Capitolo trenta

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Layla POV

La mattina successiva mi svegliai con un peso sullo stomaco ed un respiro caldo che si scontrava contro il mio collo. Aprii gli occhi ed aspettai qualche istante prima di guardarmi attorno. Quando lo feci mi accorsi che non ero nella mia stanza e, improvvisamente, mi ricordai di ciò che era successo il giorno prima. Abbassai lo sguardo e vidi un braccio sulla mia pancia, lo seguii con lo sguardo fino ad arrivare al viso assonnato di Ashton. Le coperte erano tirate su fino alla vita, lasciando scoperti i nostri petti. Ashton stava dormendo a pancia in giù, con il suo braccio che mi stringeva a sé.

Guardandolo mentre dormiva non potei evitare di sorridere. Sembrava così tranquillo ed innocente, sembrava veramente dolce. Ero abituata a vedere il suo volto inespressivo e la sua mascella contratta, ma mentre dormiva sembrava veramente rilassato. Liberai un braccio dalla sua presa e lo portai sulla sua fronte. Ripensando alla notte precedente il mio corpo tornò ad infuocarsi.

Era stata... fantastica. Ashton mi aveva fatto sentire al sicuro ed amata. L'ultima cosa che mi ricordavo della notte scorsa era Ashton che mi baciava dolcemente sulle labbra prima di addormentarsi. Stare tra le sue braccia mi aveva fatto addormentare in un batter d'occhio, era stata la migliore dormita da qualche tempo a questa parte.

Gentilmente scostai il suo braccio dalla mia pancia e mi sedetti per vedere dove fossi. Mi guardai in giro ed individuai la sua camicia, che avevo buttato per terra la notte scorsa. La presi e me la misi, senza preoccuparmi di ciò che avrebbe detto. Mi stesi nuovamente sul letto al suo fianco e tracciai con le dita i muscoli della sua schiena, che aveva ancora i segni rossi dei miei graffi, non potei non arrossire per le mie azioni. Mi guardai intorno con occhi diversi. Nella mia testa continuava a ripetersi la domanda di quante altre ragazze fossero state nella sua stanza, ma cercai di respingerla. Quando Ashton si sarebbe svegliato l'avrei bombardato di domande ed era meglio per lui che avesse delle buone risposte. La notte scorsa era andata alla grande, però mi serviva del tempo per fidarmi nuovamente di lui.

Guardando la sua schiena notai una piccola cicatrice che sembrava essere causata dal vetro o qualcosa di simile. Ci passai sopra le dita chiedendomi cosa potesse essere successe. Mentre la sfioravo con la mano, ripensai alla mia cicatrice. La reazione di Ashton mi aveva sorpreso, invece di esserne schifato ci aveva passato sopra le dita e l'aveva baciata. Mi aveva guardato come per dirmi che, in futuro, avrei dovuto spiegargli come me la fossi fatta.

Ero persa nei miei pensieri con le mie dita sulla sua cicatrice, quando una voce profonda al mio fianco iniziò a parlare.

"È stato Nick." Mi disse Ashton. Abbassai lo sguardo e vidi che si era voltato verso di me, i suoi occhi blu mi stavano guardando.

"Scusa, non volevo svegliarti." Gli dissi, sussurrando.

"Non preoccuparti, mi piace la sensazione delle tue mani sulla mia schiena." Mi fece un ghigno e sollevò il sopracciglio. Risi e scossi la testa.

"Quindi è stato Nick?" Gli chiesi, riportando attenzione alla sua cicatrice.

"Sì, quando avevamo 17 anni giocavamo a wrestling nel mio salotto." Si mise le mani sotto la testa, mentre ne tracciavo il contorno. Lo vidi rabbrividire prima di continuare a raccontare la storia. Sorrisi dentro di me, sapendo che gli facevo lo stesso effetto. "L'avevo buttato a terra parecchie volte e l'avevo fatto arrabbiare. Era stata colpa mia perché gli avevo detto che i suoi colpi erano come quelli di una femminuccia. Mente ero distratto, mi colpì sullo stomaco ed io caddi sul tavolino di vetro di mia madre. Durante la caduta un pezzo di vetro si era conficcato nella mia schiena. Non me n'ero accorto perché ero preoccupato del modo in cui mia mamma mi avrebbe ucciso. Comunque poi ero andato in ospedale e mi avevano messo dei punti, nonostante ora sia ancora sfregiata."

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora