Capitolo uno

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Layla POV

"Layla! Vieni, dobbiamo andare!" Mi disse la mia migliore amica, Kacey Simms, mentre facevamo le scale  che portavano al nostro appartamento.

Kacey era bellissima e se non fosse la mia migliore amica, sarei stata sicuramente gelosa di lei. Aveva dei lunghi capelli neri che le incorniciavano il volto, gli occhi azzurro chiaro ed una viso tondo, che la faceva sembrare un angelo. Kacey era alta 1,60m e non pesava più di 50kg

Ci eravamo conosciute il primo anno di scuola superiore e, da allora, non ci eravamo più separate. Era nuova nella scuola ed, appena entrai nell' aula in cui avevo lezione, mi si avvicinò e mi disse "diventeremo migliori amiche" e così è stato. Siamo l'una l'opposta dell'altra, Kacey proviene da una famiglia ricca, io, invece, da una povera e disadattata. 

Né Kacey né la sua famiglia mi hanno mai fatta sentire inferiore per questo. Pensavo che le persone ricche fossero maleducate e presuntuose, ma loro non lo erano; anzi, erano la famiglia più gentile che avessi mai incontrato. Sono stati come dei genitori, dato che i miei erano sempre assenti. Se non fosse stato per Kacey ed i suoi genitori, non sarei chi e dove sono oggi.

"Mi stai ascoltando?" La voce di Kacey mi distolse dai miei pensieri. 

"Cosa stavi dicendo?" Gli domandai.

"Ho detto che stasera andremo ad una festa."

"Kay non ci voglio venire, lo sai." Gli dissi sospirando. Mi sta chiedendo di accompagnarla a questo club da settimane ormai.

"Invece ci verrai. Ci saranno tantissime persone e tanti bei ragazzi. In più, è un bel modo per trascorrere il weekend!" Mi disse quando raggiungemmo le porte del nostro appartamento.

"Non ho bisogno di nessun ragazzo." Protestai.

"Oh davvero? Layla non hai un appuntamento da più di 5 mesi ed è un peccato. Per favore, me lo devi!"

Mugugnai, sapendo che non avevo vie di scampo. Quando voleva qualcosa, lo otteneva. Aprii le porte dell'appartamento e mi ci infilai all'interno. Kacey mi seguì, cercando di convincermi ad andare con lei. Le volevo un bene dell'anima, ma a volte mi veniva voglia di tapparle la bocca con un cuscino. Era difficile resisterle quando mi faceva la faccia da cucciolo o gli occhioni dolci e mi pregava di accompagnarla.

"Perfavore, perfavore, perfavore!! Solo per stasera e, inoltre, non devi lavorare." Continuò mentre si toglieva le scarpe. Spensi il telefono e me le tolsi anch'io. Cercai di interrompere il suo discorso, ma sapevo che non si sarebbe fermata finché non avrei accettato.

"Va bene, ci vengo!" Dissi, non volendola ascoltare oltre.

"Layla hai- Aspetta, hai appena accettato? Sii!" Disse strillando e saltando in giro per la casa. "Ci divertiremo! Ed, inoltre, ho il vestito perfetto per te!" Scossi la testa e mi sedetti sul divano.

L'appartamento in cui vivevamo non era grande, ma modesto. I genitori di Kacey l'avevano comprato per noi, nonostante gli avessi detto mille volte che avrei voluto contribuire anch'io. C'erano due camere, due bagni, una cucina ed il salotto. Ciascuna di noi l'aveva decorata secondo i propri gusti. Se fosse stato possibile, sarei rimasta a vivere lì per sempre. Non passavo molto tempo a casa dato che lavoravo tante ore; ma quando avevo del tempo libero lo passavo in pigiama. 

Il mio lavoro non era ciò che avrei voluto fare in futuro. Lavoravo come cameriera in un bar, sul lato opposto del ponte. Mi andava bene per ora, anche se non vedevo l'ora di trovare dell'altro.

Vivevamo a New York. La città più affollata del mondo. Entrambe, eravamo cresciute a circa una mezzora di distanza dal centro città ed appena eravamo state accettate all'università di New York, avevamo fatto i bagagli per trasferirci nella grande mela. All'inizio era stato difficile riuscirsi ad ambientare, con tutte le persone che ci vivevano, ma dopo un po' di tempo iniziai a considerarla come casa mia. La adoravo e sapevo che non me ne sarei mai andata.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora