Capitolo sedici

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Layla POV

Cenare con Ashton era stato divertente, mi aveva fatto dimenticare il modo maleducato in cui mi aveva trattata. Il ristorante messicano dove eravamo non era lussuoso, infatti le persone ci guardavano chiedendosi probabilmente il motivo per il quale eravamo vestiti così.

"Non sei mai stata ad un concerto?" Mi chiese, guardandomi come se fossi un alieno. Scossi la testa e bevvi un sorso di margarita che mi aveva ordinato Ashton.

"Non avevo mai tempo o soldi per andarci." Dissi facendo spallucce. I miei genitori non mi lasciavano fare altro se non andare a scuola e al lavoro. Era un miracolo se riuscivo a vedere Kacey. Lavoravo solo perché mi avevano obbligato, quando ricevevo lo stipendio lo utilizzavano loro. Ovviamente con i miei soldi si compravano l'alcool o il cibo per loro, non per me.

"Wow." Fu tutto ciò che disse.

"A che concerti sei andato?" Gli chiesi, cercando di cambiare il soggetto della conversazione.

"A quello degli ACDC, dei Counting Crows, degli U2, degli Sting ed a qualche altro."

Lo guardai e poi scossi la testa.

"Cosa?"

"Solo...solo che non ti vedo proprio a questi concerti. Così formale ed autoritario come sei." Gli dissi, sperando che non si offendesse.

"Ero un festaiolo quando andavo ancora al college o alle scuole superiori." Ribatté fiero.

"Oh, lo immagino." Dissi, alzando gli occhi al cielo.

Per il resto della serata parlammo e ci rilassammo. Avevo scoperto che Ashton aveva una sorella, più o meno della mia stessa età, che sua mamma aveva convinto suo padre a lasciargli dirigere l'impresa solo un paio di anni fa. Quando Ashton mi aveva chiesto della mia famiglia, mi ero mantenuta vaga. Non gli avrei mai raccontato di come mi trattavano. Avevano entrambi dei bei lavori. Mio padre era un ingegnere, mentre mia madre era la manager in un ristorante di lusso. Come potevano due persone del genere abusare della propria figlia, non lo sapevo. Dall'esterno nessuno capiva cosa succedesse in casa mia ed i miei genitori si erano salvaguardati bene dal mantenerlo segreto. Se avessi raccontato qualcosa a qualcuno mi avrebbero fatto male come non mai. Erano furbi, i lividi che mi lasciavano potevano essere coperti dal trucco o dalle maniche lunghe.

Ashton doveva aver capito che non volevo parlare dei miei genitori, dato che non insistette sull'argomento. Gliene fui grata. Kacey era l'unica persona che lo sapeva, ma nonostante ciò, io volevo continuasse a rimanere un segreto.

Verso le 6 Ashton mi riportò a casa, notando che ero piuttosto stanca, sbadigliavo ogni 5 minuti. Arrivati alla porta del mio appartamento mi diede la buonanotte con un veloce bacio sulla fronte. Mentre si allontanava dovetti trattenermi dal corrergli dietro e baciarlo. Volevo risentire il sapore delle sue labbra, calde e dolci, contro le mie, ma per qualche ragione lui non voleva. Sospirando, aprii la porta ed entrai nel mio appartamento.

"Sei a casa." La voce di Kacey spuntò dal nulla, facendomi prendere paura. Sembrava di essere in un film dell'orrore. Era seduta sul divano, con le gambe incrociate ed uno sguardo inquietante. Mi stava aspettando, aveva sul volto l'espressione di chi moriva dalla voglia di fare domande. I suoi occhi blu brillavano e le sue sopracciglia erano sollevate. Deglutii, aspettando che iniziasse con l'interrogatorio. Non dovetti aspettare molto, prima che iniziasse a parlare. Capii solo alcune delle sue domande, visto che me ne aveva poste un migliaio alla velocità della luce. Rimasi a guardarla confusa. Fece un respiro profondo.

"Quindi cos'è successo? Non dimenticarti nulla." Mi tolsi i tacchi ed appoggiai la borsa sul tavolo, andandomi poi a sedere sul divano. Iniziai a raccontare a Kacey tutto ciò che era successo dal momento in cui, la mattina precedente, avevo lasciato l'appartamento a quello in cui ero rientrata qualche minuto prima. Per la prima volta rimase ad ascoltare in silenzio ciò che gli stavo dicendo, senza commentare. Arrivai alla parte in cui Ashton era stato maleducato e poi, per farsi perdonare, mi aveva invitato fuori a cena, ed ero ancora confusa.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora