Lentamente la bambina alzò il capo fuori dalla buca, ma subito si vide costretta a tornare nel tunnel alla vista di tre uomini in giro per il cortile.
Era una fortuna che non l'avessero ancora trovata, ma non sarebbe durata a lungo, questo era poco ma sicuro.
Camminando carponi percorse il lungo corridoio sotterraneo, fino a giungere alla fine. Era circondata dalla terra, ma sapeva che proprio sopra la sua testa, a giusto dieci o venti centimetri, c'era la sua unica via di fuga.
Lo stomaco brontolò con prepotenza e Akane sussultò sperando con tutta se stessa che nessuno l'avesse sentita. Era lì dentro dal giorno prima, senza mettere nulla nello stomaco.
Dopo aver atteso un paio di minuti, si tranquillizzò capendo che nessuno si era accorto di quel brontolio.
Volse allora lo sguardo verso l'alto, fece un respiro profondo, si rimboccò le maniche e iniziò a scavare usando le mani.
Per sua fortuna il terreno non era eccessivamente duro, più che altro il problema era che continuava a caderle in viso, sporcandole capelli, vestiti e finendole più volte quasi negli occhi.
Iniziava a sentire quasi claustrofobia a rimanere lì dentro e subito la voglia di uscire aumentò a dismisura spronandola a continuare sempre più in fretta.
Ormai aveva quasi fatto, già vedeva la luce del sole filtrare attraverso quel leggero strato di terriccio rimasto, quando sentì delle voci provenire proprio da lì, dall'imbocco del tunnel.
- E questo cos'è? - Chiese la voce di un uomo, probabilmente nel notare la buca.
La bambina perse un battito dallo spavento, ma anziché rimanere paralizzata dalla paura, spinse con tutta la forza che aveva nelle braccia il terreno sopra di sé, liberandosi così un passaggio.
La luce del sole era molto più forte e accecante dopo tutto quel tempo passato sotto terra al buio e le bruciò gli occhi, ma Akane non si lasciò distrarre e subito fece forza con le mani sul terreno dell'aiuola soprastante per tirarsi fuori di lì.
- È qui! - Gridò a quel punto l'uomo rivolgendosi ai suoi colleghi.
La bambina sentì i loro passi alle sue spalle, insieme al fragore del cancello che si apriva, ma non si voltò per vedere quanti fossero o se la stessero già raggiungendo, sapeva che se l'avesse fatto si sarebbe solo agitata ulteriormente, sprecando tempo prezioso.
Così, senza neanche scrollarsi la terra di dosso, iniziò a correre, più veloce che poté, sforzando le sue piccole e gracili gambe quasi fino al limite.
Il centro psichiatrico si trovava in periferia, per cui non si sorprese affatto nel notare che non c'era nessuno in strada.
Poi sentì il rombo di un motore e subito si infilò in un vicolo.
Continuò a correre, girando per parchi, stradine nascoste e a volte perfino attraverso il giardino di qualcuno per depistare quegli uomini e dopo l'ora più lunga della sua vita, alla fine il suo corpo cedette e la bambina crollò a terra, proprio in mezzo alla strada.
Aveva il fiato corto e il cuore le batteva a mille, sapeva di averli seminati, ma il fatto di trovarsi così esposta, e soprattutto in un luogo ben poco sicuro, continuava a metterle ansia e sempre più agitazione.
D'un tratto sentì il rombo di un motore alle sue spalle e lentamente si girò su un fianco, sperando con tutta se stessa che non si trattasse proprio di quegli uomini.
-
- Ehi Sora! - Chiamò Hajime scuotendo l'altro per una spalla.
- Ma che fai? - Chiese Usaro osservandolo perplesso.

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The Cheshire Cat//Yaoi//
RomanceDal testo: - Quindi, si può sapere perché lo chiamate "Cheshire Cat"? - - Allora, ci sono quattro motivi. Il primo è per il cognome. - - Sì, quello era chiaro. Poi? - - Poi per il suo sorriso. Non so te, ma io ogni volta che sorride ho quasi il...