Capitolo tre

20.7K 692 29
                                    


Layla POV

Alzai le mani e passai le dita tra i capelli di Ashton. Erano corti e morbidi, tali e quali a come apparivano. Anche le sue labbra erano soffici e volevano ottenere il comando contro le mie. Istintivamente le mossi velocemente contro le sue, seguendo il ritmo dettato da lui, ed allacciando le gambe attorno ai suoi fianchi. Mi sfuggì un gemito e ne approfittai per prendere fiato. Così quel bacio, velocemente com'era iniziato, finì. Prima che potessi alzare lo sguardo su di lui, sentii Ashton togliermi le gambe dai suoi fianchi e fare un passo indietro. Fui abbandonata dal calore del suo corpo e rimasi seduta, intontita ed infreddolita. Cosa-

"C'è uno spazzolino da denti in più nell'ultimo cassetto alla tua sinistra. Ti vado a prendere dei vestiti." Mi disse Ashton voltandosi ed uscendo dal bagno. Lo guardai, confusa. Avevo sbagliato qualcosa? Praticamente, mi aveva baciata, poi all'improvviso si era allontanato, mi aveva fatto capire che il mio alito puzzava e se n'era andato. Ottimo. Pensai tra me e me.

Scesi dal ripiano in granito ed appoggiai i piedi sul pavimento, portandomi le mani sulle labbra che formicolavano. Wow, era stato un bacio fantastico. Pensando che fosse più facile camminare senza quei tacchi, me li tolsi e li appoggiai davanti al mobiletto. Feci un respiro profondo e mi guardai allo specchio, ed ero felice di averlo fatto. Sembrava che gli uccelli mi avessero fatto un nido sui capelli, il mio trucco era colato, la mia guancia stava assumendo un colorito tendente al viola e le mie labbra erano gonfie. Borbottai, capendo cosa avesse spinto Ashton ad allontanarsi. Mi domandai che faccia avrebbe fatto Kacey quando mi avrebbe visto, il giorno successivo. Non le avevo mai raccontato come mi trattavano i miei genitori. Lo scoprì, per caso, quando ero stata ricoverata in ospedale. Le avevo fatto promettere di non raccontarlo a nessuno, specialmente ai suoi genitori.

Quando andavo a scuola i miei lividi peggioravano sempre di più e stava iniziando a diventare difficile inventare delle scuse. La maggior parte delle volte uscivo di casa qualche ora prima del dovuto per andare da Kacey, cosicché potesse aiutarmi a coprire quelli sul viso e sul collo. Avevo sempre scherzato su quanto fosse brava con il make-up in quei casi, ma lei, al contrario, non l'aveva mai trovato divertente. Sospirai e scossi la testa, cercando di liberarmi dai miei pensieri.

Seguii ciò che mi aveva detto Ashton ed aprii il cassetto dove si trovava lo spazzolino. Mi lavai i denti, continuando a guardare il mio riflesso allo specchio. Rivedendo il livido non potei fare altro se non ripensare alla mia famiglia. Erano passati 3 o 4 anni dall'ultima volta che mi avevano picchiato. Era diventata, ormai, una cosa quotidiana, infatti le mie guance erano perennemente gonfie e pulsanti per il dolore. Ero così presa dal mio passato da non accorgermi che Ashton stava bussando alla porta, chiamandomi. Quando la aprì, iniziò a scuotermi per le spalle riportandomi al presente.

"Huh?" Gli chiesi.

"Ti stavo dicendo che ho trovato solo questi vestiti. Sono da uomo quindi spero che ti stiano." Mi disse, porgendomeli.

"Grazie." Gli dissi, prendendoglieli dalle mani. Tutto ciò che fece fu annuire ed uscire nuovamente dal bagno, richiudendo la porta dietro di lui. Abbassai lo sguardo e vidi che mi aveva dato una maglietta grigia ed un paio di boxer. Sorridendo, li posai sul mobiletto vicino ai miei tacchi, per togliermi il vestito. Provai più volte ad aprire la zip, ma dopo qualche minuto mi arresi. Diamine. Sospirando aprii la porta e mi guardai intorno per cercare Ashton. Non trovandolo, lo chiamai.

"Ashton?" Feci il suo nome. Aspettai qualche secondo, ma non riuscii a vederlo. "Ashton?!" Ripetei più forte. Subito dopo comparì nella mia visuale, stava arrivando dal corridoio.

"Sì?" Mi chiese.

"Uh." Arrossii e mi morsi il labbro inferiore. "Non riesco ad aprire la zip del vestito." Continuai. In risposta fece un ghigno divertito e mi fece il gesto, con le dita, di voltarmi. Abbassando lo sguardo, mi girai. Sentii la pressione della sua mano sulla mia spalla, mentre l'altra si posizionava all'inizio della zip. Iniziò ad abbassarla ed io mi strinsi il vestito al petto, cosicché non potesse vedere nulla. Nonostante la cerniera fosse terminata, sentii la mano di Ashton continuare a scendere. Rabbrividii quando mi sfiorò la colonna vertebrale. Imbarazzata per la reazione del mio corpo al suo tocco sussurrai un semplice 'grazie' e mi nascosi in bagno.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora