- Che succede? - Chiese Sora sbadigliando.
- Ce l'ho fatta... - Mormorò Usaro in tutta risposta.
- A fare co... - Ma le parole gli morirono in gola alla vista della porta scardinata e, soprattutto, nell'accorgersi che mancava una persona. - Dov'è Hajime? -
- È andato a cercare Satoshi. - Rispose l'albino.
- Ma domani sarebbero arrivati i soccorsi! - Ribatté il maggiore agitandosi sempre di più.
- Ehi, guarda che lo so, ma tanto cosa potrà mai succedere in una notte? -
- Tu non hai idea, Usaro! Tu non hai idea! - Ribatté il Caterpillar, ora con un'espressione in viso davvero terrorizzata.
- Certo che non lo so! - Contestò il Withe Rabbit. - Non lo so perché tu non ci dici mai niente! Scommetto che si tratta di un'altra visione, non è vero? -
- Sì... - Confessò Sora chinando lo sguardo.
- Se è così importante perché non ce ne hai parlato? -
- Perché pensavo che nessuno sarebbe stato così scemo da uscire proprio ora che i soccorsi stanno per arrivare! -
- Mi vuoi dire di cosa si tratta e basta!? -
- Avevo già avuto questa visione una o due settimane fa... - Mormorò il ragazzo quasi tra sé e sé. - Ma quella volta credo di aver fatto un piccolo errore... -
-
- Hajime? - Mormorò Satoshi sgranando gli occhi.
L'altro lo osservò esterrefatto per alcuni istanti e il biondo si ritrovò a vergognarsi di sé stesso.
Aveva un aspetto orrendo con quelle occhiaie profonde, quello sguardo inquietante e, sopratutto, con quelle mani tutte imbrattate di sangue.
Desiderò che Hajime distogliesse lo sguardo, che non lo vedesse in quello stato, ma il ragazzo non sembrava aver fatto caso a quei particolari, si limitava ad osservarlo incredulo, quasi fosse un fantasma o un qualche tipo di miraggio e lentamente i suoi occhi si inumidirono, mentre iniziavano a sgorgare le lacrime, come un fiume in piena.
- Satoshi! - Esclamò il Cheshire Cat gettandosi addosso all'altro con così tanta foga da farlo cadere a terra.
Il terreno era cosparso di schegge di vetro, ma il biondo non le sentì neanche, tutto il dolore provato solo fino a qualche istante prima era improvvisamente scomparso non appena aveva incrociato quegli occhi verde-azzurri.
- Hajime... Tu... Come... Come hai fatto? - Chiese, sorprendendosi poi lui stesso di quanto la sua voce fosse roca, da quanto tempo era che non parlava?
- Ne parliamo dopo. - Rispose il ragazzo stringendolo sempre più forte. - Quanto mi sei mancato! -
- A...Anche tu... - Mormorò Satoshi aggrappandosi all'altro, allo stesso modo in cui un naufrago si sarebbe potuto aggrappare a una scialuppa di salvataggio.
- Ma tu... - Mormorò Hajime tastando la schiena dell'altro. - Ma queste sono schegge! -
Si rialzò di scatto trascinandosi dietro anche l'altro.
- Le tue mani... - Mormorò accorgendosi solo in quel momento delle condizioni pietose nelle quali il biondo si trovava.
- Non è nulla... - Protestò Satoshi nascondendo le mani dietro la schiena.
- Sì invece! - Ribatté Hajime afferrando con entrambe le mani il capo dell'altro e guardandolo fisso negli occhi. - Cosa ti ha fatto? -
- Lui... - Mormorò il ragazzo tirando su con il naso. - Lui mi ha... Mi ha... -
Hajime sgranò lentamente gli occhi nel rendersi conto di cosa l'altro stesse cercando di dirgli.
- Tu hai... Ucciso qualcuno? -
E Satoshi si paralizzò all'udire quella domanda.
Perché la risposta era ovvia, piú che ovvia, eppure non ci riusciva proprio a dirlo.
Non poteva, non era pronto a vedere lo sguardo preoccupato di Hajime trasformarsi in una smorfia di disgusto o, peggio ancora, di paura.
Certo, anche a lui era successa la stessa cosa, ma a quei tempi era solo un bambino e aveva vissuto con quell'uomo per tutta la sua vita!
A lui invece era bastata una settimana per crollare, per diventare il mostro che era adesso.Annuì debolmente con il capo. Un gesto appena accennato, ma che l'altro notò all'istante e il biondo si era ormai rassegnato a sentire le calde mani del ragazzo allontanarsi dal suo viso, quando invece Hajime lo strinse con ancora più forza avvicinando il viso al suo e sorprendendolo con un bacio così dolce e al tempo stesso passionale che sentì tutte le sue difese crollare in una sola volta, come un grande castello di carte.
- Mi dispiace. - Pianse Hajime seppellendo poi il viso nell'incavo tra il suo collo e la spalla. - Mi dispiace così tanto che tu abbia dovuto affrontare tutto questo da solo. -
- Hajime... - Mormorò Satoshi ritrovandosi così a consolare l'altro.
- Domani... Anzi, oggi visto che sono già le cinque del mattino, arriveranno i soccorsi. -
- I soccorsi? - Ripeté il biondo incredulo.
- Sì, è una lunga storia, poi te ne parleremo una volta che saremo tutti fuori di qui. -
E a quel punto Satoshi non seppe più se dover piangere dalla tristezza, dalla gioia o per entrambe e così si ritrovò a piangere e basta, sotto lo sguardo dolce e commosso dell'altro.
- Come fai ad essere adorabile anche in una situazione del genere? - Ridacchiò Hajime attorcigliando intorno all'indice una delle ciocche color biondo limone del ragazzo.
- Non... Non ti faccio paura? - Chiese Satoshi in tono esitante.
L'altro ammutolì, osservandolo perplesso per alcuni istanti. Poi, di fronte al suo sguardo così incredibilmente serio, scoppiò a ridere, facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie.
- Come potrei avere paura di te? - Chiese, sollevando poi leggermente il mento dell'altro, che per l'imbarazzo lo aveva chinato verso il pavimento. - Io ti amo. -
E lo disse così dolcemente, sinceramente, così semplicemente, come se fosse la cosa più naturale del mondo, che Satoshi si ritrovò di nuovo con le lacrime agli occhi, ma questa volta anche con un bellissimo sorriso sul volto, non più quella smorfia vuota e priva di vita che solo poche ore prima aveva visto riflessa sulla lama di quel coltello insanguinato.
- A...Anche io ti amo. - Disse per poi avvicinarsi all'altro e, per la prima volta, baciarlo di sua iniziativa.
Non appena si separarono Hajime gli sorrise e Satoshi sentì di nuovo quel brivido percorrergli la spina dorsale, come la prima volta che lo aveva visto. Anche allora aveva pensato che il suo sorriso fosse il più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita.
- Quando domani usciremo di qui, non aspettarti che io ti molli Doc. - Gli soffiò sulle labbra. - Ti rimarrò appiccicato come una cozza, così tanto che forse inizierai addirittura a non poterne più di me. -
- Questo è impossibile. -
- Meglio per me, allora. - Sorrise il Cheshire Cat. - Perché d'ora in poi ti seguirò ovunque, siamo intesi? -
- Anche in bagno? - Rise Satoshi.
- Sopratutto in bagno. - Replicò Hajime in tono serio.
Poi scoppiarono entrambi a ridere, come se quello fosse un giorno qualunque, come tanti altri. Come se non fosse successo nulla, come se non fossero tutti sporchi e insanguinati, come se non fossero a solo pochi passi dal loro incubo peggiore...
...Come se non ci fosse stato dall'altro lato del corridoio un uomo con la pistola puntata contro la schiena di Hajime.
Ehilá gente! Ricordate di quando vi ho parlato della mia immensa gentilezza e bontà, vero? Di quando ieri (e anche oggi) ho pubblicato tre capitoli al giorno... Bé, ora è il caso che ve ne ricordiate.... RICORDATEVENE!
...Vabbè, tanto lo so che non ve ne può fregare di meno della mia gentilezza di ieri e oggi...
(Portate dei fiori carini al mio funerale, ok?XD)
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The Cheshire Cat//Yaoi//
RomantizmDal testo: - Quindi, si può sapere perché lo chiamate "Cheshire Cat"? - - Allora, ci sono quattro motivi. Il primo è per il cognome. - - Sì, quello era chiaro. Poi? - - Poi per il suo sorriso. Non so te, ma io ogni volta che sorride ho quasi il...