The Circous

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- Mi rifiuto! -

- Che spiritoso che sei. -

- Dico sul serio! Non mi importa quello che dice, io non farò niente di niente! -

- Ne sei sicuro? Sai Alice, inizio a pensare che non tu non ti sia ancora reso conto della situazione nella quale ti trovi. -

- Innanzitutto io non mi chiamo davvero Alice! E poi certo che me ne rendo conto! Lei invece dovrà rendersi conto che i miei genitori non staranno via per sempre e che quando torneranno si chiederanno dove io sia finito! -

- È una minaccia? -

- Sì, possiamo definirla così. -

- Non credo che tu sia nella posizione di farne. -

- Che c'è, vuole minacciarmi lei allora? -

- Perché no? -

- Bè, io l'avviso subito: non mi importa quello che minaccerá di farmi, non farò quello che mi dice, punto e basta! -

L'uomo lo osservò per alcuni istanti. Quel nanerottolo che, in punta di piedi per colmare la differenza d'altezza e con le mani strette a pugno, lo stava osservando con uno sguardo così feroce e pieno di rabbia che per un attimo ebbe quasi paura di lui.

Poi chinò leggermente il capo e, sotto lo sguardo incredulo del biondo, iniziò a ridere.

- Sapevo che facevo bene a prendere anche te. - Disse portandosi una mano al volto per asciugarsi le lacrime provocate dalle risate.

- Che cosa c'è da ridere adesso? - Chiese Satoshi perplesso e intimorito al tempo stesso.

- Tu mi fai ridere, ecco cosa. - Rispose il direttore alzando lo sguardo verso di lui. - Quello che minaccerò di farti, dici? Santo cielo, è chiaro che non farei mai del male alla mia nuova Alice. Mi sono già pentito abbastanza di quanto accaduto con la vecchia... -

- E allora cos'ha intenzione di fare? - Chiese Satoshi, la voce che tremava leggermente.

- Non è ovvio? - Di fronte allo sguardo attonito del giovane, l'uomo scoppiò nuovamente a ridere. - Senti, rispondi a una domanda ok? Tra chi muore e chi sopravvive chi è che soffre di più? -

Il ragazzo sgranò lentamente gli occhi mentre finalmente capiva ciò che il direttore intendeva dire con quelle parole.

- Non vorrà... - Mormorò con un filo di voce.

- Hai mai giocato a scacchi? Se l'hai fatto saprai di sicuro cosa intendo quando dico che pur di salvare la regina sarei pronto a sacrificare tutti gli altri pezzi. -

- No, lei non può... -

- Non posso? - Ripeté lui continuando a ridere. - Certo che posso, posso fare tutto quello che voglio con delle persone che legalmente neanche esistono. -

- Ma sei di loro sì che sono registrati! -

- Può darsi, ma è anche vero che sono stati abbandonati. Le due regine ad esempio. Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che hanno vissuto in strada per tutta la loro vita, procurandosi da mangiare rubando e vivendo in vecchie case abbandonate. Sono state trovate un giorno dalla mia assistente mentre si stava recando proprio qui.
Oppure parliamo del bruco. Sua madre è in prigione per aver lavorato nel mercato nero, mentre il padre era un depresso che, dopo l'arresto della moglie, iniziò ad ubriacarsi e a sfogare la propria frustrazione sul figlio. Si suicidò se non ricordo male quattro o cinque anni fa. Il coniglio bianco invece è quello con il passato più tranquillo, almeno finché non è impazzito a causa della morte dei suoi genitori, deceduti a causa di un incidente ferroviario. Sono arrivati con dieci minuti di ritardo perdendo così il loro treno e quello che hanno trovato dopo ha avuto un guasto che ha causato l'incidente che li ha uccisi. Vogliamo parlare della lepre invece? Quel tipo è completamente fuori di testa, non credo abbia una sola rotella apposto in quella testolina che si ritrova. I suoi genitori avevano paura di lui e dopo averlo lasciato in quel centro psichiatrico si sono dileguati, se scoprissero che è scomparso credo che potrebbero solo gioirne. Vedi Alice? Sono intoccabile, nessuno si accorgerà della loro scomparsa e dei tuoi genitori ce ne occupereremo quando sarà il momento. -

- ...E il ghiro? - Chiese il ragazzo in un sussurro.

- Chi? - Ribatté l'uomo aggrottando la fronte. - Sei appena arrivato e stai già delirando? Per quanto me ne rammarichi non sono ancora riuscito a mettere le mani su qualcuno a cui poter dare il ruolo del ghiro. -

Satoshi ebbe un tuffo al cuore: Akane era riuscita a sfuggirgli! Forse avevano ancora una speranza!

Poi però gli tornò in mente l'immagine della bambina l'ultima volta che l'aveva vista. Aveva solo undici anni ed era rimasta a dir poco schokkata da quanto accaduto il giorno prima, per non parlare poi del fatto che non poteva davvero avere idea di dove loro si trovassero in quel momento...
Sarebbe davvero riuscita a fare qualcosa?


-



- Ehi, datti una calmata! -

- Un calmata!? Mi spieghi come faccio a stare calmo!? -

- Innanzitutto prendi un bel respiro, inizia ad analizzare la situazione con calma e poi unisciti a noi che, al contrario di te, stiamo seriamente pensando a un modo per scappare. - Rispose Usaro.

- Bè, non ho bisogno di calmarmi e analizzare la situazione per sapere che siamo di nuovo nelle mani di quel pazzo e che se ha osato torcere anche solo un capello a Satoshi, si ritroverà a dirigere un ospedale! -

- Molto emozionante. - Commentò l'albino in tono atono. - Bene, ora che ci hai resi partecipi dei tuoi drammi, perché non ci aiuti? -

- Tu non hai emozioni. - Sussurrò Hajime osservando l'altro con gli occhi assottigliati.

- Certo che ce le ho, ma al contrario di te non le sbandiero ai quattro venti. - Ribatté il ragazzino. - E ora datti una svegliata, non vorrai mica finire come il Mad Hatter, vero? -

Il Cheshire Cat volse allora lo sguardo verso il ragazzo appena menzionato. Kazuto se ne stava seduto in un angolo con lo sguardo perso nel vuoto e Hajime sussultò nell'accorgersi che era la stessa identica situazione nella quale si era ritrovato lui qualche giorno prima nel ritrovarsi faccia a faccia con il direttore.

- Ad essere onesto, mi sorprende che non ci sia caduto anche tu in stato di shock. - Commentò poi il Withe Rabbit. - Da quello che ho capito, tu dovresti essere il più sconvolto. -

- Chi te l'ha detto? - Ribatté il ragazzo sulla difensiva.

- I gemelli. Sai, mentre tu giravi la stanza in tondo esponendoci tutte le tue tecniche di tortura, loro si sono resi utili e ci hanno raccontato per filo e per segno quello che sta succedendo. -

Hajime osservò allora i due fratelli. Erano in piedi davanti agli altri e stavano parlando di qualcosa che da lì non riusciva a capire. Sembravano calmi, avevano delle espressioni a dir poco apatiche, possibile che non fossero rimasti neanche un po' sconvolti da quanto accaduto?

Solo allora lo sguardo gli cadde sulle loro mani: entrambi avevano stretto talmente tanto la presa su quella dell'altro da farla diventare praticamente rossa.

- Sora invece come sta? - Chiese Hajime.

- Come prima, non è cambiato nulla. - Rispose Usaro indicando il ragazzo, disteso al suolo inerme.

- È svenuto da quando loro sono entrati nella stanza al centro psichiatrico... Credi che si riprenderà? -

- Non saprei. - Rispose il ragazzino alzando le spalle con un sospiro. - Le sorelle invece devo dire che l'hanno presa parecchio bene. -

Shinzou e Haku se ne stavano in piedi di fronte ai gemelli e stavano discutendo. Sul viso avevano espressioni sorprese e solo leggermente intimorite, nulla che avesse a che fare con il terrore che tutti gli altri stavano vivendo.

- Sarà perché sono così piccole che non riescono a rendersi pienamente conto di quanto questa faccenda sia pericolosa. - Commentò il Cheshire Cat.

- Ehi, a proposito di piccoli... - Disse a quel punto Shun avvicinandosi a loro. - Qualcuno di voi ha idea di che fine abbia fatto Akane? -

- È scappata, questo lo abbiamo visto tutti... - Rispose Usaro. - Ma non so se potrà fare qualcosa per noi... -

- Lei aveva dei genitori. - Ribatté Shun. - Se non ricordo male una volta la solo perfino venuti a trovare! -

- Se riesce a mettersi in contatto con loro forse abbiamo qualche speranza. - Concordò il ragazzino.

Poi si udirono dei passi e la porta si aprì con un cigolio.

The Cheshire Cat//Yaoi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora