non si chiamano più "manicomi" da diverso tempo, Cheshire, sarà la millesima volta che te lo dico. -
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The Cheshire Cat//Yaoi//
RomanceDal testo: - Quindi, si può sapere perché lo chiamate "Cheshire Cat"? - - Allora, ci sono quattro motivi. Il primo è per il cognome. - - Sì, quello era chiaro. Poi? - - Poi per il suo sorriso. Non so te, ma io ogni volta che sorride ho quasi il...