Capitolo dodici

17.9K 598 20
                                    




Layla POV

La sua mano colpì la mia guancia così forte da farmi voltare la testa dall'altra parte. Sentivo la pelle gonfia e pulsante. Le lacrime premevano per essere liberate, ma riuscii a trattenerle, se avessi pianto davanti a loro le botte sarebbero raddoppiate.

"Sei uno spreco di spazio. Non so perché tua madre ed io ti abbiamo tenuta!" Mi disse mio padre, in piedi di fronte a me. Prima che potessi alzare lo sguardo mi arrivò un pugno sullo stomaco che mi tolse il respiro, mentre un gemito lasciava la mia bocca. Caddi sulle ginocchia ed annaspai in cerca di aria, mentre il sorriso di mio padre si allargava sul suo volto. Sapevo che le mie guance si sarebbero gonfiate e che mi si sarebbe formato un livido sullo stomaco. Nonostante il dolore non fosse una cosa nuova per me, non riuscivo ancora ad abituarmi.

"Penso sia ora che tu capisca quale sia il tuo posto." Disse, allontanandosi. Mi irrigidii, mentre continuavo ad analizzare, nella mia testa, ciò che aveva appena affermato. Una sensazione straziante si impadronì di me quando capii quali fossero le sue intenzioni. Sentii i suoi passi avvicinarsi e spalancai gli occhi. Rilasciai un piccolo urlo quando vidi un coltello tra le sue mani. Più cercava di avvicinarsi, più mi allontanavo. Questa volta ha superato il limite. Pensai. Quando era ad un passo di distanza di me, aprii la bocca ed urlai.

-------------------------------

Sobbalzai quando sentii delle mani scuotermi leggermente. Aprii gli occhi, irrigidendomi sul letto.

"No, non farmi del male!" Urlai, mentre la mia schiena colpiva qualcosa di duro. Mi voltai e notai che avevo sbattuto contro la testiera del letto. Sentii il materasso abbassarsi sotto il peso di qualcun'altro ed il mio cuore iniziò a battere furiosamente.

"Layla, va tutto bene, sono io." Mi disse dolcemente una voce a me familiare. Quando capii che apparteneva ad Ashton, il mio cuore sembrò rallentare. Non potei trattenermi dal buttarmi addosso a lui e stringergli le braccia dietro al collo. La sua colonia mi invase le narici e feci un respiro profondo. "Va tutto bene." Ripeté, mentre, con le dita, disegnava dei cerchi sulla mia schiena.

Non avevo quegli incubi da più di 4 mesi. Perché erano riapparsi? Mi domandai, mentre cercavo di calmarmi. Dopo aver ripreso il controllo di me stessa, rimasi tra le braccia di Ashton, senza muovermi, non volendo rovinare quel momento.

"Stai bene?" Mi chiese mentre continuava ad accarezzarmi la schiena. Annuii con la testa appoggiata sul suo petto, iniziando a sentirmi in imbarazzo. "Mi vorresti dire cos'è successo oggi?" Sapevo che avrei dovuto spiegargli cosa fosse accaduto, ma dirglielo avrebbe rovinato quel momento di tranquillità che stavamo vivendo. Sospirai e mi allontanai. Il mio corpo sentì subito la mancanza del calore delle braccia di Ashton e mi dovetti trattenere per non buttarmi, di nuovo, addosso a lui.

"Beh... Sono andata al lavoro e stava andando tutto bene fino a che non ho accettato di fare il turno di una mia collega. Avevo quasi terminato di lavorare, quando un ragazzo mi paplò il sedere. Non che fosse una cosa nuova, ma lui non la smetteva di lasciarmi in pace quindi ho fatto l'unica cosa che mi è venuta in mente, l'ho colpito sui.. gioielli di famiglia." Gli spiegai, guardandomi le mani. "Il mio capo mi ha detto di seguirlo nel suo ufficio. Beh mi ha detto che dovevo andare a letto con lui se volevo tenermi il lavoro, ma ho rifiutato e mi sono licenziata. Poi ti ho chiamato." Dissi, concludendo il racconto. Aspettai che Ashton dicesse qualcosa, ma sentii solo silenzio. Forse non avrei dovuto dirglielo. Pensa che sia solo una scusa per essermene andata? Mi chiesi.

Dopo altri 5 minuti di silenzio, alzai lo sguardo per capire perché non dicesse niente. Lo vidi seduto con le mani strette a pugno e la mascella così contratta da fare male solo a vederla.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora