Capitolo quattordici

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Layla POV

Entrai nell'ufficio di Ashton e chiusi la porta, colpendola con il fianco. Mi guardai intorno e rimasi affascinata dalla bellezza del suo ufficio. Le pareti erano blu scuro ed appoggiato ad una di esse c'era un divano in pelle nera. C'erano, inoltre, due finestre che consentivano una vista mozzafiato su New York. Era proprio lo stile di Ashton.

"Buongiorno." Dissi, rompendo il silenzio. Il tappeto attutì il rumore dei miei tacchi, mentre mi avvicinavo alla scrivania. Appoggiai la tazza di caffè davanti a lui e vidi che c'erano due sedie. Non sapendo se potessi sedermi, mi misi sul bordo di una di esse.

"Buongiorno." Mi disse con voce profonda. Alzò lo sguardo e vedendo la tazza che avevo appoggiato davanti a lui, gli spuntò un sorriso sul volto. "Caffè?"

"Uh, sì. Non sapevo quale ti piacesse, quindi te ne ho preso uno normale." Gli risposi, sentendo le mie guance colorarsi di rosa.

"Bene, grazie." Disse, bevendone un sorso. Lo imitai e rimasi seduta, in silenzio, aspettando che mi dicesse cosa fare.

"Okay, dato che sei la mia nuova assistente avrai molto da fare. Tieni." Mi passò un telefono. Lo guardai e vidi che era un IPhone. Lo presi con cautela non sapendo cosa dovessi farmene. Cioè, ce l'avevo già il mio cellulare, era un vecchio modello, un IPhone 4 che avevo preso qualche anno fa. "All'interno sono memorizzati tutti i miei appuntamenti, i numeri dei clienti ed i miei progetti. Ti avviso, non lasciarlo in giro come quando dimenticasti il tuo a casa mia, o saremmo entrambi nei guai." Chinai la testa per l'imbarazzo ed annuii.

"Ciò che dovrai fare non è difficile, devi solo abituarti. Mi aspetto che farai il possibile per adattarti. Quando avrò delle riunioni, voglio che ci sia anche tu, dovrai prendere appunti che poi confronteremo con i miei. Alcune notti rimarremo qui più di altre." Ashton mi parlava come un capo. "Ti avviso anche che non tollero la pigrizia, l'ignoranza e l'incompetenza. Tutti i miei impiegati sanno quello che devono fare, come sanno che adoro l'efficienza e la correttezza. Ora." Si alzò e fece il giro della sua scrivania. Si mise davanti a me, costringendomi ad alzare lo sguardo. "Layla non voglio essere maleducato o severo, ma questa è la mia impresa e farò di tutto purché sia sempre in evoluzione, ho bisogno che tu lo capisca."

Annuii. Sapevo che aveva lavorato sodo per essere dov'era ora e sapevo anche che l'impresa apparteneva alla sua famiglia. Non mi aspettavo un trattamento speciale e non voglio che mi conceda nulla in più di quanto permetta agli altri. Non voglio essere conosciuta come la ragazza che ha passato la notte col capo ed ha ottenuto così il lavoro.

"Certo, capisco Ash- Mr. Miller." Dissi,

"Ottimo. Ho una riunione alle 8.00, ci troveremo nella sala 201 e sii in orario. Non voglio che la mia assistente arrivi in ritardo." Mi disse Ashton. Annuì e torno a sedersi al suo posto. Capii che aveva finito, quindi mi alzai ed uscii dal suo ufficio.

"Ms. Kingston mi segua che le mostro il suo nuovo ufficio." Mi disse Judy che era qualche passo davanti a me. Si fermò di fronte ad un grande ufficio, con le pareti in vetro. "Questo è tuo." Entrai e rimasi affascinata da ciò che mi circondava. Era fantastico. Non avevo mai avuto un ufficio prima e questo sembrava essere uscito da una rivista o da un film. Avevo una scrivania in mogano con sopra un Mac di ultima tecnologia. Sul lato dell'ufficio c'era un divano blu scuro che sembrava molto comodo e due sedie, simili a quelle che aveva Ashton.

"Wow, è mio?" Chiesi, togliendomi la borsa dalle spalle e appoggiandola delicatamente sulla scrivania.

"Sì. Cosa ti ha detto Ashton?" Mi domandò Judy, da dietro.

"Che in questo telefono ci sono tutti i suoi appuntamenti , i numeri dei clienti e le riunioni. Che non sopporta la pigrizia, l'ignoranza e l'incompetenza." Le risposi, cercando di ricordarmi se mi avesse detto qualcosa riguardo al lavoro che dovevo svolgere.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora